CUNEO - Totonomi per la nuova giunta di Cuneo: Luca Serale vicesindaco è l’unica certezza

Al via le manovre per la formazione dell'organo esecutivo. Ottime chanches per Clerico, Tomatis e Olivero. Si delinea il ritorno di Fantino, mentre Dalmasso…

Luca Serale, vicesindaco in pectore

Samuele Mattio 27/06/2022 18:10

“Non penso che ci vorranno tempi infiniti, ma sarà necessario qualche giorno: a breve ci sarà un confronto tra i gruppi”. Con queste parole la neoeletta sindaca di Cuneo, Patrizia Manassero, ha risposto a una domanda sulle tempistiche necessarie per formare l’organo di governo del Comune.
 
A dettare i tempi è certamente la legge: il sindaco eletto deve nominare i membri della la  giunta  entro dieci giorni dalla proclamazione (non ancora avvenuta n.d.r.), ma già domenica sera, quando lo spoglio era ancora in corso e si delineava la vittoria della Manassero, nel Salone d’Onore del Comune di Cuneo erano in molti a interrogarsi sulla composizione degli scranni.
 
Com’è noto la composizione della maggioranza a Palazzo Civico non è variata. Le liste che hanno sostenuto l’ex senatrice nella sua cavalcata, al di là di qualche variazione percentuale, hanno la medesima rappresentanza in Consiglio comunale: sette seggi a Partito Democratico e Centro per Cuneo Lista Civica, tre a Crescere Insieme e Cuneo Solidale Democratica.
 
Quello che è cambiato è il sindaco, il che non è un dettaglio, in quanto Patrizia Manassero, a differenza di Federico Borgna, è espressione del Partito Democratico, che avendo incassato il primo cittadino dovrà moderare le sue ambizioni nelle riunioni in sede di formazione della Giunta.
 
Nei quinquennio appena concluso l’organo collegiale era così composto: quattro assessori a Centro per Cuneo (Luca Serale, Cristina Clerico, Davide Dalmasso e Franca Giordano), tre al PD (la stessa Patrizia Manassero, Domenico Giraudo e Mauro Mantelli), uno a testa per Crescere Insieme (Paola Olivero) e Cuneo Solidale Democratica (Guido Lerda prima e Marco Vernetti poi).
 
Come scritto poc'anzi la designazione di Patrizia Manassero come candidata della coalizione - i lettori più attenti ricorderanno la lunga discussione interna alla maggioranza per la scelta definitiva, con il lungo testa a testa con l’assessore all’Urbanistica Luca Serale - apre degli scenari diversi rispetto a quelli di cinque anni or sono.
 
L’unico ad avere certezza assoluta del posto è proprio Serale, già indicato dalla coalizione come vicesindaco al momento della comunicazione ufficiale della candidatura dell’attuale sindaca. Il grande consenso popolare ottenuto nelle urne - è risultato il candidato più votato, con 595 preferenze personali - non mette in discussione quanto pattuito. Per lui si tratta di un ritorno, aveva già ricoperto questo ruolo nel primo mandato di Federico Borgna, dal 2012 al 2017.
 
Il resto è tutto da disegnare, i posti in Giunta - escludendo il Sindaco - sono nove, ma nella spartizione delle cariche va compresa una poltrona piuttosto ambita, quella del presidente del Consiglio Comunale.
 
Una ripartizione verosimile delle dieci “poltrone” prevede quattro posti a Centro per Cuneo, due per il Partito Democratico - che, come detto, ha già in dote il sindaco -, Crescere Insieme e Cuneo Democratica e Solidale.
 
La lista del coordinatore Beppe Delfino, già incassata la figura del vicesindaco, dovrà scegliere chi proporre alla Manassero tra coloro che hanno raccolto più preferenze. In pole per un posto c’è Valter Fantino, apprezzato assessore allo Sport nel primo mandato di Federico Borgna, capace di incassare 319 preferenze, risultando il secondo della sua lista (dietro al solito Serale n.d.r.) e terzo assoluto. Ottime possibilità anche per l’assessora uscente a Cultura e Sport Cristina Clerico, che si è classificata terza con 275 preferenze. Per il quarto posto il testa a testa è tra Luca Pellegrino (345 preferenze), già consigliere comunale e presidente della commissione consiliare per l’ospedale, e l’assessore uscente a Mobilità e Ambiente Davide Dalmasso (210 preferenze). Tra gli outsider Silvano Enrici, consigliere di lunga esperienza con delega alle infrastrutture tecnologiche nell’ultimo mandato, e il consigliere provinciale Vincenzo Pellegrino. Per gli altri le possibilità sembrano ridotte al lumicino.
 
