BOVES - Maurizio Paoletti: 'Da PD bovesano, un attacco indegno'

"Da liberale non sono avvezzo a coltivare l’odio per i vivi, figuriamoci per i morti"

Fabio Rubero 29/12/2017 18:31

Non si è fatta attendere la reazione del sindaco di Boves, nonchè commissario provinciale di Forza Italia, Maurizio Paoletti, alla "chiamata in causa" della sezione bovesana del Partito Democratico sulla questione della traslazione delle spoglie dei reali nel Santuario di Vicoforte.

In una nota diffusa nella giornata odierna sull'argomento, il PD bovesano aveva parlato di "profondo rammarico per il silenzio del nostro sindaco, sindaco di una città Martire della Resistenza, medaglia d’oro al valor civile e medaglia d’oro al valor militare".

"L’attacco rivoltomi dalla sezione locale del PD è azione indegna che si commenta da sola soprattutto perché si spinge addirittura a strumentalizzare i morti che dovrebbero essere lasciati riposare in pace" tuona Paoletti.

 
"Mentre invito le rappresentanti locali del PD ad occuparsi dei problemi concreti della gente - prosegue il primo cittadino bovesano - mi permetto di ricordare loro che la traslazione della salme dei Savoia è avvenuta sotto il Governo del PD in una provincia amministrata dal PD e che, se vogliono autorevoli prese di posizioni di sindaci di città martiri, possono chiederle al Sindaco di Cuneo o a quello di Borgo San Dalmazzo (ben più vicini al loro partito) che però, come il sottoscritto, non hanno sentito, né il dovere né la necessità di impicciarsi di faccende che esulano dal loro ruolo istituzionale. Forse perché sono meno avvezzo delle tre consigliere locali del PD a frequentare le sacrestie (specialmente in tempi di elezioni), quanto avviene in un Santuario, per di più in altro comune, esula dalla mia competenza di Sindaco".

"L’occasione mi è però lieta - aggiunge il sindaco di Boves - per sottolineare con orgoglio il coraggioso percorso di pace che la Città di Boves ha intrapreso prima con l’istituzione della Scuola di pace nel 1983 ed ora, in sinergia con la parrocchia, con il cammino di riconciliazione costruito con la città tedesca di Schondorf Am Ammersee dove è sepolto il comandante nazista che ordinò il primo eccidio d’Italia contro lotta di liberazione".

"Da liberale - conclude Paoletti - non sono avvezzo a coltivare l’odio per i vivi, figuriamoci per i morti".
 
 
 

Notizie interessanti:

Vedi altro