CUNEO - #GiroinGranda: 2000, Garzelli inaugura il nuovo millennio (con un gregario di lusso)

Prosegue l'avvicinamento alla Abbiategrasso-Prato Nevoso: l'arrivo a Prato Nevoso, gli ultimi lampi del miglior Pantani sull'Izoard

Garzelli esulta a Prato Nevoso (1° giugno 2000)

a.d. 14/05/2018 12:36

In vista della tappa del 24 maggio, ripercorriamo i passaggi del Giro d'Italia nella nostra provincia, dall'epoca dei pionieri all'impresa di Nibali nel 2016. Un racconto a puntate che ci accompagnerà all'attesissima Abbiategrasso-Prato Nevoso, potenzialmente decisiva per il Giro 2018.
 
Il Giro saluta il nuovo millennio con due tappe in provincia di Cuneo: il 1° giugno del 2000 si corre la Genova-Prato Nevoso, 18° tappa della corsa, lunga 173 km. Il gruppo sconfina in Granda valicando il colle del Melogno, ma nonostante l'arrivo in salita, la tappa si decide allo sprint. Ad arrivare per primi sono i tre attesi uomini di classifica: Francesco Casagrande, Gilberto Simoni e Stefano Garzelli. Quest'ultimo ha iniziato il Giro da gregario di Marco Pantani, ma considerate le precarie condizioni del “Pirata” è poi diventato il capitano della Mercatone Uno. E' proprio lui a spuntarla, a tagliare a braccia alzate il traguardo di Prato Nevoso. Secondo Simoni, terzo Casagrande, che conserva la maglia rosa. Crollano Dario Frigo e Ivan Gotti, che dicono così addio alle ambizioni di vittoria.
 
Il giorno dopo si riparte da Saluzzo per il “tappone alpino”: si arriva a Briançon dopo aver scalato il colle di Rossana, il colle dell'Agnello (Cima Coppi del Giro) e l'Izoard, dopo aver pedalato per 176 km.
 
In classifica i distacchi sono minimi, tutto è ancora possibile. E' sull'Izoard che si scatena la bagarre. Il fuggitivo di giornata Gonzales, dopo aver scollinato per primo sull'Agnello, viene risucchiato da Casagrande, Conti, Tonkov, Noè, Piepoli, Buenaora, Simoni, Garzelli e Pantani. Davanti c'è Lanfranchi, che andrà a vincere la tappa, ma a prendersi la scena è il Pirata, che regala sprazzi del fuoriclasse che fu. Pantani veste i panni del gregario di Garzelli, lo scorta, risponde ad ogni attacco dei suoi rivali. La salita fa selezione: oltre a Pantani e Garzelli restano Simoni, Casagrande e Buenaora. Alle 15.39 l'immagine simbolo dell'umiltà di un campione che sa accettare un ruolo di secondo piano spendendosi al servizio di un compagno: Pantani rallenta, aspetta l'ammiraglia, prende due borracce e riparte, portandole a Garzelli. Un anno prima era il re incontrastato del ciclismo mondiale, ora accetta con rara umiltà un ruolo da comprimario, da “uomo di fatica” al servizio del capitano. Un atteggiamento che traccia il profilo morale di un uomo, Pantani, non a caso unanimemente amato dal “circo” del ciclismo. 
 
Lanfranchi, come detto, vince la tappa, Pantani è secondo. Casagrande difende la maglia rosa, ma la perderà nella cronometro del giorno successivo, cedendola a Garzelli, che così vincerà il Giro.
 
Poco più di un mese dopo, al Tour de France, Marco Pantani vincerà due tappe, sul Mont Ventoux e a Courchevel, prima di ritirarsi per problemi intestinali. Saranno le ultime vittorie da professionista nella carriera del Pirata.

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