CUNEO - Lauria porta in Consiglio comunale la polemica sull’assemblea antifascista: ‘Il sindaco si dissoci dai violenti’

Per l’esponente della destra ‘unica ragione di quell’incontro è che il Pd si è visto scavalcato dai 5 Stelle’. Pittari replica: ‘Noi contrari a ogni violenza’

Andrea Cascioli 03/06/2019 19:44

Si annuncia una ‘coda’ in Consiglio comunale nella polemica sull’assemblea antifascista svoltasi lo scorso martedì 28 maggio al CDT di largo Barale, in seguito alla presentazione delle liste di CasaPound Italia nel municipio di Cuneo.

All’evento elettorale, tenutosi tre settimane prima, avevano preso parte il segretario nazionale della formazione di estrema destra, Simone Di Stefano, e il consigliere comunale Beppe Lauria, candidato alle europee con il partito della tartaruga frecciata. Era stato lo stesso Lauria a ottenere la concessione della Sala Preconsiliare, secondo quanto previsto dal regolamento comunale.

Tra gli antifascisti cuneesi si è quindi aperto un acceso confronto in merito alla vicenda, e più in generale all’atteggiamento da tenere in futuro davanti alle iniziative di CasaPound. Ora Lauria chiama in causa il sindaco Borgna con un’interpellanza, dove si chiede al primo cittadino di prendere le distanze “da chi in occasione dell’interessantissimo convegno-incontro [l’assemblea antifascista, ndr] ha usato parole e toni propri di un periodo buio della nostra Repubblica”.

“Alcuni ‘democratici partecipanti’ avrebbero suggerito ‘prendiamoli a bastonate’” annota Lauria, riferendosi a uno degli interventi più controversi della serata. Già in precedenza lo storico portabandiera della destra cuneese aveva puntato il dito contro alcuni colleghi, dicendosi stupito “che i consiglieri presenti non abbiano preso le distanze da questo tipo di affermazioni”. Tra gli intervenuti all’incontro figurano infatti i consiglieri Ugo Sturlese e Carmelo Noto e il presidente del Consiglio comunale Antonino Pittari.

Con Pittari Lauria rincara la polemica nel testo dell’interpellanza, accusando il presidente di dimenticare il proprio ruolo di garante del Consiglio comunale. Ma l’esponente democratico non ci sta: “Se io e gli altri consiglieri non siamo intervenuti subito - spiega - è perché in quella sede spettava a chi moderava l’incontro ribattere a tali affermazioni e stigmatizzare ogni riferimento alla violenza. Questo è ciò che è stato fatto, e mi associo alla condanna verso chiunque esprima propositi violenti”.

Intanto si aspetta la prossima entrata in vigore del regolamento sulla concessione delle sale e degli spazi comunali. Verrà imposto di sottoscrivere una dichiarazione con la quale chi fa richiesta di questi spazi si impegni al rispetto della XII disposizione costituzionale sul divieto di ricostituzione del partito fascista e delle leggi Scelba e Mancino. Da questo provvedimento è però esclusa la Sala Preconsiliare, perché riservata all’attività dei gruppi consiliari. Lauria, pur avendo votato contro il nuovo regolamento, afferma di non avere problemi a sottoscrivere la dichiarazione “se sarà conforme a ciò che è stato votato in Consiglio comunale”. “Se tutto quello che mi si chiede è il rispetto della Costituzione e della legge - afferma l’esponente dell’opposizione - non ho difficoltà a impegnarmi”.

Un’ultima stoccata la riserva però ai promotori dell’assemblea antifascista: “L’unica ragione per cui è stato convocato quell’appuntamento - a suo dire - è che il Pd si è visto scavalcato a sinistra dal Movimento 5 Stelle dopo l’attacco di Isoardi e Cina sulla concessione della sala”.

L’appuntamento per il ‘redde rationem’ sulla vicenda è rinviato al prossimo Consiglio comunale, fissato per lunedì 24 e martedì 25 giugno.

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