CUNEO - Diastasi addominale e pavimento pelvico: i due punti fondamentali della riabilitazione post parto

Appuntamento con la rubrica "Vivi Meglio", oggi curata dallo staff di ViaLibera Cuneo, con un approfondimento sulla delicata fase di trasformazione del corpo della donna

Redazione 06/05/2025 14:38

Il periodo post parto rappresenta una fase delicata e di trasformazione per il corpo femminile. Tra le problematiche più frequenti che possono emergere, due meritano particolare attenzione per la loro incidenza e per l’impatto sulla qualità della vita: la diastasi dei retti addominali e le disfunzioni del pavimento pelvico (incontinenza, prolassi, ecc…).
 
La diastasi addominale è una condizione in cui i muscoli retti dell’addome si separano a livello della linea alba (la linea mediana), a causa della pressione esercitata dalla crescita del feto durante la gravidanza. Questa separazione può comportare un indebolimento della parete addominale, un’instabilità del core (inteso come l’insieme di strutture che comprendono le pareti anteriore e posteriore della cavità addominale, la colonna lombare, il diaframma e il pavimento pelvico), mal di schiena e alterazioni posturali. Parallelamente, il pavimento pelvico può subire un indebolimento o un trauma durante il parto, dando origine a sintomi come incontinenza urinaria, senso di peso perineale o difficoltà nei rapporti sessuali. 
 
Contrariamente a quanto si possa pensare, queste due strutture — addome e pavimento pelviconon vanno trattate in maniera isolata. Numerosi studi scientifici hanno evidenziato che esiste una stretta connessione funzionale tra queste aree: la contrazione volontaria dei muscoli addominali, infatti, induce una risposta automatica da parte del pavimento pelvico, e viceversa. Questa co-attivazione sinergica suggerisce che anche nella riabilitazione esse siano considerate come unità.
 
Qual è quindi la migliore riabilitazione? 
Per capire quale rieducazione sia migliore per il periodo post-partum bisogna prima fare due importanti premesse: la prima è che la muscolatura addominale e quella del pavimento pelvico sono principalmente involontarie (del resto non pensiamo tutto il giorno a “tenere la pipì”), la seconda è che addome e perineo lavorano in simultanea ed è quindi molto limitante (secondo alcuni addirittura controproducente) lavorare su uno solo dei due sistemi. Per questo negli ultimi anni viene messa notevolmente in discussione la classica metodica di riabilitazione tramite l’attivazione volontaria dei muscoli del pavimento pelvico (tipo esercizi di Kegel): tali esercizi, infatti, si rivolgono ad una parte molto piccola di tutte le fibre muscolari (solo il 4% dei muscoli del pavimento pelvico si attivano con una contrazione volontaria) e potrebbero anche avere un effetto deleterio a lungo termine. 
 
Secondo quanto emerge dalla ricerca scientifica, tra le tecniche più efficaci vi è la ginnastica ipopressiva che, lavorando su un sistema complesso di sistemi muscolari ha guadagnato crescente consenso. Gli esercizi si basano su posture specifiche che, associate al controllo respiratorio, riducono la pressione intra-addominale e favoriscono l’attivazione riflessa dei muscoli profondi del core, compresi il trasverso dell’addome, il diaframma e il pavimento pelvico. 
 
Numerose ricerche hanno confermato che la ginnastica ipopressiva, se eseguita correttamente e con costanza, può contribuire a ridurre la distanza tra i retti addominali, migliorare la funzionalità respiratoria e rinforzare il perineo. 
In alcune sperimentazioni cliniche sono stati confrontati i risultati ottenuti con la ginnastica ipopressiva e con programmi di esercizi focalizzati esclusivamente sul pavimento pelvico: gli studi mostrano che l’integrazione delle due tecniche, ipopressiva e PFME (esercizi muscolari del pavimento pelvico), produce benefici superiori rispetto a un lavoro settoriale.
 
Un approccio personalizzato e progressivo 
Un altro elemento fondamentale da considerare nella riabilitazione post parto è la personalizzazione del programma di esercizi: ogni donna presenta caratteristiche anatomiche, livelli di allenamento e modalità di parto differenti, di conseguenza il carico di lavoro, l’intensità e la progressione devono essere adattati alle esigenze individuali, anche in base alla presenza di eventuali infiammazioni o dolori. 
 
 
Vialibera ha avviato negli ultimi anni un progetto specifico di lavoro sul core addominale, per gestire al meglio sintomi come diastasi addominale, incontinenza urinaria e prolassi; il progetto è, al momento, all’avanguardia internazionale per quanto riguarda sia valutazione strumentale e che i protocolli riabilitativi.
 
L’articolo è stato redatto da Fabrizio Botanica, professionista di Vialibera. Il denominatore comune dello staff di Vialibera è la formazione universitaria seguita da percorsi di specializzazione nei differenti settori. Il continuo e costante aggiornamento crea una rete di figure complete e all’avanguardia per la presa in carico della persona in modo totale.
 
 
Per approfondimenti potete rivolgervi allo staff di Vialibera ai seguenti contatti: sui social: vialibera_cuneo - indirizzo Via Virginio Allione 2, Cuneo - email vialiberacuneo@gmail.com - tel. 393 9876450.

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