Più incerta la situazione nel Partito Democratico, dove sono tanti coloro che hanno ottenuto un buon numero di preferenze personali, ma con ogni probabilità le loro legittime ambizioni dovranno scontrarsi con le contingenze. Secondo gli addetti ai lavori ad avere più fiches a disposizione è l’avvocato Sara Tomatis, seconda classificata per preferenze personali (309). La consigliera comunale uscente gode di grande stima all’interno del partito ed è probabile che riesca a spuntarla ai danni di Nino Pittari, primo dei dem per consensi personali (334). Una possibilità è che il medico, secondo in assoluto per preferenze, possa tornare a presiedere le sedute del Consiglio comunale, come ha fatto nella prima metà del secondo mandato Borgna. A dirla tutta una possibilità è che, anche in questo quinquennio, ci sia un avvicendamento nel ruolo, ma restiamo sui dem. Non è escluso che il Pd, in virtù dei voti ottenuti (è primo partito della coalizione e in assoluto n.d.r.) possa alzare la voce e strappare qualche assessorato agli alleati. In questo caso le quotazioni di Pittari scenderebbero e si farebbero largo altre figure, come quella dell’ex “Solidale” Erio Ambrosino, già assessore al Sociale nella Giunta di Alberto Valmaggia (189 preferenze), quella del consigliere comunale uscente Gianfranco Demichelis (226 preferenze), ma anche quella dell’assessore uscente alle Politiche Giovanili Domenico Giraudo. Quest’ultimo, nonostante si sia classificato settimo nella sua lista, ha una lunga esperienza in Giunta. Tra gli altri nomi che circolano, ma staccati rispetto agli altri, ci sono quelli di Carla Santina Isoardi (terza classificata, capace di raccogliere 304 preferenze) e quello del capogruppo uscente Carmelo Noto. Improbabile, ma non impossibile, ipotizzare uno scenario come quello del 2017 quando, con sorpresa di molti, venne nominato come assessore esterno l’avvocato Mauro Mantelli, che non si era candidato. Anche a questo giro di giostra l’amministratore è rimasto fuori dalla competizione elettorale.
 
Per quanto riguarda Crescere Insieme il nome caldo è quello di Paola Olivero, che nell’ultimo mandato di Federico Borgna aveva le deleghe alla Polizia Municipale. Se, come probabile, la lista del coordinatore Marco Bertone piazzerà due assessori, se la vedranno Elio Beccaria (203 preferenze) e Andrea Girard (199). Strada in salita per l’ex consigliere provinciale Luca Paschiero che, nonostante sia molto stimato dalle parti di palazzo Civico, si è fermato a 125 voti personali. In ogni caso dovrebbe farcela a entrare in Consiglio comunale, così come Mario di Vico, al ritorno nell’assemblea cittadina dopo cinque anni “sabbatici” (candidato con i Moderati nel 2017, non era stato rieletto).
 
In Cuneo Solidale Democratica la strada sembra in discesa per Marco Vernetti, entrato in corsa in giunta nella scorsa consiliatura con deleghe a Personale e Contratti. In virtù delle 298 preferenze ottenute (è il primo della lista) la scelta dovrebbe ricadere su di lui. Buone opportunità anche per il presidente del Consiglio comunale uscente, già assessore alla Cultura nella Giunta di Valmaggia, Alessandro Spedale, che ha collezionato 219 preferenze. Nel caso in cui i “solidali” riescano a strappare il secondo assessorato la scelta ricadrebbe su di lui. Un’altra possibilità, nel caso in cui il PD faccia la voce grossa, è che torni alla presidenza dell’assemblea cittadina, ruolo ricoperto con autorevolezza negli ultimi due anni e mezzo. Qui, a meno di sorprese, se la vedrà con Pittari. Implausibili le voci che indicano altre figure interne alla lista in lizza per un assessorato.
 
In ogni caso va considerato che al momento della composizione della Giunta, Patrizia Manassero, non dovrà tenere conto solamente del manuale Cencelli, ma dovrà fare attenzione anche all’equilibrio di genere, che prevede la presenza di almeno quattro donne, compresa lei stessa. In considerazione di ciò sembrano sicure del posto le già nominate Cristina Clerico, Paola Olivero e Sara Tomatis, ma l’incertezza che regna in questi casi è quasi superiore a quella delle urne e non sono escluse sorprese dell’ultim’ora. Non resta che aspettare, d’altronde l’attesa elegge, l’attesa chiama.
 

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