CUNEO - 'Fausto Coppi' 2018: l'elogio degli ultimi, non meno degni dei primi

Giusto rendere omaggio ai vincitori, ma è doveroso altrettanto riconoscere i meriti di chi ha pedalato per una giornata intera, sfidando se stesso e i propri limiti

a.d. 09/07/2018 09:42

"Nella corsa gli ultimi non sono certo meno degni dei primi. Anzi, per certi aspetti lo sono anche di più. Arrivano fino in fondo correndo molte ore in più di quelli che sono in testa. Arrivano fino in fondo anche se sanno fin dall'inizio che non avranno mai una medaglia al collo". Una “massima” riferita al podismo, quella di Marco Olmo, leggenda della corsa cuneese, che può essere parafrasata ed utilizzata anche per quanto riguarda il mondo del ciclismo. 
 
A maggior ragione quando a darsi battaglia non sono professionisti e fuoriclasse del pedale, ma persone comuni, “normali”: è il caso della granfondo “Fausto Coppi”. L'edizione numero 31, ieri, ha portato sulle strade e sulle montagne cuneesi 2600 persone da tutto il mondo, persone di tutte le età: solo la minima parte di loro correva per vincere. Per la larga maggioranza degli iscritti la “Fausto” era una sfida con sé stessi, con i propri limiti, contro la fatica. Una sfida che va celebrata: perchè se è giusto rendere onore ai vincitori, è doveroso altrettanto rendere merito a chi ha pedalato per ore sotto il sole, sudando e faticando senza la minima possibilità di tagliare il traguardo per primo.
 
E' il caso di Giacomo Spitella, ultimo arrivato della Granfondo, che ha concluso la sua fatica, dopo 177 km, in 10 ore, 24 minuti e 59 secondi. Ammirevole quanto gli altri, forse più degli altri. Discorso analogo per Ulla Almegaard, danese, che ha chiuso con il tempo di 10 ore, 8 minuti e un secondo. 
 
Un'intera giornata in sella anche per gli ultimi classificati della Medio Fondo: Massimo Luciano ha coperto i 111 km del percorso in 10 ore, 20 minuti e 54 secondi, mentre Vania Rossi, ultima delle donne, ha concluso la sua fatica in 9 ore, 32 minuti e 42 secondi.
 
E dopo aver stilato classifiche e assegnato medaglie, è giusto rendere omaggio anche a loro: perchè nel ciclismo, come nella corsa, “gli ultimi non sono certo meno degni dei primi”.


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