CUNEO - Regionali, Gribaudo pronta al passo indietro (o alle primarie). L’Europa chiama?

La deputata rimette la candidatura “nelle mani della comunità politica”. Venerdì l’incontro con i 5 Stelle, ma potrebbe finire prima ancora di cominciare

Andrea Cascioli 17/01/2024 18:20

“Sulla candidatura resto nelle mani della mia comunità politica: posso fare un passo indietro per una figura che apra il perimetro dell’alleanza, e vanno bene gli strumenti che estendono la partecipazione, come le primarie”. L’annuncio di Chiara Gribaudo, durante il programma Metropolis su Repubblica Tv, apre spiragli nell’impasse sulle regionali, venutosi a determinare sia dentro che fuori dal Pd.
 
All’interno del partito, infatti, da mesi la vicepresidente nazionale (ala Schlein) e il consigliere regionale Daniele Valle (bonacciniano) si squadrano a debita distanza per capire chi dei due abbia maggiori probabilità di incarnare l’anti Cirio. Ma lo stesso tema si ripropone nei rapporti con i possibili alleati, ovvero, allo stato, la sinistra e i 5 Stelle, dato ormai per certo che i centristi, a cominciare da Azione e dai Moderati, guardino verso tutt’altri lidi.
 
Sebbene Gribaudo non sia mai stata tenera con i pentastellati, contro i quali sparava a palle incatenate durante il governo gialloverde, si era fatta strada l’ipotesi che il suo nome potesse risultare più gradito a chi ne regge le sorti in Piemonte, ovvero Chiara Appendino. Non foss’altro perché, dal suo punto di vista, ha almeno il pregio di non essere espressione dell’odiato Pd torinese, contro il quale Appendino si era scontrata senza esclusione di colpi negli anni in municipio. Che quella con i 5 Stelle sia “una discussione in salita per le vicende relative all’amministrazione torinese” lo ammette adesso anche la deputata borgarina. “Per quel che mi riguarda sono disponibile a qualsiasi soluzione” aggiunge.
 
Il punto è che, come più volte ribadito dai vari esponenti, compreso l’albese a palazzo Lascaris Ivano Martinetti, per il movimento di Conte non è questione di nomi, ma di programmi. Il che è anche un modo furbo per rinviare tutto sui tavoli nazionali, dove di alleanze con i democratici gli ex grillini sono disposti a sentir parlare solo nelle regioni in cui si compete per vincere - e possibilmente con i loro candidati, come in Sardegna. Il Piemonte, con ogni evidenza, non è una di queste. Venerdì prossimo ci sarà un nuovo incontro tra le delegazioni dei due gruppi, ma è possibile che ci si limiti a sancire nei comunicati quello che molti già dicono a mezza voce: questo matrimonio non s’ha da fare.
 
Ecco perché le dichiarazioni di Gribaudo preludono allo smarcamento. Sembra infatti che la sodale ed ex coinquilina di Elly Schlein, una volta fiutata l’aria, non mostri più troppo entusiasmo di fronte alla prospettiva di lasciare Montecitorio per il grattacielo del Lingotto. Una corsa verso Bruxelles potrebbe allettarla di più, pur non essendo meno irta di difficoltà: alle scorse europee il Pd piemontese non riuscì a piazzare nemmeno un eletto, accontentandosi del ripescaggio di Mercedes Bresso dopo le dimissioni del milanese Majorino. I pronostici indicano che nella prossima tornata il Piemonte sarà ancora terra di conquista. A Gribaudo, nell’ipotesi di una candidatura, servirebbe un recupero come quello che nel 2019 portò all’Europarlamento la leghista Gianna Gancia, con 19mila preferenze. Piccolo particolare: il Carroccio in quelle elezioni prese il 40% nella circoscrizione Nord Ovest, dove il Pd veleggia sotto la metà di quella percentuale stando agli ultimi sondaggi.

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