CUNEO - Quella del Cuneo Calcio è davvero 'una favola'?

I biancorossi stanno vivendo un 'magic moment' dal punto di vista sportivo, ma ci sono (tante) questioni extracampo poco chiare: dalla questione stipendi al settore giovanile...

Samuele Mattio - Andrea Dalmasso 30/11/2018 16:52

Il Cuneo Calcio sta vivendo un vero e proprio ‘magic moment’ dal punto di vista sportivo: la squadra di Scazzola non perde da nove (sarebbero dieci, considerando la partita contro la Virtus Entella, che però andrà ripetuta) giornate e chi segue i biancorossi da tanti anni è pronto a giurare di non aver mai visto una squadra così ben costruita. In molti, negli ambienti vicini alla società, sottolineano le indubbie capacità di gestione del direttore generale Simone Sivieri e del direttore sportivo Sergio Borgo. Nonostante le voci insistenti sui problemi nei pagamenti degli stipendi, l’allenatore Scazzola e molti giocatori della rosa professano tranquillità davanti alle telecamere e i tifosi, quando non contestano apertamente chi mette in dubbio la solidità economica del club, sembrano non interessarsi delle questioni societarie. I mass media che si occupano principalmente di sport danno ampio spazio alle gesta sul rettangolo verde di Santacroce e compagni e non è insolito leggere sui quotidiani sportivi nazionali interviste ai giocatori del Cuneo Calcio. 
 
Si può dunque definire il Cuneo una ‘favola’? Sul campo certamente sì, ma a destare preoccupazione non è l’aspetto sportivo, bensì quello extracampo. 
 
Questione stipendi
 
È passato circa un mese da quando la società aveva promesso il pagamento degli stipendi arretrati: era il 27 ottobre quando il direttore generale della società Simone Sivieri spiegava ad una giornalista di 'Tuttosport' che l'azionista di maggioranza del club di corso Monviso, Roberto Lamanna, aveva assicurato alla squadra che gli emolumenti dovuti sarebbero stati versati entro fine mese (ottobre n.d.r.). Negli ultimi giorni però, la situazione non è cambiata, a spiegarlo è Paolo Bianchet dell'Associazione Italiana calciatori che, sentito telefonicamente dalla nostra redazione, ha riferito che “Ad oggi è stato pagato solamente il mese di agosto, e sono stati versati degli 'acconti' per altre mensilità, ma non a tutti”. Inoltre all'appello mancano ancora gli stipendi dei calciatori che erano tesserati a luglio e agosto e che poi hanno lasciato Cuneo. Al momento però, nonostante le difficoltà, i giocatori non sembrerebbero intenzionati a procedere con la messa in mora della società, come invece hanno fatto alcuni colleghi della Pro Piacenza, società militante nello stesso girone del Cuneo che versa in una situazione analoga.
 
Penalizzazioni passate e future
 
Lo scorso mercoledì 31 ottobre la squadra di Scazzola è stata penalizzata di tre punti in classifica per non aver depositato nei tempi previsti le garanzie per l'iscrizione al campionato (lo ha fatto il 7 luglio, mentre la scadenza era il 30 giugno) e per non aver versato entro i tempi stabiliti i contributi pensionistici ai dipendenti relativi al mese di maggio. È però molto probabile che i punti conquistati sul campo che i biancorossi vedranno sfumare tra le carte del Tribunale Federale saranno di più. La società di corso Monviso è infatti in attesa di un nuovo deferimento dal Procuratore Federale per il mancato pagamento degli stipendi (nonché delle ritenute Irpef, dei contributi Enpals, e Fondo Fine Carriera) dovuti fino alla chiusura del primo bimestre (luglio-agosto) che andava assolto entro il 16 ottobre e stando a quanto riferito dal rappresentante dell'Aic, ad oggi non è stato adempiuto.

Il nuovo deferimento causerà una nuova penalizzazione alla squadra di Santacroce e compagni, ma se lo stato delle cose rimarrà questo anche nelle prossime settimane le penalizzazioni potrebbero intaccare pesantemente la classifica del Cuneo: portandolo dall'attuale posizione di tranquillità a piombare in piena zona retrocessione, con un gap difficile da colmare anche con i risultati positivi sul rettangolo verde. Il 16 dicembre infatti, c'è un'altra scadenza alla quale le società di Lega Pro devono guardare con attenzione: entro quella data sono tenute a documentare alla FIGC/COVISOC l'avvenuto pagamento di tutti gli emolumenti, e di quanto ne consegue, dei mesi di settembre e ottobre, cosa che, almeno al momento, non risulta.
 
