CUNEO - Nessun sottosegretario dalla Granda. Beffato Perosino: al suo posto la “paracadutata” Siracusano

L’ex senatore forzista e il suo mentore Cirio avevano sperato nel ripescaggio. Nel governo, invece, entra la deputata siciliana che ha spodestato il sindaco di Priocca

in foto: la deputata e neosottosegretaria Matilde Siracusano

Andrea Cascioli 31/10/2022 16:40

La Granda chiude a zero nella seconda tornata di nomine del governo, quella relativa ai sottosegretari e viceministri. Un esito prevedibile considerando che, in termini geografici, la provincia aveva incassato parecchio nella squadra dei ministri. Qui su 24 responsabili dei dicasteri sono entrati ben due cuneesi, Guido Crosetto e Daniela Santanchè, per quanto la carriera politica di quest’ultima si sia svolta lontano dall’ombra della Bisalta.
 
Nel ripescaggio in un posto di sottogoverno sperava in particolare uno dei grandi delusi di queste elezioni, l’ex senatore forzista e sindaco di Priocca Marco Perosino. Per lui si sarebbe trattato di un ambito “premio di consolazione” dopo la mancata rielezione in parlamento. Da senatore (eletto nel 2018 sul collegio maggioritario) si era trovato spostato alla Camera al terzo posto del plurinominale. Davanti a lui il biellese Roberto Pella e la “paracadutata” Matilde Siracusano, deputata uscente di Messina e compagna del governatore calabrese Roberto Occhiuto (anch’egli forzista). Sia Pella che la Siracusano sono stati eletti, nonostante quest’ultima avesse incassato una sconfitta sul collegio uninominale di Messina contro il candidato del movimento Sud chiama Nord Francesco Gallo.
 
La beffa ulteriore per Perosino è che ora, oltre al seggio, la Siracusano gli ha “scippato” pure il posto da sottosegretario. La ex finalista di Miss Italia 2005 ed ex collaboratrice del gruppo parlamentare di Scelta Civica (in questa veste aveva lavorato con un langarolo illustre, l’allora deputato Giovanni Monchiero) è stata infatti nominata al ministero dei Rapporti con il parlamento, dopo essere stata in ballottaggio anche per la Cultura e il ministero delle Politiche per il mare e il Sud. Uno smacco per il politico priocchese nonché per il suo mentore, il governatore Alberto Cirio: il dominus piemontese di Forza Italia si era impegnato molto per assicurare al suo protetto un posto al sole. Non c’è stato però nulla da fare: la componente langarola di FI, privata di rappresentanza in parlamento e nel governo, esce ridimensionata. Il tentativo di Cirio di intestarsi la paternità dei due ministri piemontesi azzurri, Paolo Zangrillo e Gilberto Pichetto Fratin, pare più un tentativo di fare buon viso a cattivo gioco.

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