CUNEO - Sabato 21 ottobre una manifestazione in favore dello 'Ius soli' a Cuneo

Conclusione del corteo in largo Audiffredi con interventi e testimonianze. Intanto anche la senatrice Manassero aderisce allo sciopero della fame 'a staffetta'

s.m. 06/10/2017 18:33



Sabato 21 ottobre si svolgerà a Cuneo una manifestazione con l'obiettivo di sollecitare il parlamento ad approvare in tempi brevi la legge sullo “Ius Soli – Ius Culturae”. 
Ius soli, dal latino “diritto del suolo” è un'espressione che indica l'acquisizione della cittadinanza di un paese come conseguenza dell'essere nati sul suo territorio, a prescindere dalla cittadinanza dei genitori. Lo Ius culturae invece prevede l'acquisto della cittadinanza da parte dello straniero che ha frequentato un numero minimo di anni scolastici (almeno cinque secondo la legge già passata alla Camera n.d.r.).
L'appuntamento è alle 14,30 in piazza della Stazione (p.le Libertà), da cui partirà un corteo che arriverà in Largo Audiffredi, davanti a palazzo Civico. Nella piazzetta adiacente al Comune ci saranno interventi, testimonianze e musica.
Alla manifestazione cuneese aderirà una lunga serie di associazioni, compreso il gruppo politico della 'Cuneo per i Beni Comuni' e  il sindacato della Cgil. 
Nel frattempo, dal 3 ottobre, per un mese, l'associazione nazionale 'Insegnanti per la cittadinanza'  (formata da un gruppo di docenti a favore del provvedimento) ha indetto uno sciopero della fame a staffetta, che ha coinvolto anche il ministro Graziano Delrio, oggi ad Alba per l'inaugurazione della fiera del Tartufo.
La notizia di oggi è che anche la senatrice dimissionaria (e vicesindaco di Cuneo), Patrizia Manassero, ha annunciato la sua adesione allo sciopero della fame parziale. “Condivido con Delrio l'iniziativa dello sciopero della fame a sostegno dell'approvazione della legge solo Ius Soli – ha spiegato la Manassero dal suo profilo Facebook - Ho aderito consapevole che non sarà un digiuno a staffetta a risolvere, ma vuole essere un segnale forte verso le ragazze ed i ragazzi che si sentono italiani, cresciuti con i nostri figli, nelle nostre scuole e nei nostri oratori e che aspettano il diritto di cittadinanza”. 

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