Pagamenti alle strutture alberghiere 
 
Se nella oramai celebre 'invettiva' che ha fatto seguito alla partita con l'Arzachena Roberto Lamanna aveva dichiarato di 'aver salvato diversi alberghi e di non aver lasciato nessun debito', la reazione di Federalberghi ne aveva completamente smentito le parole, denunciando debiti non pagati con almeno quattro strutture della città. Questo accadeva poco meno di un mese fa, e oggi? Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, ma nulla è cambiato. L'amministratore del Lovera Hotel e Convegni snc nonché vice presidente provinciale di Federalberghi Cuneo, Giorgio Chiesa, contattato da un nostro cronista nei giorni scorsi, ha sostanzialmente confermato che non è cambiato nulla: “Sia Federalberghi che Confcommercio stanno seguendo la situazione, ma siamo in attesa di notizie, in quanto non siamo ancora stati contattati dalla Società Cuneo Calcio”. Intanto resta il decreto ingiuntivo nei confronti dei biancorossi.
 
Calcio femminile
 
Un'altra “grana”, per il Cuneo, potrebbe arrivare dalla questione legata agli obblighi ai quali le società professionistiche devono assolvere relativamente alla promozione del calcio femminile. Secondo quanto riportato al punto E del Titolo 3 del documento “Sistema Licenze Nazionali 2018-2019” della Lega Italiana Calcio Professionistico, le società di Serie C sono tenute a tesserare entro il 30 novembre 2018 almeno 20 calciatrici Under 12 in più rispetto alla stagione precedente all'interno del proprio settore giovanile. Per il Cuneo, questo significa l'obbligo ad avere in organico almeno 40 piccole giocatrici, in quanto 20 erano quelle tesserate nella stagione 2017-2018.

Ad oggi, però, la società biancorossa sembra ben lontana dal raggiungere il numero richiesto: molte delle ragazzine che erano al Cuneo lo scorso anno in estate si sono trasferite a Fossano sposando il progetto “Fossano Women”, e il club di corso Monviso conta attualmente solo alcune tesserate nella categoria Primi Calci. Il Cuneo potrebbe ritenersi esente da quest'obbligo solamente nel caso in cui avesse una squadra femminile iscritta ai campionati di Serie A, Serie B o Interregionale, oppure stringendo accordi di collaborazione con squadre della provincia iscritte ai suddetti tornei, o che comunque abbiano in organico almeno 40 tesserate Under 12, cosa che non risulta essere accaduta. Insomma, ad oggi il Cuneo non sembrerebbe rispondere ai requisiti richiesti dalla Federazione in termini di promozione del calcio femminile. La pena per la mancata osservanza di questo specifico punto del documento è – come stabilito dallo stesso documento - un'ammenda di almeno 20 mila euro.
 
Settore giovanile
 
Anche nel settore giovanile, in questo primo scorcio di stagione, il Cuneo ha dovuto fare i conti con qualche “incidente di percorso”. Un settore giovanile, quello biancorosso, che negli ultimi anni ha conosciuto una fase di grande crescita testimoniata dagli ottimi risultati, con due formazioni che nell'ultima stagione hanno raggiunto le fasi finali nazionali e decine di ragazzi trasferiti in società di Serie A e B. Un vivaio che nell'epoca Bava aveva secondo molti tifosi e appassionati perso “cuneesità”, con molti ragazzi “pescati” fuori dalla provincia di Cuneo, ma che negli ultimi anni aveva saputo invece ritrovare un certo legame con il territorio, “reclutando” quasi esclusivamente ragazzi e tecnici cuneesi. Con l'avvento della nuova proprietà, l'impressione è che si sia tornati a navigare in direzione opposta, con diversi giocatori e allenatori arrivati in estate anche da regioni geograficamente molto lontane.

