CUNEO - #GiroinGranda: dopo la Prima Guerra Mondiale Cuneo accoglie la prima maglia rosa

Nella terza puntata del nostro viaggio attraverso i passaggi del Giro d'Italia in provincia di Cuneo riviviamo gli anni successivi al primo conflitto

Francesco Camusso primo a Sestriere nella Cuneo-Torino del '31

a.d. 08/04/2018 11:58

In vista della tappa del 24 maggio, ripercorriamo i passaggi del Giro d'Italia nella nostra provincia, dall'epoca dei pionieri all'impresa di Nibali nel 2016. Un racconto a puntate che ci accompagnerà all'attesissima Abbiategrasso-Prato Nevoso, potenzialmente decisiva per il Giro 2018.
 
Dopo la pausa forzata causata dalla Prima Guerra Mondiale, la macchina del Giro d'Italia torna a mettersi in moto nel 1919. E' un'Italia ferita, in ginocchio, un'Italia che prova a rialzarsi dopo il conflitto: gli italiani si aggrappano anche al Giro per provare a tornare alla normalità. Nel 1919 la carovana attraversa la provincia di Cuneo il 6 giugno, durante la Genova-Torino (248 km): vince il mitico Costante Girardengo, che si aggiudicherà anche la vittoria finale al termine di un Giro dominato, in cui sarà capace di trionfare in 7 tappe sulle 10 totali. E' un Giro che come detto attraversa un paese dilaniato dalla guerra: il Tagliamento viene attraversato a piedi per mancanza di ponti, sfruttando il periodo di secca.
 
Passano 4 anni prima che i cuneesi tornino ad acclamare gli eroi del Giro: la carovana non tocca la Granda nel 1920, nel 1921 e nel 1922. La corsa torna in provincia nel 1923: il percorso è quello ormai classico, tra Torino e Genova, stavolta in direzione opposta rispetto a quella del 1919, su un tracciato di 313 km. E' il 25 maggio, dopo il passaggio sulle strade cuneesi, il primo al traguardo sotto la Lanterna è Bartolomeo Aimo, nella seconda frazione di un Giro d'Italia che sarà vinto ancora una volta da Girardengo.
 
Nessun passaggio in Granda nel 1924 e nel 1925, la corsa ritorna nel 1926, ancora con la Torino-Genova, seconda tappa lunga 250,5 km: si corre il 17 maggio, vince Domenico Piemontesi, il Giro sarà vinto da Giovanni Brunero. 
 
Per l'Italia e per Cuneo sono gli anni dell'ascesa del fascismo: il 1° settembre vengono sciolti tutti i consigli comunali e provinciali. L'elezione del sindaco è sostituita dalla nomina governativa dei podestà. Il 1° novembre il Consiglio dei ministri approva le "leggi eccezionali per la sicurezza e la difesa dello stato", che prevedono, tra l'altro, lo scioglimento di tutti i partiti di opposizione.
 
Il Giro non torna in provincia di Cuneo prima del 1931. E' un ritorno “col botto”: il capoluogo torna ad essere teatro di un arrivo di tappa, non accadeva da 17 anni, dalla leggendaria Milano-Cuneo del 24 maggio 1914. La Granda saluta i corridori, ormai diventati veri e propri miti popolari, il 27 maggio: Luigi Giacobbe vince la 10° tappa partita da Genova (263 km). Due giorni dopo si riparte da Cuneo per arrivare a Torino dopo 252 km (e dopo l'ascesa al Sestriere): trionfa Francesco Camusso, che vincerà anche la classifica generale. E' un Giro storico: il 9 maggio 1931 la Gazzetta ha annunciato l’istituzione della Maglia Rosa, che, tappa per tappa, sarà stata indossata dal corridore primo in classifica, così immediatamente riconoscibile dal pubblico che già affolla i bordi delle strade. Il colore naturalmente è dettato dalla carta del giornale inventore ed organizzatore della corsa. Alcuni gerarchi del Partito Fascista protestano: non vedono riprodotto, nel delicato colore della maglia, il “forte carattere delle popolazioni italiche”. Proteste che cadono nel vuoto: la maglia rosa resiste, entra nel mito anno dopo anno e vive ancora oggi.
 
QUI la prima puntata.
QUI la seconda puntata.

Notizie interessanti:

Vedi altro