CUNEO - Sull'ospedale unico di Cuneo prime scaramucce di un dibattito che terrà banco per anni

Per il finanziamento il CNETO lancia l'idea del 'contratto di disponibilità' (con l'intervento dei privati). Intanto Lauria e Paoletti stuzzicano il sindaco Borgna sui rapporti con la Regione

Gallo, Borgna, Spedale, Mauri e Carabillò

Samuele Mattio 11/09/2019 10:40


La commissione speciale del Comune di Cuneo sull'ospedale unico, costituita con l'obiettivo di presentare un documento di indirizzo sulla collocazione della nuova struttura è tornata a riunirsi nella nella serata di ieri, martedì 10 settembre, per ascoltare i rappresentanti del CNETO (Centro nazionale per l’edilizia e la tecnica ospedaliera), sulla situazione degli ospedali in Italia, le trasformazioni che stanno attraversando, la loro evoluzione e le modalità per gestirli e progettarli. 
 
In sala del Consiglio erano presenti il presidente del CNETO, Maurizio Mauri, e il direttore scientifico della rivista 'Progettare l'ospedale' Margherità Carabillò e Stefano Capolongo. L'associazione, che non ha scopo di lucro, raduna esperti nei principali settori delle attività per la salute. Tra gli obiettivi ha quello di diffondere studi e documentazione sulla progettazione e la ricostruzione ospedaliera. “Sono venuti gratuitamente” ha specificato il presidente della commissione Alessandro Spedale per sgomberare il campo da dubbi e insinuazioni. “Nel nostro paese il CNETO è l'interlocutore più autorevole per quanto riguarda l’edilizia ospedaliera” ha sentenziato il sindaco di Cuneo, Federico Borgna.
 
Mauri, già collaboratore dell'oncologo Umberto Veronesi e presidente della Fondazione Humanitas, si è recato al Santa Croce nel pomeriggio: “È vecchiotto, la visita mi ha permesso di capire tante cose, ma si tratta un signor ospedale”. Poi la proposta per il finanziamento di un'eventuale nuova struttura: “Leasing, Project Financing? Ci vorrebbero decenni per rientrare. Abbiamo proposto di adottare un’altro tipo di istituto: si chiama contratto di disponibilità”. 
 
Di che cosa si tratta? Si tratta di una rivisitazione del contratto di partenariato pubblico privato in senso puro, ma si differenzia per il fatto che l’opera non viene gestita dall’operatore economico che la realizza, ma dalla stessa P.A. con la remunerazione mediante un corrispettivo. È di uno strumento utilizzato per un nuovo corso dei lavori di pubblica utilità, perché punta a premiare progettualità che investono in sistemi di risparmio energetico e nelle nuove tecnologie. Per ora l'amministrazione non si è espressa, ma c'è da scommettere che la parola 'privati' applicata all'edilizia ospedaliera farà storcere il naso a parecchi.
 
Al di là dei contenuti tecnici e finanziari – l'esposizione dei relatori è stata incentrata su aspetti generali, in primis l'obsolescenza delle strutture - a tenere banco, sono stati gli interventi politici. Il primo a parlare è stato il consigliere di minoranza Beppe Lauria che, riprendendo le parole pronunciate dall'assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi a Cuneodice.it, - “Noi non ne sappiamo niente. Non c’è un disegno, non c’è un progetto, non c’è nulla. Mi fa piacere che vadano avanti nella scelta del sito, ma spero me lo dicano” - ha chiesto chiarimenti in merito ai rapporti del Comune di Cuneo con la Regione Piemonte. La risposta di Borgna non si è fatta attendere: “Non mi sfugge che il soggetto titolare della delega sia la Regione, ma la giunta Cirio si è insediata da poco più di due mesi. Ho chiesto un'incontro all'assessore alla Sanità, ci incontreremo giovedì 26 settembre”. Il primo cittadino ha poi proseguito chiarendo l'opportunità di andare avanti con i lavori: “Le conclusioni fatte in quest’aula restano valide indipendentemente dagli orientamenti politici. Capisco che ci possano essere altri problemi a livello regionale, ma nell’ottica della buona amministrazione bisogna programmare gli interventi prima che diventino urgenti”.
 
Tra i presenti in commissione il sindaco di Boves, Maurizio Paoletti (e segretario provinciale di Forza Italia), che ha spiegato di aver ricevuto una chiamata dal presidente della Regione, l'azzurro Alberto Cirio: “Mi ha pregato di dire che non è vero che l'ospedale di Cuneo non è una priorità”, ribadendo poi il concetto che il Santa Croce “Non riguarda solo il capoluogo, ma un territorio più ampio”. Sibilline le parole sulla sua partecipazione: “Ringrazio il Comune di Cuneo per l'invito: ci sentivamo esclusi”. L'impressione è che siano solo le scaramucce iniziali di un dibattito che terrà banco per anni.


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