CUNEO - Politica: oramai è tempo di pensare alle regionali 2019

Passate anche le ultime amministrative l'obiettivo dichiarato di molti è Torino, ma chi può ambire a una poltrona a palazzo Lascaris?

Samuele Mattio 05/07/2018 14:31

Passata la primavera, che ha portato con sè le ultime elezioni amministrative, per la politica locale è tempo di pensare alle prossime regionali, in programma il prossimo anno. Nella calura estiva c’è chi è stufo di stare all’ombra e desidera un posto al sole, ma si sa, in questo periodo c’è il pericolo di ustionarsi gravemente e allora sono in molti a rimanere sotto l’ombrellone, ma non per questo a poltrire, anzi.

In queste settimane c’è grande fermento nella politica locale perché coloro che ambiscono a una candidatura alle prossime regionali sono tantissimi e i telefoni dei segretari di partito squillano quasi più che in campagna elettorale. Ma chi sono coloro che potrebbero ambire a un posto a palazzo Lascaris? Senza dubbio ci sono più certezze nel centrosinistra che nel centrodestra e se è ancora presto per cercare di intuire chi finirà nei listini ‘presidenziali’ è invece più semplice capire chi saranno coloro che si batteranno per ottenere le preferenze.

Se a livello nazionale il ‘contratto di governo’ tra Lega e Movimento Cinque Stelle sta tenendo e, almeno al momento, i due firmatari sembrano dimostrare una buona tenuta, localmente l’alleanza del Centrodestra pare altrettanto solida. Se è vero che a livello nazionale Forza Italia è in caduta libera, complice un Silvio Berlusconi al capolinea (a meno di canti del cigno), sul territorio lo scenario è molto diverso. Quel Movimento Cinque Stelle che al sud ha percentuali plebiscitarie in provincia di Cuneo (e nel resto del Piemonte, torinese escluso) fa fatica a decollare in quanto poco radicato. Matteo Salvini, al momento il miglior stratega della politica italiana (almeno a livello politico), lo sa bene e si guarda bene dall’estendere il patto di governo a livello locale, molto meglio la politica dei due forni. Anche perché a questo punto è evidente che in caso di una caduta del governo Legastellato Salvini calamiterebbe con sé ciò che rimane del Centrodestra, per poi probabilmente fagocitarlo alle elezioni successive. 
 
Ipotizzando, a ragion veduta, uno scenario che veda ai nastri di partenza i tre poli tradizionali (Centrodestra, Centrosinistra e Movimento Cinque Stelle), il disegno potrebbe essere quello ipotizzato da molti addetti ai lavori, anche se le incognite sono davvero tantissime. Se l’europarlamentare azzurro Alberto Cirio, sembra poter essere a tutti gli effetti il candidato del centrodestra alla guida della Regione e le incertezze sul dopo-Chiamparino (a meno che questi non decida di restare in campo) dividono il centrosinistra, gli interrogativi più importanti riguardano il candidato del Movimento Cinque Stelle, chi sarà? L’esponente pentastellato più autorevole a palazzo Lascaris è indubbiamente Davide Bono, ma nonostante questi si sia ben comportato durante il suo mandato dimostrando competenza e capacità, nel 2019 questi non potrà essere ricandidato (almeno secondo le regole interne del Movimento). Dunque, escludendo deroghe sui due mandati (oltre al fatto che Bono è già stato candidato alla presidenza della Regione), qualcun altro dovrà prenderne il posto. La scelta potrebbe ricadere su qualcuno che già ricopre il ruolo di consigliere regionale (difficile possa essere il cuneese Mauro Campo), tra i candidati l’alessandrino Paolo Mighetti, il torinese Giorgio Bertola e la valsusana Francesca Frediani, che potrebbe diventare la prima candidata presidente alla Regione Piemonte del Movimento Cinque Stelle. Ancora molta incertezza nelle candidature al Consiglio regionale nelle liste circoscrizionali, ma è probabile che saranno ricandidati coloro che avevano già corso per un posto al parlamento, tra i più accreditati il giovane monregalese Federico Costamagna e l’avvocato di Racconigi Debora Bastiani (che alle scorse politiche non ce l’aveva fatta per pochi voti). Fermo restando il consigliere uscente Campo, per il quale la candidatura parrebbe blindata. Il tutto a meno di stravolgimenti dei regolamenti interni del Movimento, che potrebbero ribaltare la situazione.
 
