CUNEO - A 'Scrittorincittà' i ricordi e le emozioni di Damiano Cunego, 'eroe normale' del ciclismo moderno

Il ciclista veronese, vincitore del Giro d'Italia nel 2004, ha presentato la sua autobiografia scritta a quattro mani con il giornalista Tiziano Marino

a.d. 13/11/2019 19:02

L'esplosione con la sorprendente vittoria del Giro d'Italia nel 2004, un palmarès che vanta oltre alla corsa rosa tre vittorie al Giro di Lombardia, una all'Amstel Gold Race, un argento mondiale e una maglia bianca come miglior giovane al Tour de France del 2006. E' il curriculum di Damiano Cunego, ex ciclista professionista – si è ritirato nel 2018 – protagonista di uno degli incontri della giornata inaugurale dell'edizione 2019 di Scrittorincittà. Presso la sala Falco del palazzo della Provincia, nell'appuntamento condotto da Davide Lauro, vice presidente dell'Asd Fausto Coppi On The Road, il veronese ha presentato il libro “Purosangue – Il piccolo principe, campione a pane e acqua”, autobiografia scritta a quattro mani con il giornalista Tiziano Marino, edito da Baldini & Castoldi: “Devo ammettere che negli scorsi anni ogni tanto pensavo all'idea di scrivere un libro, una sorta di bilancio della mia carriera, ma non sapevo da che parte iniziare. La proposta di Tiziano mi ha facilitato le cose, spero di essere stato in grado di trasmettere qualcuna delle emozioni che ho provato nei miei anni in bicicletta”. 
 
Il libro, frutto degli incontri tra Cunego e Marino avvenuti a Los Angeles, dove il giornalista lavora come corrispondente dall'estero, ripercorre la vita e la carriera del “Piccolo principe”. Dal titolo mondiale Juniores vinto in casa a Verona nel 1999 alla fama improvvisa dopo il trionfo al Giro del 2004, ai dualismi, veri o presunti, con Pozzato, Simoni e Basso, passando anche per le delusioni, per le origini del suo soprannome e per tantissimi altri aneddoti, istantanee del ciclismo degli ultimi vent'anni. Nel libro trovano spazio anche gli indimenticati Michele Scarponi e Marco Pantani: “Corsi insieme a Marco una decina di gare nel mio primo anno da professionista, ci presentò il direttore sportivo Giuseppe Martinelli, mi piaceva il suo modo di correre e cercavo di imparare da lui il più possibile. Ricordo sempre con emozione uno dei suoi ultimi scatti, al Giro 2003: ero a pochi metri da lui, fu uno scatto fortissimo, malgrado ormai non fosse più quello di qualche anno prima”. 
 
Una carriera, quella di Cunego, che secondo molti non ha mantenuto le promesse di un inizio scintillante (“Non lo nego, qualche rimpianto ce l'ho”), ma che non è mai stata macchiata dalle ombre del doping, malattia cronica del ciclismo soprattutto negli anni in cui il veronese “diventò grande”: “Anche a questo mi sono ispirato per il titolo del libro. - ha spiegato Marino – Da giornalista in quella parola ci vedo “sangue puro”, qualcosa che fa onore a Damiano. Lui di doping non parla mai, perchè con certe situazioni non ha mai avuto a che fare. E chiaro, e non lo scopriamo noi, che altri ciclisti hanno fatto scelte diverse, mi sembrava giusto esaltare uno degli eroi positivi di questo sport”. 


Notizie interessanti:

Vedi altro