CUNEO - Cicatrici: quando la pelle racconta una storia

Appuntamento con la rubrica “Vivi Meglio”, oggi curata dallo staff di ViaLibera Cuneo

Redazione 20/11/2025 09:00

La parola “cicatrice” deriva dal latino cicatrix, cicatricis, che significa proprio segno lasciato da una ferita guarita. Ogni cicatrice è il risultato del processo di guarigione del corpo che segue una lesione della cute o dei tessuti più profondi a causa di un trauma (taglio, ferita, ustione, eccetera) o di un intervento chirurgico.
 
La guarigione di una ferita, e quindi la formazione di una cicatrice, si compone di diverse fasi, ognuna delle quali influenzerà la qualità del tessuto e l’aspetto della cicatrice nei mesi e negli anni a venire:
 
 
Lo svolgersi di queste fasi permette ai tessuti di essere riparati efficacemente recuperando la funzione, l’integrità e l’aspetto che avevano in precedenza. Al termine della sua evoluzione, quindi, la cicatrice dovrebbe essere chiara, senza rilievi o aumento di volume, uniforme e allo stesso livello della pelle: idealmente non ci si dovrebbe ricordare di averla.
 
Spesso però la cicatrice rimane tutt’altro che invisibile: è possibile che esteticamente sia sgradevole da vedere, che al tatto evochi dolore o fastidio (a volte è difficile anche solo sfiorare l’area cicatrizzata, a causa del disagio fisico o emotivo che riaffiora) o che, pur essendo totalmente silente, alteri la postura di tutto il corpo. Dal punto di vista estetico, si possono generare cicatrici atrofiche (con aspetto depresso e infossato rispetto al resto della pelle), ipertrofiche (ispessite sollevate dalla cute, dure al tocco), o addirittura cheloidi (tumori cutanei benigni che danno prurito e dolore anche a distanza di anni e possono crescere oltre i bordi della cicatrice originali). La disestesia, ovvero la sensibilità alterata di una parte della cute, può essere dovuta a un incompleto recupero della fisiologica innervazione o a complicanze nella guarigione: ecco perché è fondamentale prendersi cura tempestivamente del tessuto in via di cicatrizzazione e mantenerne l’elasticità e la mobilità attraverso il trattamento. La perturbazione che la cicatrice può creare per il sistema tonico posturale va sempre indagata approfonditamente: se il processo riparativo non avviene fisiologicamente, nel tempo si possono instaurare delle vere e proprie restrizioni di mobilità a carico del tessuto fasciale, ovvero della vasta rete di tessuto connettivo che riveste ogni struttura corporea e si approfondisce fino all’interno di ogni singola cellula. Proprio come un nodo in un tessuto, la cicatrice ha caratteristiche di elasticità e tensione differenti dal resto del tessuto tegumentario e può comportarsi come una spina irritativa per la postura dell’intero sistema: perturbando il recettore pelle influenza la risposta del sistema tonico-posturale, portando all’assunzione di atteggiamenti scorretti e viziati, alterazioni di carico, alla comparsa di dolore e limitazioni funzionali adattative, anche a distanza dalla cicatrice stessa.
 
Il trattamento della cicatrice varia nel corso delle differenti fasi elencate, e deve essere affidato a personale specificamente formato che sappia come intervenire sia con utilizzo di strumentazione all’avanguardia sia con approccio manuale adeguato e mirato. Un intervento sbagliato o un trattamento fatto in tempi non consoni possono aumentare ulteriormente l’infiammazione e aumentare la fibrosi, inficiando la corretta guarigione. Taglio cesareo, chirurgia addominale (anche in laparoscopia), interventi ortopedici, chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva e ustioni sono solo alcuni esempi di cicatrici che vanno sempre valutate e trattate tempestivamente, diversificando e adeguando la riabilitazione alle diverse fasi di guarigione.
 
Ovviamente il processo di guarigione può dipendere da diversi fattori come per esempio l’entità e la zona del trauma, la tipologia della sutura chirurgica (filo riassorbibile, filo di nylon o graffette), le eventuali complicanze batteriche e chirurgiche e la genetica del paziente, ma il terapeuta formato è in grado di tenere conto anche di questi fattori nello strutturare il trattamento.
 
È importante quindi prendersi cura di ogni cicatrice sin dai primi giorni per migliorare non solo l’aspetto estetico ma anche per limitare le aderenze, le zone di fibrosi e l’integrazione nel sistema fasciale. Vialibera ha strutturato un percorso di valutazione posturale dell’influenza delle cicatrici, di riabilitazione delle cicatrici posturalmente attive e di trattamento estetico dei tessuti cicatriziali. Lunedì 24 novembre alle ore 20.30 si terrà a Vialibera una serata informativa gratuita sul trattamento delle problematiche relative al core addominale e al pavimento pelvico, inclusi gli esiti cicatriziali: per partecipare è sufficiente prenotarsi ai nostri recapiti.
 
L'articolo è stato redatto da Valentina Guglielmo, professioniste di Vialibera. Il denominatore comune dello staff di Vialibera è la formazione universitaria seguita da percorsi di specializzazione nei differenti settori. Il continuo e costante aggiornamento crea una rete di figure complete e all’avanguardia per la presa in carico della persona in modo totale.
 
Per approfondimenti potete rivolgervi allo staff di Vialibera ai seguenti contatti: sui social: vialibera_cuneo - indirizzo Via Virginio Allione 2, Cuneo - email vialiberacuneo@gmail.com - tel. 393 9876450.

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