CUNEO - Il Cuneo Calcio e i cuneesi, un rapporto da ricostruire: media spettatori giù del 40 per cento

Il territorio non ha perdonato i disastri della gestione Lamanna. E c'era chi si vantava di 'aver riportato la gente allo stadio'...

Andrea Dalmasso 13/06/2019 09:34

Il Cuneo Calcio e i cuneesi, un rapporto da sempre controverso. Una squadra, quella biancorossa, che nella storia recente non è mai riuscita a far innamorare fino in fondo un territorio che strizza l'occhio alla pallavolo, mettendo in secondo piano lo sport nazionale e la sua massima rappresentante provinciale. Le controversie di quest'ultima travagliata stagione, non era difficile prevederlo, di certo non hanno avvicinato la gente al club di corso Monviso. Anzi: i numeri dicono che la “via Crucis” di quest'ultima annata ha ulteriormente raffreddato i cuori dei cuneesi.
 
Durante il campionato mister Cristiano Scazzola, ora allenatore dell'Alessandria, e i dirigenti biancorossi - sostenuti dalla "campagna pubblicitaria" di una parte della stampa - si sono più volte vantati di “aver riportato la gente allo stadio” e di “farla divertire” grazie agli ottimi risultati conseguiti sul campo da Santacroce e compagni. La realtà, però, smentisce quanto più volte sostenuto durante la stagione dal tecnico ligure e dalla dirigenza: i dati di affluenza al Paschiero raccolti dal portale Stadiapostcards.com, infatti, parlano di un calo di presenze che sfiora il 40% rispetto al 2017-2018. Durante il campionato iniziato con Gardano e concluso con Viali una media di 680 spettatori aveva assistito alle gare casalinghe del Cuneo, mentre nella stagione appena conclusa il dato è crollato a 416 persone. 
 
Numeri che parlano chiaro e testimoniano un quadro di disaffezione del territorio in cui la palese inadeguatezza della società può senz'altro aver avuto un peso. Solo in Cuneo-Pisa del 30 dicembre il Paschiero ha accolto più di 1000 spettatori (1095), ma si trattava in gran parte di tifosi toscani in trasferta. Discorso analogo per quanto riguarda il dato della sfida playout contro la Lucchese dello scorso 25 maggio: 800 gli spettatori totali, ma più della metà provenivano da Lucca.
 
Nel girone A hanno una media inferiore a quella del Cuneo solo Albissola (313), Arzachena (364), Gozzano (334) e la “defunta” Pro Piacenza (181), che possono contare però su un bacino decisamente inferiore a quello di una provincia come la Granda. Media spettatori quasi equivalente a quella del Cuneo per la Juventus Under 23 (412), una squadra che non ha una vera e propria tifoseria e nemmeno un vero stadio, ospitata per le gare casalinghe al “Moccagatta” di Alessandria. Nel girone B solo il Renate (278) ha un pubblico numericamente inferiore a quello del Paschiero, mentre nel girone C non ci sono squadre con una media spettatori inferiore a quella dei biancorossi. E andando a dare uno sguardo generale ai dati delle altre squadre di terza serie, non è difficile trovare realtà che hanno una media migliore di quella del Cuneo pur avendo bacini infinitamente inferiori: dal Pontedera (665) al Gubbio (881), dalla Giana Erminio (645) alla Feralpi Salò (854) al Rieti (575), passando per il Rende (506) e altre ancora.
 
La netta sensazione è che i cuneesi non abbiano perdonato alla dirigenza la palese malagestione allontanandosi ulteriormente dalla squadra, ancor più di quanto già successo nel passato recente. Malagestione che peraltro è stata determinante nel compromettere la stagione dei biancorossi, qualificatisi ai playoff sul campo ma condannati ai playout e alla retrocessione dalla pesante penalizzazione.
 
Tra le missioni di un'eventuale nuova proprietà del club di corso Monviso – da questo punto di vista ad oggi siamo nel campo delle ipotesi – ci sarà quindi anche questa: provare a riportare per davvero la gente allo stadio, tentare di riavvicinare il Cuneo ai cuneesi. Per farlo, quest'ultima stagione ne è la chiara dimostrazione, non basterà qualche buona prestazione sul prato del Paschiero.


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