MONTEROSSO GRANA - Lou Porti: mangiare piatti del territorio a un prezzo concorrenziale

La valle Grana, spesso dimenticata quando si parla di turismo, nasconde vere e proprie 'perle' per chi ama la gastronomia. Scopriamone una...

Samuele Mattio 23/04/2018 16:00

Alle spalle di Cuneo c'è una valle che è spesso dimenticata quando si parla di turismo. Non la pur sottovalutata val Maira e nemmeno la valle Stura, tra le quali si snoda. Stiamo parlando dell'affascinante valle Grana: antichi paesi abbandonati a causa dell'innovazione tecnologica (vedi Narbona), veri e propri spettacoli artificiali come la borgata di Colletto o il Santuario di San Magno, le cui origini risalirebbero ai culti pagani delle popolazioni pre-romane. Non è casuale l'assonanza con Castelmagno, che oltre ad essere un comune della valle è il nome del 're' dei formaggi che viene prodotto nella zona. I luoghi in cui assaggiare il Castelmagno sono molteplici e di molti di questi vi racconteremo nei prossimi appuntamenti di 'Cuneo nel piatto'.
 
Questa volta ci soffermiamo in un luogo che potrebbe passare inosservato sia ai ciclisti che pedalano verso la Fauniera, sia ai fedeli che si recano a fare il loro voto a San Magno: stiamo parlando di Lou Porti, un 'agripiola' (per stessa definizione dei proprietari) ubicata a Monterosso Grana (borgata Levata), all'altezza del bivio per la val Verde e il suo Centro Studi provenzale di Comboscuro, che si occupa della salvaguardia della lingua e della cultura provenzale, di cui la zona è un'enclave linguistica (richiamata proprio dal nome del locale, un rustico riattato). Un 'must' del posto è la semplicità che si trova sia nell'arredamento rustico, ma pulito, sia nelle materie prime, prodotte per larga parte in casa o, nel caso in cui non si riescano a produrre, acquistandole in valle. Entrando nel locale, con pochi posti a sedere, sembra di fare un vero e proprio viaggio nel tempo, quando nelle 'piole' c'erano cibi freschi e genuini, che seguivano la stagionalità e le tipicità del territorio. 
 
La casa propone antipasti e piatti della tradizione povera piemontese. Antipasti genuini come le acciughe al verde, patate e toma con salsa aioli, una semplice farinata ripiena, per poi proseguire con primi come i tipici gnocchi al Castelmagno o con i secondi. Buoni anche i dolci. Prezzo concorrenziale (10 euro per quattro antipasti, a 20-24 euro sono proposti menu completi). I vini seguono la filosofia della cucina, ma la barbera della casa 'non è male' ed è offerta alla spina nella quantità desiderata. Locale piccolo è consigliata la prenotazione. Aperto nel fine settimana, su prenotazione nei giorni feriali.

PS: nel ribadire, come di consueto, che la recensione rappresenta l'opinione personale di chi l'ha scritta, ricordiamo anche che è nostra ambizione fare i critici gastronomici, ma semplicemente regalare ai cuneesi un panorama di quella che è l'offerta di ristorazione del territorio. Per questo motivo non effettuiamo recensioni negative, ma ci limitiamo a non parlare dei posti che non ci sono piaciuti.

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