Movimenti anche nel Centrosinistra: come abbiamo già scritto, il ‘Chiampa’ non ha ancora deciso se ripresentarsi o meno, ma è fuor di dubbio che indipendentemente da chi sarà il candidato alla Regione del centrosinistra la ‘lista Monviso’, che fa riferimento all’assessore regionale Alberto Valmaggia, sarà della partita. Se è esclusa una candidatura del sindaco di Cuneo, Federico Borgna, che più volte ha smentito di ambire ad altri lidi (almeno finché durerà il suo mandato a palazzo Civico), è invece da valutare l’impegno dell’ex ministro dell’agricoltura, Andrea Olivero. L’ex Scelta Civica si è già ‘immolato’ nel collegio uninominale alla Camera nel tentativo rincorsa (impossibile) al leader dei Giovani Padani, oggi parlamentare, Flavio Gastaldi, che nei sondaggi lo staccava di oltre venti punti. Difficile che un profilo come quello dell’ex presidente della Acli possa accettare il ruolo di comprimario dopo aver già dato molto allo scorso appuntamento. Di certo bisognerà capire gli equilibri tra Olivero e Valmaggia, due pezzi da novanta da sempre in sinergia, che per storia personale ambiscono a posizioni di primo piano. Alla finestra c’è la consigliera provinciale di Costigliole Saluzzo Milva Rinaudo. Da verificare anche le posizioni dei democristiani Giovanni Negro e Beppe Delfino.
 
Anche nel Partito Democratico la lotta sarà serrata. È probabile che l’attuale consigliere regionale cuneese del Partito Democratico, l’ex sindaco di Saluzzo Paolo Allemano, ceda il passo a qualcun’altro e qui la lista è molto lunga. Dall’attuale segretario provinciale Flavio Manavella all’attuale assessore regionale ai Trasporti, Francesco Balocco. Senza dimenticare che il Pd cuneese potrebbe voler candidato un uomo forte del capoluogo, grande assente nelle elezioni 2014, dove era rappresentata tutta la provincia tranne Cuneo. 
 
Altra lista che appoggerebbe un candidato di Centrosinistra è quella dei Moderati di Mimmo Portas e dell’attuale consigliera regionale Maria Carla Chiapello. Qui bisognerà vedere che cosa deciderà il leader, eletto parlamentare nella lista del Pd. Verosimilmente sarà della partita la consigliera uscente, ma bisognerà vedere se nel listino o nella lista circoscrizionale, così come potrebbe rientrare in partita l’ex consigliere comunale di Cuneo, Mario Di Vico.
 
Nonostante a livello nazionale l’esperienza di +Europa non sia stata molto felice, almeno a livello di consenso elettorale, in Piemonte la lista ideata da Emma Bonino ha trovato da subito un buon grado di radicamento e non è escluso che possa presentare una lista, anzi, è molto probabile. 
 
Se Cirio sarà confermato come candidato del Centrodestra unito, (nulla lascia presupporre ostative), questi diventerà immediatamente investito della scomoda nomea di ‘favorito’ per la vittoria finale. A sostenerlo Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, più una quarta lista di estrazione cattolica e una possibile quinta lista ‘del presidente’. Ovviamente stiamo parlando di pure supposizioni, ma certamente insieme a Cirio nella scalata alla Regione, ci sarà l’attuale vicepresidente del Consiglio regionale, Franco Graglia, ma non mancano figure autorevoli che possano ambire a un posto a palazzo Lascaris, dal sindaco di Boves, Maurizio Paoletti all’ex consigliere provinciale Rocco Pulitanò (vicino a Enrico Costa). Sicuramente ci sarà uno spazio per il Saluzzese con uno tra Fulvio Bachiorrini e Daniela Contin.
 
Diverso il discorso per quanto riguarda la Lega, che a questo punto ambisce ad essere il primo partito alle prossime regionali. All’interno del Carroccio, che nei sondaggi viaggia con il vento in poppa, ci sono diverse divisioni e, protagonista di molte di queste è la capogruppo del Carroccio a palazzo Lascaris: Gianna Gancia. Secondo alcuni ‘Lady Calderoli’ sarebbe in procinto di passare a Forza Italia, magari ‘in cambio’ di una ricandidatura che non sembrerebbe più così sicura restando all’interno del Carroccio, nel quale è oramai in minoranza. Lo strapotere della linea salviniana, della quale il parlamentare Flavio Gastaldi è massimo rappresentante in provincia di Cuneo, influenzerà molto probabilmente i candidati per le prossime regionali. Probabile il saluzzese Paolo Demarchi, possibile il sindaco di Narzole Federico Gregorio, è poi probabile che la rosa si completerà di qualche cavallo di rientro, tra i tanti fuoriusciti in questi anni. Tra gli outsider anche la consigliera comunale di Fossano, Anna Mantini, e il coordinatore provinciale dei Giovani Padani, Matteo Gagliasso
 
Ancora presto per capire le composizioni delle altre liste, nelle quali difficilmente confluiranno grandi catalizzatori di consensi, ma che saranno importanti per gli equilibri, magari con l’indicazione dei candidati nel listino bloccato. 
 
Insomma, al momento siamo a una (ragionata) fantapolitica, ma già nelle prossime settimane il quadro potrebbe diventare più chiaro. 


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