CUNEO - Consegnava frigoriferi per mantenere la famiglia, ora giocherà la Champions League con il Milan

Junior Messias è stato scoperto dall'ex allenatore del Cuneo Ezio Rossi e per diversi anni ha calcato i campi di periferia della nostra provincia. La sua storia commuove

Samuele Mattio 31/08/2021 11:31

Junior Messias è un giocatore del Milan. A quelli che “sono solo 22 cretini in mutande che corrono dietro a un pallone” sembrerà una notizia di poco conto, eppure anche loro, una volta sentita la storia di questo ragazzo nato a Belo Horizonte il 13 maggio 1991, potrebbero ricredersi. Va da sé che per gli altri, atleti e addetti ai lavori del calcio dilettantistico cuneese (e non) si tratta semplicemente della chiusura del cerchio. Una storia d’altri tempi quella di Messias, che fa rifiatare noi romantici innamorati del pallone altrimenti impegnati a districarci tra Superleghe e trasferimenti milionari. 
 
A Torino era il 2013 quando un funambolo brasiliano con la maglia dello Sport Warique - formazione della comunità peruviana in Italia - faceva ammattire le difese dei malcapitati avversari del campionato amatoriale UISP. Inutile dire chi fosse quel giocatore che impiegati e operai con la passione del pallone potevano fermare soltanto salendo su un motorino.
 
È in quegli anni che viene notato da una vecchia conoscenza del calcio cuneese, mister Ezio Rossi, vecchia gloria granata degli anni ‘80 che siede sulla panchina biancorossa proprio dal 2011 al 2014 (con tanto di esonero nel mezzo). L’ex Cuneo ritiene che quel giovane possa fare comodo a una squadra che in quegli anni bazzicava tra Promozione ed Eccellenza e lo propone al Fossano. L’offerta degli Azzurri è però inadeguata (700 euro), Junior deve mantenere la sua famiglia: così il brasiliano continua a giocare con i peruviani e a fare il corriere a 1.200 euro al mese, consegnando frigoriferi su e giù per il capoluogo piemontese.
 
Passa un po’ di tempo e, una volta conclusa l’avventura biancorossa, Ezio Rossi si accasa in Eccellenza presso una nobile decaduta del calcio piemontese (vanta la vittoria del campionato italiano nel 1913-14): il Casale. In estate la testa va a quel giocatore che potenzialmente poteva essere un crack. Messias dà l’addio al mestiere di fattorino e ai peruviani, ottiene un ingaggio da 1.500 euro al mese e domina gli avversari con prestazioni sontuose. Il suo talento incanta sui campi di Saluzzo, Alba, Savigliano, Dronero, Cherasco, Borgo San Dalmazzo e Madonna dell’Olmo. Alla fine sarà vittoria nel campionato 2015/2016 e promozione in serie D. Il ragazzo prodigio, in quel campionato, segna più di 20 gol.
 
L’anno dopo va a Chieri ed Ezio Rossi ci rimane male, d’altronde il rapporto instauratosi tra i due era paragonabile - si parva licet - a quello tra Oronzo Canà e il ‘suo’ Aristoteles nel film cult “L’allenatore nel pallone”. “Alcuni agenti gli avevano fatto delle promesse, poi risultate fasulle. - dichiarò negli anni successivi l’allenatore al giornalista Gianluca Di Marzio - Se fosse rimasto con noi avremmo vinto anche la D. Al momento ci rimasi male, perché lo avevo preso dalla strada e non mi aspettavo che se ne andasse senza avermi prima consultato. Ma con il tempo ci siamo chiariti, è un ragazzo talmente buono e onesto. Ha una spiritualità fortissima: alza le braccia al cielo quando segna per ringraziare Gesù. Ricordo che era anche diacono”. Con la maglia degli azzurri torinesi il risultato non cambia, Junior continua a far fare figuracce ai difensori avversari. Passa anche per il Paschiero, dove segna il gol della bandiera per i suoi (quell’anno i biancorossi vinceranno il campionato).
 
L’estate successiva la Pro Vercelli lo vuole per la B, ma il passaggio di maglia salta a causa della burocrazia: impossibile tesserare un extracomunitario nella serie cadetta. Poco male, il salto di categoria, e ben più importante, arriverà. Messias va al Gozzano in D e anche qui vince il campionato. L’anno dopo in C regala la prima salvezza tra i professionisti ai novaresi, ora i problemi burocratici sono risolti e la strada è tutta in discesa. Le sue prestazioni non passano inosservate e viene ingaggiato dal Crotone in serie B. Conclude la sua prima stagione tra i ‘pitagorici’ con 6 gol e 6 assist, contribuendo alla seconda promozione in A della squadra calabrese. Esordisce nella massima serie a vent’anni suonati, ma tra i big del pallone dimostra di poterci stare alla grande: segna nove reti e suscita l’interesse dei grandi club. Il suo talento non è sufficiente a salvare i rossoblù, ma il destino è segnato. 
 
Nella notte appena trascorsa l’incontro tra i dirigenti rossoneri, la leggenda Paolo Maldini e il ds Frederic Massara, e la delegazione del Crotone composta dal presidente Vrenna e dal ds Ursino. Il diavolo ha proposto un prestito oneroso di 3 milioni con diritto di riscatto a 5-6. La trattativa sull’entità del riscatto si è protratta sino alle ore piccole: accordo raggiunto nella notte, il fantasista è un giocatore del Milan.
 
Adesso giocherà in Champions: ha già puntato Liverpool-Milan del 15 settembre nella ‘Fortezza’ di Anfield. Se si pensa che a poco più di vent’anni aveva lasciato perdere il pallone per portare frigoriferi nelle case dei torinesi e mantenere la sua famiglia, un po’ di commozione c’è. Altrimenti lasciate perdere, il calcio non fa per voi. E forse neanche il resto.

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