Il che, chiaramente, non rappresenta un problema, anzi: l'avvento di tecnici da fuori provincia non può che essere un arricchimento. Semplicemente, però, questa tendenza delinea per certi versi un ritorno ad un passato criticato da molti. Dicevamo, ad ogni modo, degli “incidenti di percorso” di questa prima parte di stagione. Si è partiti ad agosto, con l'allontanamento di Mauro Giordana, che avrebbe dovuto essere il tecnico della formazione Berretti, salvo poi ricevere il benservito il giorno prima dell'inizio degli allenamenti. Briano che è però durato meno di due mesi, rimpiazzato – ufficialmente per “scelta tecnica”, con tanto di acceso confronto tra il Ds Sergio Borgo e i genitori dei ragazzi - a inizio ottobre (e senza aver disputato nemmeno una partita ufficiale) da Alessandro Mussoni, tecnico laziale arrivato a Cuneo in estate e inizialmente inserito nell'organigramma come collaboratore tecnico della prima squadra. Insieme a Briano se n'era andato anche Alberto Sappa, tecnico dell'Under 17, attualmente guidata dal preparatore atletico Roberto Pellegrino. E' poi di questa settimana la notizia della separazione tra il Cuneo e Stefano Bonelli, ormai ex allenatore dell'Under 16 e tecnico “arruolato” dalla Figc per il progetto dei Centri Tecnici Federali. Il “caso” più singolare, però, è stato quello che ha visto protagonista Roberto Valmori, arrivato in estate, investito di un ruolo fondamentale come quello di responsabile del settore giovanile e poi congedato a ottobre per una non meglio precisata “mancanza delle condizioni per portare avanti il progetto”. Considerando anche quello di Giordana, arrivato a stagione ancora da iniziare, si contano insomma già cinque “divorzi” tra il Cuneo e i suoi allenatori (o dirigenti) del settore giovanile in meno di quattro mesi. Quali che siano le vere motivazioni di questa situazione, insomma, qualche “incidente di percorso” c'è effettivamente stato.
 
Lo stadio
 
Nonostante il nuovo stadio fosse stato inizialmente presentato dall’azionista di maggioranza Roberto Lamanna come il vero ‘core business’ della cordata (malese? Indiana? Somala?) da lui rappresentata, nelle ultime settimane la presentazione del “progetto rivoluzionario” (si parlava di un’impianto con centrale idroelettrica) sembra essersi arenata dopo che Marco Santarelli, la persona indicata dal patron del Cuneo come referente dello stesso ha smentito il tutto. Lo scorso sabato 10 novembre, con un comunicato stampa pubblicato dalla nostra testata online l’istituto di ricerca Res On Network, di cui Santarelli è amministratore delegato aveva affermato: “L’istituto di ricerca Res On Network si sta occupando dello sviluppo di un progetto di stadio ecosostenibile la cui fattibilità è ancora da definirsi. L’istituto di ricerca Res On Network non ha preso contatti con la segreteria del sindaco Borgna e non è stato preso alcun appuntamento con il primo cittadino e Roberto Lamanna. Qualora il progetto dovesse essere preso in esame dall’Amministrazione e dagli enti preposti sarà cura dell’istituto di ricerca Res On Network renderlo noto agli organi di informazione".

Anche qui tutto fermo dunque, il tutto senza considerare che a quanto affermato dalla società di corso Monviso il progetto prevederebbe la costruzione di un nuovo stadio su terreno privato, il che prevederebbe una modifica al Piano Regolatore di non poco conto, in quanto non stiamo parlando di una villetta bifamiliare, ma di un impianto sportivo (con annessa centrale). Una modifica del genere al prg, richiede mesi, o forse anni di mediazioni. Eppure nonostante la disponibilità dell’Amministrazione Comunale allo stato attuale non risultano incontri sull’argomento tra il Cuneo Calcio e la Giunta guidata da Federico Borgna. C’è ‘qualquadra che non cosa’ per utilizzare una citazione colta: se come spiegato a più riprese da uomini vicini alla società la cordata di imprenditori rappresentata da Lamanna avrebbe interesse alla costruzione dell’impianto perché non spingere per un incontro preliminare per verificare con il primo cittadino, o con qualche suo intermediario, la fattibilità dell’opera?
 
Le analogie con la Massese
 
Intanto sarebbe interessante capire che fine abbia fatto Fulvio Monachesi. Inizialmente indicato nell’organigramma biancorosso come vicepresidente con Marco Santarelli (che come abbiamo già scritto ha smentito di essere un uomo della società Cuneo Calcio), Monachesi è oggi il proprietario della Massese (Serie D toscana) al 96%. Le analogie non si fermano qui, in quanto anche sulle spiagge del tirreno si vocifera di progetti di stadi, alberghi e stipendi ai giocatori non pagati. La differenza è che le prestazioni sportive non soddisfano il palato fine dei toscani (abituati, per storia e tifoseria a ben altri palcoscenici) e i mal di pancia sono parecchi. 
 
La domanda principale a cui Roberto Lamanna dovrebbe rispondere è: chi rappresenta oltre a se stesso? Inizialmente si è presentato come intermediario di una cordata di imprenditori, ma dalla visura camerale sulla società egli è l’unico nome che figura. Questa è la madre delle questioni che abbiamo posto in questa piccola ‘inchiesta’ svolta in una provincia ‘dura’, di confine, da giornalisti, o forse ‘giornalai’, che non hanno la pretesa di avere la verità in tasca, ma la voglia di sollevare interrogativi su quella che ha sì l’aria di essere una ‘favola’, ma con tutt’altra accezione di quella auspicata dai tifosi.

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