CUNEO - L'intervista a Flavio Gastaldi, candidato del centrodestra alla Camera

Il leader dei giovani padani ha indicato la linea da seguire: 'Ascolto del territorio e fare rete nell'interesse della provincia'

Samuele Mattio 31/01/2018 16:48

Nei giorni scorsi abbiamo iniziato a scoprire chi sono i candidati alle prossime politiche nella provincia di Cuneo. Inauguriamo oggi, 31 gennaio, una serie di interviste che ci consentirà di approfondire la conoscenza di coloro che saranno chiamati a rappresentarci a Roma. Iniziamo con Flavio Gastaldi, 26 anni, candidato ad un seggio alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale che comprende Cuneo, Saluzzo e Savigliano.

Gastaldi è il candidato della coalizione formata da Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Noi con l'Italia. Iscritto al partito creato da Umberto Bossi dal 2006, ne ha seguito prima il gruppo provinciale giovanile, poi quello regionale. Eletto consigliere comunale a Genola, è un attivo membro della Pro Loco del paese.


Buongiorno Gastaldi, lei è il volto nuovo del centrodestra cuneese. Il suo nome è uscito negli ultimi giorni di composizione delle liste. In provincia di Cuneo lei è l'unico under 30. Ci racconti com'è nata la sua candidatura. Perché Salvini e Molinari hanno pensato proprio a lei?

La candidatura è frutto di una scelta che è stata fatta ad alti livelli, come già ampiamente preannunciato. Io rappresento i Giovani Padani a livello regionale ai quali si è deciso di dare una rappresentanza. Penso che la scelta del mio nome sia stata fatta per questi motivi, soprattutto perché come movimento giovanile ambiamo a essere il 'vivaio' del partito.

Lei è molto giovane e ha avuto esperienza, a livello amministrativo, solamente come consigliere comunale di Genola. Qualcuno potrebbe obiettare che sta facendo il passo più lungo della gamba. Che cosa risponderebbe a tali affermazioni?

Un'esperienza quadriennale in Consiglio comunale con una Giunta che indiscutibilmente è stata tra le più attive e prolifiche degli ultimi anni. La distribuzione degli incarichi a livello comunale ci ha visto, tramite deleghe che solitamente spetterebbero agli assessori, che a Genola sono soltanto due, ha equiparato i consiglieri di maggioranza ad un'amministrazione 'allargata'.
Inoltre per undici anni ho fatto parte della struttura del partito condividendone tutte le dinamiche, dal locale al nazionale. Da quasi due anni sono coordinatore regionale dei Giovani Padani, la mia candidatura non nasce per caso.

Dal locale al nazionale dunque. Nel caso venisse eletto, quali sono le prime istanze che seguirebbe da parlamentare? O meglio, quali sono le priorità per la provincia di Cuneo?

Non ho la verità in tasca. Sfrutterò il mese di campagna elettorale per ascoltare e girare tra le varie realtà del territorio: dal mondo dell'impresa a quello dell'artigianato, fino a quello del commercio. Di certo non è mia intenzione tralasciare l'agricoltura, provengo da una famiglia di allevatori ed è stato il mio pane quotidiano fino a poco tempo fa. Un occhio di riguardo anche per l'associazionismo e il volontariato, in particolare le Pro Loco.

Ascolto del territorio dunque. Immagino però che in questi anni si sarà fatto un'idea delle problematiche da risolvere. Quali sono le cose più urgenti?

Il rapporto tra enti locali. Per esempio la viabilità. Nel momento in cui sono venuti a mancare i finanziamenti alle Province, che però continuano a mantenere la competenza sul tema, le strade sono un disastro, per non parlare degli scandali che hanno colpito la Granda, come la tangenziale di Fossano, il Tenda e il mancato completamento dell'Asti-Cuneo.
Un altro punto è l'istruzione. Gli istituti superiori sono tutti ancora in carico alla provincia, la manutenzione è troppo onerosa in carico all'ente, i fatti del 'Rivoira' di Verzuolo e del 'Giolitti' di Mondovì sono lì a ricordarcelo.

Lei saprà che a livello amministrativo, in provincia di Cuneo, non esiste solo l'ente di corso Nizza, ma ci sono 250 comuni. Come pensa di rappresentarli, sempre nel caso in cui venga eletto?

Uno dei problemi 'comuni ai Comuni' è il Patto di Stabilità che lega le mani ai sindaci. Si pensi all'ingente quantità di denaro pubblico che rimane fermo nelle casse comunali per coprire ipotetici buchi di bilancio. Per chi amministra piccoli Comuni è quasi un insulto in quanto è già molto complesso far quadrare i conti.
Parto dall'esempio del mio Comune (Genola n.d.r.) che negli ultimi quattro anni ha saputo assumere la posizione di capofila e raccogliere attorno a sé comuni limitrofi per accedere a bandi regionali ed europei (sull'efficientamento energetico e sulla riqualificazione di strutture turistico-ricettive). Serve ritornare a fare rete nell'interesse della provincia.

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