CUNEO - Piccoli comuni, Cirio: 'Mentre qualcuno in Italia vorrebbe chiuderli, noi portiamo la loro voce a Bruxelles'

Una delegazione cuneese Anpci al Parlamento UE. Biglio: 'Un presidio al quale l’Italia dei mille campanili non può rinunciare'.

30/11/2017 15:16

Difendere l’identità dei piccoli comuni italiani: è l’appello portato a Bruxelles da una delegazione dell’Anpci, l’Associazione italiana che li rappresenta.
La presidente nazionale Franca Biglio, sindaco di Marsaglia (Cn), insieme ad altri sindaci della Granda, è stata ricevuta oggi, al Parlamento Europeo, su invito dell’eurodeputato Alberto Cirio.

«I nostri piccoli comuni sono un patrimonio da tutelare - commenta Alberto Cirio - Mentre in Italia qualcuno propone di chiuderli, noi portiamo la loro voce a Bruxelles, chiedendo all’Europa di aiutarci a difenderli. Nel nostro Paese ci sono 8 mila comuni e il 70% ha meno di 5mila abitanti. La Francia ne ha in tutto 36 mila e a nessuno viene in mente di eliminarli, anzi, li considerano una risorsa irrinunciabile. Attribuire il disastro dei conti pubblici italiani ai piccoli comuni è un’assurdità e pensare di accorparli fino a 20 mila abitanti, una follia. Chiudano qualche Ministero in più a Roma e tengano vivo il principale presidio di identità dei nostri territori».

Il 93% delle Dop e dei marchi Igp italiani è prodotto nei piccoli comuni. Quelli con meno di 5 mila abitanti sono più di 5.500 e rappresentano oltre metà del territorio nazionale.

Della delegazione, oltre al Sindaco di Marsaglia, facevano parte i Sindaci di Argentera, Caramagna, Celle Macra, Cervasca, Lequio Tanaro, Montemale, Piozzo, Rifreddo, Rocchetta Belbo, Rossana, Torre Bormida, Venasca, Valdieri, oltre ai sindaci dei comuni torinesi di Burolo, Albiano di Ivrea e Settimo Rottaro. Presente anche il consigliere regionale del Piemonte, Franco Graglia.

«I piccoli comuni sono importanti - sottolinea Franca Biglio, presidente dell’Anpci - perché rappresentano un punto di riferimento essenziale per la tutela di un territorio soprattutto montano e collinare, a forte rischio idrogeologico, e per salvaguardare e promuovere le sue specificità. Quelle agroalimentari, ma anche quelle ambientali, storiche e legate a tradizioni bellissime, che vengono mantenute grazie a noi. Rappresentiamo un presidio al quale l’Italia dei mille campanili non può rinunciare».

c.s.

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