CUNEO - "Non ci sono persone disposte a pagare la multa per il Cuneo Calcio?"

Riceviamo e pubblichiamo l'appello del genitore di un ragazzo della Berretti, che nella sua lettera racconta: 'A Pistoia con Skuhravy che guidava il pulmino e un terzino in porta'

Redazione Cuneodice.it 05/03/2019 16:45

Riceviamo e pubblichiamo.

Egregio direttore,
 
Prendo spunto dall’articolo apparso sulla vostra testata online “Mancano i soldi per la trasferta, il Cuneo non va a Carrara” per spendere, da profano, qualche considerazione sulla Berretti del Cuneo e, più in generale, sul Cuneo Calcio. Tra l’altro, ho lasciato la provincia di Cuneo da 25 anni e vivo, con la mia famiglia, a Torino.

Mio figlio è uno dei ragazzi che avrebbe dovuto andare a Carrara. Quattro anni fa fu scartato dal Torino perché, pur considerato molto bravo tecnicamente era ritenuto troppo esile fisicamente e ci fu suggerito dai dirigenti del Toro, per proseguire in un ambito professionistico, come, secondo loro, meritava il ragazzo,  il prestito al Cuneo o all’Alessandria. Io e mia moglie eravamo molto titubanti su questa scelta per il sacrificio che avrebbe dovuto affrontare il ragazzo ed i costi degli spostamenti; scegliemmo di provare Cuneo per motivi affettivi e quando abbiamo conosciuto gli altri ragazzi del 2001, lo staff tecnico ed i genitori ci siamo convinti: si trattava di una realtà sana, molto lontana dagli stereotipi del calcio giovanile: passione, trasparenza, valori tecnici ed umani. Genitori equilibrati e rispettosi dei valori dello sport.
 
Ed, infatti, il percorso dei 2001 ( così come anche dei ragazzi 2000 rimasti quest’anno nel gruppo) è stato entusiasmante dal punto di vista sportivo e mai raccontato dai giornali con lo spazio che avrebbe meritato: in 4 anni, 60 vittorie 17 pareggi e 28 sconfitte (compresa quella a tavolino di Carrara) in 3 campionati giovanili professionisti e 1 dilettanti; il secondo posto nel 2016 al prestigioso torneo Tappari in finale con la Juve, dopo aver eliminato i pari età del Toro in semifinale, il girone del campionato allievi lega pro, vinto ex aequo con l’Alessandria, l’anno scorso, la finale del campionato regionale nel 2017 persa sfortunatamente ai supplementari. Vittorie prestigiose, in trasferta, tra l’altro, in casa del Genoa (allora)di Pellegri e Salcedo, di Livorno, Pisa, Reggiana, pareggi imposti alla corazzata Torino. E al Parco della Gioventù, praticamente solo vittorie. Anche in quest’annata incredibilmente difficile, 3 settimane fa, al Parco della Gioventù i ragazzi hanno battuto l’Entella, l’unica squadra del girone ad aver superato il Torino, allenata da Gianpaolo Castorina, lo scopritore di Zaniolo e finalista con la Primavera dello stesso Entella della Coppa Italia contro la Roma nel 2017. E non dimentichiamo i tanti giovani lanciati in questi anni, in particolare, Enrici, ora alla Primavera del Torino e Marino, alla Primavera della Salernitana a cui si aggiunge il 2002 Angeli al Milan.
 
Proprio perché stiamo parlando, nel contesto delle giovanili, di una ottima squadra, rispettata e ammirata da tutti gli addetti ai lavori, è stata per me una grande amarezza che i ragazzi non siano andati a Carrara. Noi genitori saremmo stati disposti ad accompagnarli a nostre spese (per quanto per me rappresentasse un ennesimo sacrificio, a ben vedere, assurdo in ambito professionistico) anche perché avevamo contribuito a finanziare la trasferta di 2 settimane fa ad Arzachena e, come genitori del 2001, abbiamo cofinanziato tutte le trasferte dell’anno scorso con la precedente proprietà. I ragazzi, probabilmente si sono sentiti avviliti e umiliati dal non sentirsi considerati e dalle troppe peripezie di quest’anno ( 3 mister cambiati, scelte di formazione non sempre meritocratiche, trasferta a Pistoia senza portiere dopo che, per tutto il girone d’andata è stato lasciato in panchina uno dei migliori portieri della categoria, più volte convocato in nazionale, poi, per fortuna, improvvisamente riscoperto e portato in prima squadra) e così hanno fatto una scelta che, personalmente, non condivido e che penso che nessuno sportivo dovrebbe mai fare: rinunciare a giocare e perdere così definitivamente la chance che, prima di Carrara, era ancora concreta, di centrare un’incredibile (data la stagione) qualificazione ai play off nazionali; ma è anche giusto che i giovani di quest’età imparino a prendere le loro decisioni ed, eventualmente, dai loro errori.
 
