CUNEO - Ecco il “partito dei sindaci” di Cirio: Marco Gallo guida la pattuglia di aspiranti consiglieri

A Cuneo l’inaugurazione del comitato elettorale del sindaco di Busca. Con lui in lista ci sono Maria Laura Risso, Iole Caramello, Daniele Sobrero e Beppe Ghisolfi

Andrea Cascioli 12/04/2024 19:16

Da Alberto Cirio a Enrico Costa, da Luca Robaldo al suo ex sfidante in Provincia Roberto Dalmazzo. A metterli tutti assieme è Marco Gallo, sindaco uscente di Busca e aspirante consigliere regionale. È il “centravanti di sfondamento”, per dirla con una metafora calcistica, della squadra messa in campo nella Granda da Piemonte Moderato Liberale, ovvero la lista Cirio.
 
Assieme all’odontoiatra 54enne, primo cittadino dal 2014 e presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl cuneese, ci sono la sindaca di Frabosa Soprana Iole Caramello, il consigliere comunale di Alba Daniele Sobrero (capogruppo di Alba Domani, nella maggioranza di centrodestra), la consigliera cuneese di Centro per Cuneo Maria Laura Risso (anche lei in maggioranza, ma col centrosinistra) e il banchiere Beppe Ghisolfi. Tutti radunati per l’inaugurazione del comitato elettorale di Marco Gallo a Cuneo, sotto i portici di piazza Europa: “Un punto di incontro aperto a tutti i cuneesi e a coloro che vogliono condividere questo percorso” spiega il candidato, stretto tra il suo mentore Enrico Costa, vicepresidente nazionale di Azione, e il governatore piemontese a cui ha giurato fedeltà già diversi mesi fa. La pressione di Costa e dei cuneesi, anzi, è stata decisiva nel tirare a destra il partito di Calenda, dove alcuni - specie nel nord del Piemonte - non ne volevano sapere. Significativa a questo proposito la presenza odierna a Cuneo della coppia giavenese formata da Osvaldo Napoli e Daniela Ruffino, anche loro - come Costa - ex forzisti di lungo corso.
 
“Facciamo parte di forze politiche che a livello nazionale si trovano all’opposizione, - esordisce il parlamentare monregalese - ma quando una forza politica punta sul pragmatismo e non su questioni che poco hanno a che fare con l’amministrazione, deve confrontarsi col quadro che ha davanti. Non cerchiamo una coalizione con un partito o un altro, ci riconosciamo nel rapporto con il presidente”. Detto in altre parole: amici del centrodestra, ma finché c’è Cirio. Al presidente in cerca del secondo mandato l’ex “gemello” azzurro riconosce di aver reso “meno torinocentrica” la Regione e ne elogia “la capacità di tenere i rapporti anche con forze contrapposte, penso a quello col sindaco di Torino, magari facendo venire qualche mal di pancia agli alleati”. I mal di pancia, a dirla tutta, sotto la Mole se li sono presi anche nel centrosinistra a causa di quella liason poco ortodossa.
 
“Abbiamo condiviso con Gallo un percorso che già allora nasceva civico” ricorda Luca Robaldo, la cui candidatura a presidente della Provincia fu “lanciata” proprio dal buschese: nella lista Piemonte Moderato Liberale “c’è un’idea di rappresentanza del territorio e soprattutto di normalità, di quella che è la politica di una volta”. Anche Maria Laura Risso, intervenuta come “padrona di casa” a Cuneo, spende parole di miele per l’altro candidato: “Quando ho saputo della candidatura di Gallo non ho esitato a propormi. Il suo impegno sulla città di Busca e come rappresentante dell'assemblea dei sindaci per me è stato un esempio”.
 
Ultimo ma non ultimo viene lui, Alberto Cirio: che ringrazia “i cinque candidati che hanno deciso di correre al mio fianco in una lista che porta il mio nome” e traccia un bilancio del (primo?) mandato. “Due anni e mezzo - ricorda - sono stati compromessi dalla pandemia. Ma abbiamo anche imparato tante cose, che oggi possiamo mettere a frutto”. Il governatore langhetto cita la crescita del Pil regionale (“per la prima volta dopo quindici anni sopra la media nazionale”), la discesa della disoccupazione (“ai minimi storici”, anche in questo caso prendendo a riferimento l’ultimo quindicennio) e la “medaglia” appuntata al bavero dall’ultimo rapporto di Moody’s: “Per la prima volta dopo dieci anni siamo in Baa3, cioè fuori dal novero delle regioni in cui non è consigliato investire. Questi dati ci dicono non che i problemi sono risolti, ma che siamo sulla strada giusta per poterlo fare”.

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