Doveva essere solo un test su un campo prestigioso e di altissimo livello tecnico. Ma per Marie Eder Ferrero - uno dei volti più giovani della famiglia albese leader dell’industria dolciaria mondiale e che nel 1946 con Pietro Ferrero creò la Nutella - l’esordio a Piazza di Siena ha subito regalato la prima vittoria allo Csio di Roma, uno dei palcoscenici più importanti dell’equitazione mondiale.
Appena 17 anni (ne compirà 18 a ottobre), Marie Eder è raggiante dopo il successo di sabato nella tappa romana di Italian Champions Tour, nel circuito Sport, conquistato insieme a Felipe Coutinho Mendonca Nagata, suo istruttore e compagno di squadra del Fhorse Team.
“La F l’abbiamo aggiunta per lei”, scherza il coach spiegando la scelta di un nome così particolare. Una curiosità: anche l’erede di un’altra celebre famiglia, Athina Onassis, praticava ad alto livello l’equitazione e aveva un allenatore brasiliano, quell’Alvaro Affonso de Miranda Neto (2 bronzi olimpici per lui) che poi divenne anche suo marito.
È stato proprio con Coutinho che la giovanissima Marie Ferrero ha cominciato a montare, quando era poco più di una bambina: “L’equitazione non è una disciplina di famiglia - racconta al termine della gara -, ma a mio fratello piacevano molto i cavalli e gli piaceva molto fare delle passeggiate, mi aveva portato qualche volta con lui ma non era scattata la scintilla. Poi una volta andai a vedere una gara a cui partecipava una mia amica. Ho visto come saltava e mi sono detta: ‘Ci provo’”. Il feeling in questo caso è subito scattato con Felipe: “È stato il mio primo e unico e istruttore. Eravamo tra il 2019 e il 2020. All’inizio ho montato un cavallo che era stato importante per lui, aveva fatto belle gare ma era a fine carriera”. E poi il colpo di fulmine: “La prima volta che ho saltato ho provato una sensazione spettacolare, indimenticabile”.
Ora che la strada è imboccata, Marie sa che le pressioni aumenteranno, ma il sorriso non vacilla neanche un attimo: “Porto un cognome che a volte può provocare un po’ di pressione. Ma comunque ne sono fiera. Però prima viene Maria Eder e poi il cognome”.