CUNEO - L'intervista a Fabio Corbeddu di CasaPound

Il leader di CP Cuneo è candidato alla Camera: 'Il mio programma? Casa, lavoro e difesa dell'identità'

s.m. 09/02/2018 16:28

Già candidato sindaco di CasaPound alle scorse elezioni comunali, dove ha acquisito notorietà in quel di Cuneo, Fabio Corbeddu, leader della tartaruga a livello locale, ci riprova. Questa volta giovane operaio cuneese è candidato alla Camera, nel listino proporzionale. Nel caso in cui CasaPound centrasse l'obiettivo del 3%, Corbeddu avrebbe ottime possibilità di entrare in Parlamento. Così come abbiamo già fatto con altri candidati siamo andati a trovarlo per capire quali sono i programmi e le ambizioni di CasaPound Cuneo. 
 
Sui media, sia a livello locale che nazionale, avete meno spazio dei concorrenti. Si sa poco di quelli che sono i vostri programmi e spesso si associa Casapound al fascismo, che cosa c'è di vero? Può riassumere i vostri programmi?
 
Oggi ci viene negato lo spazio per vari motivi. Vuoi perché i nostri leader sono gli unici che vanno in tv a dire che l'Italia deve uscire dall'Europa o altre prese di posizione molto forti. Quando il nostro Simone Di Stefano è ospite in qualche trasmissione televisiva viene invitato per fargli il 'processino' politico e non a parlare dei nostri programmi. 
Rispondendo alla domanda, CasaPound è l'unico movimento che, a dispetto di quanto vogliono far credere coloro che la buttano 'in caciara' sul fascismo, parla di temi attuali: il lavoro,la casa, la difesa dell'identità. Questo significa fare politica, non occuparsi esclusivamente della propria fazione, ma di tutta la nazione. 
 
Anche a Cuneo ci sono state molte proteste nei vostri confronti. Non più tardi di qualche settimana fa è stato presentato in Consiglio comunale un ordine del giorno per impedire a movimenti che si ispirano al fascismo di affittare luoghi pubblici. Non pensa che la contrapposizione tra fascisti e antifascisti sia anacronistica (per entrambi) e dovrebbe essere consegnata alla storia?
 
La contrapposizione tra fascismo e antifascismo non è altro che una scusa. Per quanto la nostra storia politica sia legata al ventennio fascista, oggi Casapound fa politica, non nostalgia. Per intenderci non facciamo la marcia su Roma. Il fatto che il PD oggi faccia odg contro di noi è sintomatico del fatto che sanno che se parlassimo di politica il consenso di Casapound crescerebbe esponenzialmente.
 
Quali sono i punti principali del programma?

In primis la fuoriuscita dall'Unione Europea. In questo siamo gli unici a essere chiari e netti: dobbiamo uscire dall'unione monetaria e ritornare alla piena sovranità in tutti i campi. Solo così l'Italia potrà tornare a creare ricchezza. 
 
Sullo Ius Soli avete una posizione molto rigida. Come la giustifica?

Non si può cambiare la cittadinanza come una maglietta. Ad oggi si è creata una polemica ad hoc per deviare il dibattito, ma non esistono discriminazioni e diritti negati. L'identità è un patrimonio che non si svende. Se fossi nato dai miei genitori in Cina, non sarei di certo un cinese. 
 
Uno dei punti del vostro programma è il blocco totale dell'immigrazione...

Secondo noi sarebbe una soluzione molto più umana rispetto a come viene gestita l'immigrazione oggi. Giusto qualche giorno fa è stato arrestato un imprenditore proprietario di strutture di accoglienza. Un certo mondo politico invita queste persone ad affrontare il viaggio della speranza illudendole di trovare il paradiso, per poi lasciarle qui mantenute e senza prospettive.
 
E come realizzereste questo punto del programma? 

La Libia è un paese in guerra civile, spaccato in due, dove imperversa il terrorismo. Da lì partono tutte le rotte dell'immigrazione clandestina. Bisogna dire che siamo pronti a inviare i militari, di concerto con le autorità locali, sulle coste libiche.
 
Nel caso raggiungeste il quorum e lei diventasse parlamentare quali sono le prime iniziative che assumerebbe in favore della provincia di Cuneo?

Quello che vogliamo fare qui è quello che facciamo in tutta Italia: parlare con chi su questo territorio lavora, con chi lo crea, e trovare insieme le soluzioni per ripartire. Questa provincia ha sempre creato tanto, dalle piccole alle medie imprese. Dobbiamo lavorare per far tornare la Granda una provincia prospera. 
 
 
 

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