CUNEO - Volley, Filippo Lanciani: "Facevo da raccattapalle a Parodi e guardavo Botto in tv, essere qui è un sogno"

Il nuovo centrale di Cuneo racconta il suo impatto con la città e la squadra: "Posso solo crescere, e il palazzetto..."

Gabriele Destefanis 01/10/2022 11:00

“Maceratese o mageratese?”. “Lascia stare, i compagni mi prendono continuamente in giro per la mia pronuncia, ed allora io dico che sono di Magerata!”. Filippo Lanciani ci ha messo poco a conquistare tutti con la sua simpatia nello spogliatoio di Cuneo, in attesa di provare a farlo anche in campo. Le premesse ci sono tutte, visto che il giovane centrale, a soli 22 anni, dopo il settore giovanile alla Lube, alla sua prima esperienza lontano da casa ha vissuto da protagonista una stagione forse irripetibile con Grottazzolina: promozione in A2, vittoria in Supercoppa e finale di Coppa Italia. E adesso Cuneo, in un palazzetto che lo ha lasciato a bocca aperta la prima volta che ci è entrato, insieme a giocatori a cui faceva da raccattapalle o che guardava in tv.
 
Allora Filippo, come sta andando questa nuova avventura?
“Benissimo, per me è come vivere un piccolo sogno”.
 
Cosa intendi?
“Da piccolo, quando facevo il raccattapalle alle partite della Lube, ricordo le sfide con Cuneo. Trovarmi ora a vestire questa maglia, in una società storica e in una piazza così importante, è un’opportunità grandissima. Non potevo fare scelta migliore. E poi il palazzetto…”.
 
Ti piace?
“Ti racconto questa cosa: il 1° agosto, quando sono arrivato a Cuneo, sono subito andato a vederlo: ero con mio padre e la mia ragazza. Siamo entrati, era tutto spento, ma era stupendo anche così. Io e mio padre ci siamo guardati, lui aveva una faccia...la prima cosa che mi è venuta da dire è stata: ‘wow’”.
 
Non male come primo impatto. E gli allenamenti, come procedono?
“La preparazione è stata dura, ma è giusto così, perché il nostro obiettivo è lavorare per ottenere. Dal 3 agosto ci stiamo allenando con una grande mentalità ed iniziamo a vedere i primi risultati. Il coach è molto bravo, mi piace. Non vediamo l’ora che cominci il campionato”. 
 
Come ti trovi con il gruppo?
“Mi hanno accolto benissimo, è un gruppo fantastico. Mi fa effetto giocare con certi giocatori come Simone Parodi, a cui facevo da raccattapalle quando lui era alla Lube. Ogni tanto gli chiedo se si ricorda e ci scherziamo su. Iacopo Botto invece lo vedevo giocare in tv. È qualcosa di indescrivibile”.
 
Che tappa è Cuneo nel tuo percorso di crescita?
“Una grande opportunità. Sono giovane, posso solo crescere qui, guardando da vicino due centrali del calibro di Codarin e Sighinolfi. Sono molto contento di essere in squadra con loro: mi aiutano, mi correggono, mi danno una gran mano per migliorare. Sono un esempio, cerco di rubare tutto quello che posso da loro. Il mio obiettivo è farmi trovare pronto quando l’allenatore mi darà la possibilità”. 
 
Dove può arrivare Cuneo secondo te?
“Il livello della A2 è molto alto, con tante squadre che si sono rinforzate. Ma anche noi lo abbiamo fatto. Sarà un campionato duro, in cui ci sarà da lottare in ogni partita. Ma credo che potremo toglierci delle soddisfazioni, sono fiducioso”.
 
Tu l’anno scorso a Grottazzolina di soddisfazioni te ne sei tolte eccome…
“È stato un anno stupendo, forse irripetibile. Alla mia prima esperienza lontano da casa ho vissuto emozioni che in pochi possono dire di aver provato”.
 
Prima sei cresciuto nel settore giovanile della Lube. Che ricordi hai di quegli anni?
“I miei genitori mi hanno portato a provare la pallavolo a 10 anni, quando vedevano che crescevo parecchio. Da quel momento è iniziata la mia avventura in questo mondo: ho avuto la possibilità di far parte di una delle società più importanti d’Italia ed amare sempre di più questo sport. Ho visto da vicino campioni incredibili, come Simon, quello che mi ha impressionato di più: giocatore di un altro livello”. 
 
Ti piace Cuneo?
“Arrivo dalle Marche, regione di mare. Eppure le montagne mi piacciono e a Cuneo mi sono trovato subito bene. Mi piace, soprattutto il centro: piazza Galimberti e via Roma, in particolare”.
 
Per concludere: Macerata o Magerata?
“Ogni giorno i miei compagni mi prendono in giro per il mio accento. Ed allora io dico che sono ‘mageratese’! (ride, ndr). Pedron mi martella su questa cosa, mentre Parodi, che a Macerata ci ha vissuto, un po’ mi capisce”. 

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