CUNEO - Sturlese interroga il Sindaco sui rapporti tra pubblico e privato nell'ex Caserma Cantore

Tra i locatari due società con lo stesso nome, ma una è una coop, di cui l'assessore Giraudo è presidente, l'altra una s.r.l.. Borgna: 'Nessun rapporto con l'amministrazione: non ci sono conflitti d'interesse"

s.m. 20/11/2018 10:11

“Un problema che va al di là delle persone: è una questione di sistema che riguarda molte istituzioni della nostra città e incide sul rapporto tra il privato e il politico con interferenze poco opportune”. A parlare è Ugo Sturlese, consigliere comunale di minoranza, che nella seduta dell’assemblea cittadina di ieri, lunedì 19 novembre, ha sollevato la questione ‘Ping’. Nell’ex infermeria della caserma Cantore, in via Pascal 7, rimessa a nuovo con i fondi Pisu, hanno sede due società con lo stesso nome, ma se la prima è una cooperativa, l’altra è una società a responsabilità limitata con 18 soci. Secondo il rappresentante della Cuneo per i Beni Comuni, ‘l’anomalia’ è rappresentata dalla posizione di Domenico Giraudo, assessore del Comune di Cuneo, presidente della cooperativa: “C’è il sospetto che la seconda società adotti politiche commerciali, incassando canoni di locazione non in linea con le intenzioni del progetto, in quanto prevedeva nuove imprese innovative, attività artigianali giovanili, condizioni agevolate”.

La risposta del sindaco, Federico Borgna, è stata netta: “Si è fatta confusione. L’ex infermeria è stata riqualificata nel contesto di un progetto ampio che prevedeva un project financing, che prevede un intervento pubblico e privato. L’attività del privato sta nell’investire una somma rilevante per la riqualificazione e nel rientrare nell’investimento con la gestione”. Il riferimento è alla Consital, che incassa gli affitti dei locali. “Il fatto che ci siano due società che locano i medesimi spazi sta al rapporto tra privati, non ci sono rapporti con l’amministrazione - ha proseguito il primo cittadino -. Non c’è alcuna fattispecie individuabile di conflitti di interesse e all’interno dei locali ci sono attività che rispettano il contratto di partenariato”. Dura la replica di Ugo Sturlese: “C’è commistione tra interessi privati e politici, questo intreccio mi sembra piuttosto inopportuno”.

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