CUNEO - Volley femminile, Pedullà ci crede: “Dietro le big, possiamo esserci noi”

Il nuovo mister della Bosca San Bernardo Cuneo alza l’asticella: “Vogliamo migliorare il risultato dell’anno scorso. La mia squadra? Deve essere forte in difesa”

Gabriele Destefanis 23/07/2022 18:36

Pubblicato in origine sul numero del 7 luglio del settimanale Cuneodice - ogni giovedì in edicola:
 
“Se faremo le cose nel modo giusto, credo che potremo inserirci dietro le big del campionato”. Luciano Pedullà si presenta così, alzando l’asticella. Nella sua prima intervista da allenatore della Bosca S. Bernardo Cuneo, il tecnico mette da parte la diplomazia e punta in alto, dichiarando senza giri di parole gli obiettivi stagionali della formazione cuneese.
 
Che dovrà essere, nelle sue intenzioni, una squadra che non molla mai, con la difesa come arma principale e tanto entusiasmo. A Dogliani, nello splendido scenario della Tenuta Larenziana, sede del Granda Academy Summer Camp, l’allenatore ha parlato dell’attesa per la prima stagione a Cuneo, che partirà il 18 agosto.
 
Cosa l’ha spinta ad accettare questa nuova sfida e quali sono le sensazioni?
“La prima parola che mi viene da dire è entusiasmo. Io ne ho tanto, ma è lo stesso che ho visto nelle ragazze e nella società. A convincermi ad accettare questa nuova avventura è stato il valore della società. Ho potuto osservare che chi mi ha preceduto in questo ruolo, che ha fatto molto bene, ha avuto la possibilità di lavorare con programmazione e continuità, cosa non scontata. È il modo di lavorare che piace anche a me. Qui non ci sono l’estemporaneità e la pretesa dei risultati immediati che si trovano altrove, c’è invece la pazienza di fare tutti i passettini uno alla volta, ed è una delle cose che mi è piaciuta di più di questo ambiente”.
 
Che ruolo potrà giocare Cuneo nel prossimo campionato?
“È difficile dirlo adesso, ma credo che ci sia stato un notevole livellamento. Le prime quattro squadre hanno qualche piccolo problema di equilibrio in più rispetto alla passata stagione: Conegliano, per esempio, non ha più Paola Egonu, ed anche se è stata sostituita da una grandissima giocatrice come Haak, è un elemento che potrebbe dare qualche problema. Lo stesso discorso vale per altre formazioni. D’altro canto, trovo che le squadre che erano nella seconda fascia del campionato, abbiano alzato il loro livello, come valori tecnici e agonistici e come capacità delle giocatrici. Il nostro obiettivo ovviamente è quello di migliorarci, ma dobbiamo fare un passettino alla volta. Prima di tutto, sarà importante dare continuità ai risultati con le formazioni del nostro livello, poi dovremo riuscire a sorprendere con quelle che fino all’anno scorso ci stavano davanti. Se saremo in grado di fare questo, potremo pensare di metterci nella posizione di seconda fascia, dietro alle prime squadre del campionato”.
 
Che caratteristiche dovrà avere la sua Cuneo?
“La caratteristica di vincere (ride, ndr). Io ho sempre cercato di avere una squadra forte in difesa. In questo caso, penso di partire già avvantaggiato, considerando che Cuneo nella passata stagione già aveva questa qualità: sarà più semplice gestire la situazione con un gruppo in cui sono rimaste diverse giocatrici che hanno già questa idea di lavoro. Sarà importante trovare subito l’amalgama, perché comunque per quattro settimi la nostra formazione sarà formata da componenti nuove. Dovremo inoltre lavorare in maniera estremamente forte sulle due situazioni predominanti nella pallavolo italiana: la battuta e l’attacco”.
 
Lei è stato anche allenatore delle Nazionali tedesca e romena: cosa le hanno dato queste esperienze?
“Sono state esperienze importantissime e molto belle, per diversi motivi. Innanzitutto, sei continuamente a confronto con i migliori allenatori del mondo e per questo hai la possibilità di crescere tanto. Poi il bello è che all’estero sei tu lo straniero: ci sono delle aspettative molto alte su di te, che a volte riesci a rispettare ed altre meno. Inoltre, impari a conoscere realtà e mentalità nuove, elementi che ti possono essere utili per approcciarti alle giocatrici quando le straniere che arrivano dall’estero sono loro. Faccio un esempio: tra la mentalità che hanno in Germania e quella dei Paesi dell’est, ci sono grandi differenze. Imparare a conoscerle ti aiuta nella gestione delle atlete quando poi sei allenatore di una squadra di club”.

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