È passato gran tempo da quando Saluzzo, nei ranghi del Msi, era la roccaforte della corrente rautiana e della militanza “dura e pura” del Fronte della Gioventù. Oggi il circolo di Gioventù Nazionale, ala giovanile di Fratelli d’Italia, è stato il primo a prendere pubblicamente le distanze dai fatti accaduti a Parma la sera del 28 ottobre. Qui un passante aveva ripreso un gruppo di ragazzi nell’atto di intonare l’inno degli squadristi proprio davanti alla sede locale di FdI. Dopo la diffusione del video sui social ne è scaturito un pandemonio, in città - con tanto di presidio antifascista che ha richiamato un migliaio di partecipanti - e nel resto d’Italia. “Quelle persone vanno prese a calci e mandate via” si è affrettato a dire il ministro della Difesa e cofondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto, anima moderata del partito. Con toni più pacati anche i giovani meloniani di Saluzzo, con il coordinatore cittadino Matteo Peirone, il segretario Giovanni Caligaris e il vicesegretario Virgilio Monge, sono intervenuti per stigmatizzare l’accaduto: “Cori fascisti e inni nostalgici di un oscuro passato non hanno nulla a che fare con gli ideali e i membri di Fratelli d’Italia e di Gioventù Nazionale. I ragazzi di Gioventù Nazionale Saluzzo sono ispirati da valori di libertà, non da estremismi beceri e illiberali: condanniamo con forza ognuna di queste azioni che minano le fondamenta del nostro partito e ci auguriamo che esse non accadano mai più”. Parole che hanno fatto arrabbiare l’ultimo custode del passato missino in provincia, l’87enne Paolo Chiarenza: “Questo bisogno di paventare in provincia di Cuneo ‘estremismi beceri e illiberali’ è evidentemente ispirato dalla volontà di mettersi in gara con gli antifascisti nostrani nella speranza di avere - mi ricorda Fini - riconoscimenti e patenti varie, tali da provocare magari consensi fra i saluzzesi, nonché l’adesione di giovani che preferiscono invece le più chiare e attive sponde di Forza Italia e della Lega”. “Sul ‘fattaccio’ di Parma - aggiunge l’ex consigliere provinciale e storico “federale” della fiamma - non meraviglia che la grande stampa sia corsa a cercare la dichiarazione di condanna del ministro Crosetto, notoriamente fra i più accesi antifascisti del centrodestra. Quello che meraviglia è che taluni giovani di Saluzzo si siano fatti vivi per la prima volta sull’arengo politico locale per dare fiato ai soliti ululati del sinistra-centro e all’Anpi, che pretendono anche su questo caso che la presidente Meloni riferisca in Parlamento”. Ai “crosettini” Chiarenza non risparmia i suoi strali: “Questi giovani, che saranno futura classe dirigente, non sono stati istruiti ad occuparsi dei grossi temi di attualità che riguardano la nostra provincia, figurarsi quanto sanno anche del recente passato. Nella gara (a vuoto) di chi sono i migliori guardiani dell’antifascismo a 80 anni dalla fine del fascismo, consigliamo di cogliere almeno l’occasione di farsi vivi nella cronaca col celebrare doverosamente l’anniversario del 4 Novembre, Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate. Questo come esponenti di centrodestra si può e si deve fare”. Scintille tricolori - le ennesime - in un partito le cui anime identitarie e moderate convivono in un equilibrio precario, finora tenuto quieto soprattutto dai successi elettorali.