CUNEO - I candidati al Parlamento? Tutti profeti in patria

Nei seggi di residenza la totalità degli aspiranti parlamentari ha ottenuto una percentuale di consensi superiore alla media

Vincenzo Pellegrino

Samuele Mattio 01/10/2022 08:08

La locuzione latina “Nemo propheta in patria” può essere tranquillamente accantonata, almeno per quanto riguarda questa tornata di elezioni politiche. Scartabellando le percentuali ottenute dai candidati all’uninominale nei seggi dei loro Comuni di residenza, si registra sempre un effetto traino per il partito o la coalizione di riferimento.
 
Un esempio su tutti è l’affermazione di Monica Ciaburro ad Argentera. Nella “sua” sezione, la sindaca del piccolo paese dell’alta valle Stura, candidata nell’uninominale alla Camera per il centrodestra, ha ottenuto il 77,97% delle preferenze (53,39% di media in provincia), trascinando Fratelli d’Italia al 52,94%. Vero è che tratta di un piccolo seggio - 60 i votanti su 74 aventi diritto (81,08%) -, ma il dato è comunque significativo perché la media del partito di Giorgia Meloni nel collegio si è attestata al 31,49%.
 
Non meno popolare tra i suoi concittadini si è dimostrato Giorgio Bergesio. Nelle due sezioni di Cervere, dove è residente il plenipotenziario leghista nella Granda, candidato nell’uninominale al Senato, il centrodestra ha collezionato un ragguardevole 64,81% (media nella Granda 51,73%), mentre il partito di Salvini ha raggiunto il 19,57% (decisamente oltre la media del Carroccio nel collegio, al 12,55%).
 
Ai candidati del centrosinistra all’uninominale Luca Pione (Camera) e Fiammetta Rosso (Senato) non è andata molto bene, anche se entrambi erano consci della difficoltà della sfida, in quanto i collegi cuneesi sono considerati da sempre due roccheforti del cdx. In ogni caso tutti e due sono riusciti a portare fieno alla cascina dei loro rispettivi partiti e della coalizione. La saluzzese Fiammetta Rosso ha preso il 25,59% dei consensi in provincia - più i comuni della cintura torinese facenti parti del collegio - con la lista Sinistra Italiana/Verdi al 3,47%. Nell’ex capitale del Marchesato è andata leggermente meglio: 27,14% i voti di coalizione, 3,92% per il partito di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.
 
Luca Pione, coordinatore cittadino del Partito Democratico a Mondovì, a livello provinciale ha ottenuto il 24,96% dei consensi (con il Pd al 17,25%), tra i seggi di casa ha preso il 27,99% dei voti, trainando i dem al 20,20%. Com’è noto agli appassionati di politica locale il Monregalese è anche il “feudo elettorale” di Enrico Costa. L’ex ministro era candidato nell’uninominale per il Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi: il suo risultato è stato degno di nota anche stavolta. A livello provinciale ha sfiorato l’obiettivo del 10 percento, ottenendo il 9,81% dei consensi, mentre sotto la Torre del Belvedere è andato decisamente oltre, raggiungendo il 13,94%. Per quanto riguarda “Italia sul serio” è da registrare anche il buon risultato di Vincenzo Pellegrino, candidato nell’uninominale al Senato: ha collezionato l’8,93%. Il consigliere comunale di Centro per Cuneo, residente a San Rocco Castagnaretta, ha portato in dote un ragguardevole 12,22% nei 55 seggi del capoluogo.
 
La Granda non è mai stata una terra fertile per le idee del Movimento Cinque Stelle. Anche in questa tornata i voti raccolti sono stati nettamente inferiori alla media nazionale. La candidata all’uninominale alla Camera, l’infermiera cuneese Rosina Serratore, ha ottenuto il 6,46% dei consensi a livello provinciale, mentre è andata meglio nel capoluogo, dove ha raggiunto il 7,38%. Soltanto quattro mesi fa, alle amministrative di Cuneo vinte da Patrizia Manassero, la candidata sindaca del M5S Silvia Cina non era riuscita a entrare in Consiglio comunale, fermandosi all’1,5%.
 
Un altro cuneese candidato nell’uninominale alla Camera era Nello Fierro, consigliere comunale nel capoluogo per Cuneo per i Beni Comuni. Il giovane libraio era l’uomo su cui puntava Unione Popolare nel territorio tra il Monviso e la Bisalta. Fierro si è fermato all’1,31%, ma anche lui è andato meglio nei seggi “di casa”, dove ha raggiunto il 2,32%.
 
Italexit non è riuscita a raggiungere il 3%, risultato minimo per entrare in Parlamento. Un risultato sfiorato dal candidato nell’uninominale alla Camera Paolo Radosta nella sua Saluzzo. Sotto la Castiglia l’ex Fratelli d’Italia ha raggiunto il 2,86%, mentre in provincia non è riuscito ad andare oltre il 2,51%.
 
Articolo pubbicato sul giornale cartaceo di Cuneodice.it in edicola giovedì 29 settembre.

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