Non hanno saputo imitare i giocatori della prima squadra che stanno dando un grande esempio a tutti. E qui vengo alla vera ragione del mio intervento. l’A.C. Cuneo.
 
Io non so quale sia la reale situazione societaria se non dalle cronache dei giornali. Immagino che sia molto difficile dal punto di vista economico e amministrativo; se per avere un semplice certificato che ci occorreva per la scuola, è occorso un mese con  mail, telefonate, appostamenti sotto la sede societaria, se non si trova un pulman per portare la Berretti a Carrara a giocare una partita decisiva, se a Pistoia gioca in porta il terzino sinistro dopo un viaggio su un pulmino guidato dal grande Thomas Skuhravy immagino che le difficoltà siano grosse.
 
Al contrario, sul campo, vediamo la prima squadra che ci riempie di orgoglio; vederla espugnare Alessandria, Vercelli (in diretta tv), battere la Carrarese, l’Arezzo, la Juventus under 23 esprimendo un grande gioco rappresenta il massimo risultato che il Cuneo abbia mai raggiunto calcisticamente. Ne deduco che chi ha allestito questa squadra, il D.S., il mister, i giocatori siano davvero bravi e abbiano capacità tecniche non comuni. Il Cuneo merita di restare tra i professionisti, non di riprendere un mediocre tran tran tra i dilettanti.
 
Anzi, credo che la provincia di Cuneo possa, come per esempio, Sassuolo (che non è nemmeno capoluogo di provincia) ambire alla massima serie. Unire una squadra ai massimi livelli, magari lanciando qualche giovane del nostro vivaio, al patrimonio paesaggistico e culturale della provincia, alla Langhe, al Monviso, alle nevi di Limone e Mondolè rappresenterebbe un volano incredibile per il turismo e l’economia della Granda. E questo a maggior ragione se anche altri sport (come la pallavolo) sono ai vertici nazionali. Naturalmente ci vorrà un nuovo stadio, non progettato dal “fisico di fama mondiale”, dr. Santarelli. Una squadra che promuova le bellezze ed i prodotti enogastronomici del territorio e che incarni i valori della Granda: tenacia, spirito di sacrificio ma anche estro ed inventiva.
 
Penso che gli imprenditori cuneesi debbano riflettere su questa incredibile opportunità. Abbiamo, con il mister Scazzola, il D.S. Borgo ed i giocatori, il patrimonio tecnico e di conoscenze: non disperdiamolo. Certo non dobbiamo perdere il posto tra i professionisti e, allora, bisogna fare in fretta e bisogna che tutti gli appassionati di calcio si prendano responsabilità in prima persona.
 
C’è la multa da 350.000 euro: ebbene, in attesa che imprenditori ed istituzioni si organizzino, non ci sono 999 persone (quella che fa 1.000 sono io che sono di Torino) su poco meno di 600.000 abitanti della Provincia di Cuneo, disposte a tirare fuori 350 euro per depositarle in un fondo per pagare la multa o ottenere da una Banca la famosa fidejussione per evitare la vergogna della radiazione dal campionato? In cambio, si potrebbe ipotizzare un abbonamento gratis al Paschiero per il prossimo anno.  Naturalmente ci vogliono professionisti seri ( che a Cuneo non mancano) che conoscano la materia che si facciano garanti dell’operazione, disegnando un quadro giuridico chiaro e incontestabile con la società e la Federazione. Se poi la pubblica sottoscrizione andasse oltre aspettative si potrebbe anche pensare di rilevare una quota significativa della società con l’azionariato popolare.
 
Scrivo queste cose da innamorato del calcio e della Granda, non per via di mio figlio che il prossimo anno avrà la maturità scientifica e che consiglierò di rimanere a giocare in qualche squadra dilettantistica torinese e di dedicare ai libri il tempo che in questi anni ha dedicato al Cuneo calcio. Mi ascolterà? Mi auguro di no, perché vorrebbe dire che il Cuneo si è salvato sul campo e dietro le scrivanie.
 
Grazie dell’attenzione. Cordiali saluti

Livio Vincenti

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