CUNEO - Biohacking: la scienza di “hackerare” il corpo umano per migliorarlo

Appuntamento con la rubrica "Vivi Meglio", curata questa settimana dallo staff di ViaLibera Cuneo

Redazione 21/08/2025 09:00

Negli ultimi anni, il termine biohacking è diventato un fenomeno di tendenza globale. Dai laboratori di biologia fai-da-te alle app di monitoraggio delle funzioni vitali, il biohacking promette di ripristinare l’equilibrio del corpo, potenziando salute, energia e prestazioni cognitive. Ma di cosa si tratta esattamente e come si è sviluppato questo movimento? Il biohacking come lo intendiamo oggi prende forma nei primi anni 2000 negli Stati Uniti, all’interno di comunità di scienziati appassionati di tecnologia e ricercatori del benessere, che cominciano a sperimentare biologia e tecnologia fuori dai laboratori tradizionali. Intorno al 2007-2008, esplode il movimento culturale definito “Quantified Self” grazie ai suoi fondatori, Gary Wolf e Kevin Kelly, giornalisti di Wired, che creano un network internazionale di eventi per raccogliere dati sulle abitudini di vita, attraverso l’uso di dispositivi elettronici - come contapassi, contacalorie, app di monitoraggio del sonno - per poi elaborarli con l’obiettivo di migliorare prestazioni e salute. Ben presto questo movimento è diventato popolare grazie alla sua capacità di integrare scienza, nutrizione, allenamento e tecnologie di monitoraggio. Oggi il biohacking è diventato, appunto, un fenomeno globale che unisce tecniche, strategie e interventi mirati per ottimizzare la salute, il funzionamento del corpo e della mente, applicando principi scientifici e tecnologici. Il concetto di fondo è simile a quello dell’informatica: “hackerare” il proprio corpo, ovvero comprenderne i meccanismi per ottimizzarne le prestazioni fisiche, mentali e metaboliche. Il biohacking, infatti, parte da una constatazione: il corpo umano è il risultato di milioni di anni di adattamento evolutivo, ma negli ultimi decenni lo stile di vita è cambiato troppo rapidamente. Sedentarietà, alimentazione industriale, eccessiva esposizione alla luce artificiale e mancanza di sonno di qualità hanno creato un mismatch evolutivo. Le tecniche di biohacking mirano quindi a riportare il corpo verso abitudini più naturali: ritmi circadiani allineati con la luce solare, movimento quotidiano vario, alimentazione ricca di nutrienti non processati e gestione dello stress attraverso respirazione e meditazione. Gli approcci di biohacking sono diversi e mirano all’ottimizzazione dello stile di vita, lavorando su alimentazione, sonno, allenamento, contatto con la natura e tecniche di rilassamento. Tanti sono i campi di applicazione del biohacking:

Oggi il biohacking funziona come una ricerca scientifica applicata alla vita quotidiana: si prova una strategia, si monitorano i risultati e si decide se mantenerla o cambiarla. Un aspetto fondamentale è la personalizzazione dell’intervento. Sulla base delle informazioni ottenute nella fase di raccolta, l’intervento prevede delle modifiche alla dieta, all’allenamento, all’integrazione, alle tecniche di recupero, in quanto tutto il protocollo viene adattato all’individuo, perché ciò che funziona per una persona potrebbe non essere efficace per un’altra.

Le tecniche di biohacking più diffuse, i loro obiettivi e a chi rivolgersi Il biohacking comprende una vasta gamma di approcci, ciascuno con obiettivi specifici e figure professionali di riferimento. Le tecniche di biohacking possono essere adottate da chiunque voglia migliorare il proprio benessere, partendo da una valutazione personalizzata. Infatti, è importante rivolgersi a professionisti qualificati, che collaborino e lavorino in sinergia, in modo da proporre un percorso personalizzato e sempre sotto controllo. Medici di medicina funzionale, biologi nutrizionisti e dietisti, osteopati e fisioterapisti, personal trainer e preparatori atletici, psicologici, mental coach ed esperti in ottimizzazione mentale sono tra le figure professionali di riferimento con le quali intraprendere questo percorso di ritorno alla semplicità: muoversi di più, dormire meglio, nutrirsi con alimenti veri, rispettare i cicli naturali e ascoltare il proprio corpo. In definitiva, il biohacking è un metodo personalizzato e calibrato sull’individuo per ripristinare l’equilibrio. Tra le tecniche oggi più diffuse ci sono: Queste sono solo alcune delle tecniche di biohacking a disposizione per chi vuole prendersi cura della propria salute in modo personalizzato e mirato. I benefici potenziali sono davvero tanti: Tuttavia, anche i rischi di un uso non controllato di tecniche di biohacking senza supervisione possono essere, in alcuni casi, anche particolarmente invasivi. Per questo è sempre consigliato affidarsi a professionisti qualificati.   L'articolo è stato redatto da Andrea Mana, biologo nutrizionista recentemente entrato a far parte dello staff di ViaLibera, esperto nella creazione di piani alimentari adattati ad ogni esigenza (sport amatoriale o agonistico, gravidanza, menopausa, dimagrimento) e in nutrizione clinica (per la gestione dell’alimentazione in patologie come diabete, celiachia, colon irritabile, dislipidemia). Il denominatore comune dello staff di Vialibera è la formazione universitaria seguita da percorsi di specializzazione nei differenti settori. Il continuo e costante aggiornamento crea una rete di figure complete e all’avanguardia per la presa in carico della persona in modo totale.
 
Per approfondimenti potete rivolgervi allo staff di Vialibera ai seguenti contatti: sui social: vialibera_cuneo - indirizzo Via Virginio Allione 2, Cuneo - email vialiberacuneo@gmail.com - tel. 393 9876450.

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