VILLAR SAN COSTANZO - Alla scoperta del polline. L’apicoltura di montagna si fa giovane e bio

Il ronzio delle api scandisce ancora il ritmo della terra a Villar San Costanzo, dove i fratelli Paolo e Daniele Aimar portano avanti un’attività molto particolare

Andrea Cascioli 13/06/2025 07:50

Più di quindici anni fa avevano incominciato con qualche alveare. Una scommessa, quella dei fratelli Paolo e Daniele Aimar, che oggi li porta sulle montagne della val Maira inseguendo il ronzio delle api. Quel rumore di fondo, un tempo familiare anche in pianura, è sempre più difficile da ascoltare.
 
Colpa dell’agricoltura intensiva, delle monocolture e degli insetticidi: “Fortunatamente - spiega Daniele - la valle Maira è una zona abbastanza incontaminata, nella quale è quasi inesistente l’agricoltura intensiva. Ma nelle pianure circostanti il problema della scomparsa delle api è grave per gli apicoltori: non si riesce a mantenere le api sane”. I due fratelli hanno puntato, oltre che sui mieli, su un prodotto le cui virtù sono ancora poco conosciute alla maggioranza dei consumatori: il polline.
 
Rappresenta un elemento fondamentale della vita, legato alla parte maschile del fiore. L’ape fa da tramite prelevando il polline e depositandolo nella parte femminile. Il polline, sottolinea ancora Daniele, è molto importante nell’alimentazione umana: possiede vitamina C, polifenoli e antiossidanti, un’ottima integrazione per combattere qualsiasi malanno e aiutare il metabolismo. Aiuta in particolare la dieta degli sportivi, soprattutto in fase di recupero dallo sforzo fisico.
 
Paolo Aimar, da mezzofondista di rango, lo sa bene. Una “testimonial” d’eccezione della sua Val Maira Polline è la fidanzata Valentina Gemetto, azzurra dell’atletica, da poco laureatasi campionessa d’Europa insieme a Nadia Battocletti e alle altre italiane della 10 km: il suo sogno è centrare la qualificazione per le olimpiadi di Los Angeles nel 2028. Nel frattempo c’è da coronare un altro sogno, quello d’amore: Paolo le ha chiesto di sposarlo proprio dopo la gara dell’oro europeo, con una dichiarazione che ha emozionato tutto il mondo dell’atletica.
 
 
Pollini con il bollino: “Il 90% viene dall’estero, la deumidificazione è una garanzia”
Una particolarità del polline è che le api lo raccolgono da qualsiasi fiore, a differenza del miele che viene selezionato solo su alcune piante dette perciò nettarifere o mellifere. I fratelli Aimar hanno disseminato quasi tutta la valle Maira di alveari: oggi sono tra i cinquecento e i seicento, da Villar San Costanzo dove ha sede l’azienda agricola fino ai 1.400 metri di Stroppo. A queste altezze si realizzano pollini di alta montagna, ancora più lontani da eventuali contaminazioni: le varietà cambiano molto, ovviamente, a seconda dell’altitudine oltre che della flora. Eliantemo, rovo selvatico e lavanda caratterizzano il polline alpino: un “millefiori” può contenere fino a ottanta o novanta specie diverse.
 
Oltre alla certificazione biologica, l’azienda ha un “bollino” che garantisce sulla deumidificazione a freddo: è un marchio molto importante, assicura Daniele, istituito da Coldiretti Cuneo. Al pari del mercato del miele, anche quello del polline è invaso da prodotti stranieri di infima qualità: “Il 90% del polline in commercio è estero, il nostro si caratterizza perché non viene essiccato ad alte temperature, ma appunto deumidificato. Ciò fa sì che il polline mantenga inalterate tutte le sue proprietà”.
 
 
La società delle api, uno specchio di utopie e distopie
L’apicoltura è una pratica che affascina anche sul piano intellettuale, per l’incredibile perfezione dei meccanismi che regolano il lavoro dell’alveare e i rapporti tra gli insetti. Il filosofo olandese Bernard de Mandeville nel XVIII secolo scrisse un saggio satirico, intitolato La favola delle api, per sostenere che il vizio fosse il motore benefico della nascente società capitalistica. Nella modernità non è mancato chi, attorno alla temuta morte delle api, ha costruito distopie che mettono in guardia dal predominio della tecnica: da Le api di vetro di Ernst Junger fino agli insetti trasformati in droni killer di Hated in the nation, una delle puntate più amate della serie tv Black Mirror.
 
Sulla complessa attività quotidiana delle api, gli apicoltori intervengono inserendo o togliendo i telai dove le operaie, durante le fioriture, trasferiscono il miele in esubero. Il melario è la “cantina” delle api, in cui vengono riposte le scorte: sta sopra la parte più bassa della casetta, dove abita la regina. “Noi sostituiamo periodicamente la regina, per mantenerla forte e in produzione. - spiega Paolo - In natura invece viene sostituita dalle operaie sciamando: altrimenti la famiglia si indebolirebbe”.
 
Oltre alle casette ronzanti delle api, a Villar San Costanzo si può trovare un altro tipo di casetta. Qui i fratelli Aimar espongono le diverse specialità, i prodotti dell’apicoltura, la frutta e la verdura di stagione: l’entrata alla casetta è libera, ognuno può prendere i prodotti lasciando il corrispettivo in denaro. “Siamo famosi per le fragole, una varietà unifera di grande successo” precisano i titolari. Ma si possono trovare anche ciliegie, asparagi e mandorle, una novità a queste latitudini: gli altri agricoltori nei primi tempi erano scettici, ma a causa del cambiamento climatico, ormai, nei paraggi c’è perfino chi sta coltivando l’ulivo.


L'intervista a Paolo e Davide

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