CUNEO - Calcio, Spinelli cede il Livorno a una cordata di imprenditori e in riva al Tirreno si rivede... Lamanna

I protagonisti negano un coinvolgimento dell'azionista ex Cuneo: ''Siamo solo amici''. Eppure tra i labronici non mancano le perplessità sull'operazione

Samuele Mattio 27/08/2020 16:30

Una vecchia conoscenza del Cuneo Calcio è coinvolta nel passaggio di proprietà del Livorno. Dopo 21 anni lo storico presidente Aldo Spinelli si avvia a cedere la proprietà della squadra amaranto, fresca di retrocessione in Serie C, a una cordata di imprenditori dall’identità top secret - come spesso accade quando c’è il nostro di mezzo - e il fatto ha un interesse anche per i nostri lettori, ma mettiamo le cose in ordine.
 
Il ventennio spinelliano è stato accompagnato da successi e momenti memorabili, nel bene e nel male. Nella squadra di proprietà dell’imprenditore genovese hanno militato campioni come Igor Protti, unico - insieme all’indimenticato Dario Hubner - capace di diventare capocannoniere in Serie A, B e C1, ma anche Cristiano Lucarelli, che nell’estate del 2003 rinunciò a un miliardo di lire e alla massima serie per giocare con la maglia della sua città natale in serie B (negli anni successivi si riprenderà tutto).
 
Tra i ricordi indelebili la promozione in serie A nella stagione 2003/04 e l’insperata qualificazione alla Coppa Uefa due anni dopo. Poi l’altalena tra il massimo campionato e la serie cadetta. Nel mezzo il dramma di Piermario Morosini, morto in campo allo stadio ‘Adriatico’ di Pescara per un arresto cardiaco il 14 aprile 2012. Negli ultimi anni il legame tra la famiglia Spinelli e la tifoseria è andato in calando, in linea con i poco lusinghieri risultati sportivi.
 
Da tempo l’imprenditore attivo nel settore dei trasporti vorrebbe cedere la proprietà dei labronici, ma le tante trattative avviate negli ultimi anni sono tutte sfumate nel nulla. Prima il manager olandese Majd Yousif, poi lo spagnolo Fernandez, con risvolti al limite del grottesco, roboanti dichiarazioni a mezzo stampa, bonifici ‘sbagliati’ e visite della polizia.
 
Questa volta invece parrebbe che l’accordo si stia per chiudere positivamente: il closing è atteso già per domani, lunedì al massimo. La Banca veronese Cerea infatti, farà da finanziatore a sei imprenditori del Nord, sui quali vige ancora il ‘massimo riserbo’. Ad oggi infatti nessuno si è fatto avanti, ad eccezione del presidente dell’istituto bancario, Luca Paolo Mastena, il quale ha raccontato al quotidiano online Livorno Today che “Alle spalle non ci sono persone con secondi fini, ma tutti hanno le idee chiare su cosa fare con il Livorno".
 
Nei giorni scorsi però, tra la statua dei Quattro Mori e la Fortezza vecchia è stato avvistato nientepopodimeno che Roberto Lamanna, l’ex azionista di maggioranza del Cuneo 1905 poi fallito. A domanda precisa il banchiere ha precisato che: "Roberto è un amico e se ci sarà da dare una mano non penso che avrà problemi a farsi avanti. Al momento però posso dire che lui non fa parte di questa cordata".
 
"Non sono direttamente coinvolto come acquirente della società – ha confermato lo stesso Lamanna al Telegrafo di Livorno –, ma conosco bene sia la famiglia Spinelli che Banca Cerea". “In soldoni, avrebbe soltanto messo in contatto le due parti”, è il commento del cronista, ma in riva al Tirreno le perplessità sull’operazione aumentano.
 
Dopo i disastri combinati in quel di Cuneo, il procuratore genovese è stato avvistato prima a Palermo e poi a Rieti e in entrambi i casi le società acquirenti non hanno dato esattamente prova di serietà, pur senza averlo nell’organigramma o tra gli azionisti. Senza andare a rileggere il curriculum di Lamanna, già noto ai nostri lettori. L’augurio, per il futuro del Livorno, è che le amicizie restino tali.

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