CUNEO - Discarica di amianto a Roaschia? 'La Regione non può imporla'

L'assessore regionale Valmaggia replica al sindaco di Roaschia Bruno Viale: 'Il caso non esiste, la scelta è nelle mani dei sindaci'

10/11/2017 09:12

Negli ultimi giorni, il sindaco di Roaschia, Bruno Viale, dopo averne fatto una battaglia all’inizio dell’anno, è tornato a sollevare la questione riguardante la discarica di amianto che, secondo il primo cittadino, la Regione vorrebbe realizzare su un sito di proprietà dell’Ente locale. Viale è stato ottimamente intervistato dal nostro giornalista Fabio Rubero, qui il link all'articolo.

L'assessore regionale all’Ambiente, Alberto Valmaggia, letta l'intervista su Cuneodice.it, ha deciso di replicare, chiarendo la questione.

Assessore Valmaggia, ci può chiarire meglio il caso della discarica di Roaschia? “In attuazione del Piano Regionale Amianto, approvato all’unanimità dal Consiglio di Palazzo Lascaris il 1º marzo 2016, dopo otto anni di attesa, la Giunta Chiamparino, il 20 febbraio 2017, ha deliberato una ricognizione sulla presenza, sul territorio piemontese, di miniere e aree di cava inattive ma potenzialmente idonee, sotto il profilo tecnico, alla localizzazione di impianti autorizzati al conferimento di materiali contenente amianto”.

 
A cosa è servito l’approfondimento? “Sono stati presi in considerazione 1700 siti estrattivi inattivi, cioè miniere e cave, segnalati dal Settore regionale competente. A questa fase è seguita quella di selezione conservativa tenendo conto degli elementi previsti dalla normativa: profondità della falda, aree esondabili, frane. Dallo studio sono risultate essere oltre 600 le aree estrattive inattive che non presentano vincoli e che sarebbero potenzialmente di interesse, dopo le indispensabili verifiche e indagini, Di queste, 179 sono localizzate in provincia di Cuneo e 2 nel Comune di Roaschia”.
 
Quindi, il problema segnalato dal sindaco Viale, esiste? “Nella pratica no, per un paio di motivi. Innanzitutto, il nulla osta agli impianti di discarica non è una competenza della Regione, ma richiede l’attivazione di procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale e di autorizzazione integrata ambientale. E’ previsto il coinvolgimento di una pluralità di soggetti del territorio attraverso una Conferenza di Servizi nella quale i Comuni sono attori importanti, formalmente chiamati a partecipare e ad esprimersi”.

Può spiegarsi meglio? “Nel caso in questione il tutto è rafforzato dal fatto che la proprietà del sito risulta del Comune stesso. Di conseguenza, mi sembra evidente che solo il Comune di Roaschia possa decidere se vuole o no la discarica su un’area di sua proprietà. Il problema non si pone. Nessuno in Regione ha mai pensato di imporre nulla a nessuno. E su questo aspetto il sindaco si è già dato la risposta affermando: “Mai apporrò la mia firma per la discarica”.”
 
Perché, allora, il problema è tornato alla ribalta? “Sinceramente non lo so, o forse sì, viste le agitazioni locali per la prossima campagna elettorale nazionale.
Ribadisco però quanto detto sopra e ripetuto più volte a inizio anno e in successivi incontri pubblici. Quelli individuati dalla delibera regionale sono siti potenzialmente idonei, ma se i Comuni si oppongono al loro uso nessuno li obbliga a dare il consenso. Questo vale ancor più per il Comune di Roaschia che è proprietario del sito. Quindi, se Roaschia dice no è no e il caso non esiste”.
 
Esiste, tuttavia, il caso amianto. “Purtroppo, in Piemonte e in provincia di Cuneo, secondo la mappatura effettuata dall’Arpa, sono ancora presenti numerose strutture contenenti amianto e sapendo che è molto pericoloso per la salute umane prima bonifichiamo il territorio e meglio è. Per questo il Piano Amianto prevede molte azioni per eliminare i manufatti pericolosi e inertizzarli per sempre. Per quanto riguarda i siti di stoccaggio, accanto a quelli esistenti già autorizzati, l’attenzione è riservata in primis alle miniere dismesse, siti più idonei in assoluto, come avviene oggi in molte miniere dismesse della Germania, per riportare a dormire sotto terra questo minerale presente in natura ma mortale se inalato. Ripulire il Piemonte dall’amianto nel più breve tempo possibile è un dovere morale prima che politico. Ed è un impegno forte di questa Amministrazione regionale”.

c.s.

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