RACCONIGI - Undici anni dopo: l’“amarcord” del Cuneo campione d’Italia di serie D

I protagonisti dell’esaltante stagione che culminò con lo scudetto della quarta serie si sono ritrovati a Racconigi, nell’ambito delle Giornate di Medicina dello Sport

Andrea Cascioli 12/06/2022 17:30

Chi l’ha vissuta in campo o sugli spalti la ricorda come una stagione irripetibile, coronata dal trionfo a Treviso, nella poule scudetto di Serie D, davanti nientemeno che al Perugia.
 
Era l’11 giugno 2011, quando all’“Omobono Tenni” un gol di Francesco Di Paola consegnava al Cuneo di Salvatore Iacolino il suo primo e finora unico titolo nazionale. Esattamente undici anni dopo i protagonisti di quella straordinaria cavalcata si sono ritrovati a Racconigi, per rievocare gli episodi più belli insieme ai collaboratori dell’epoca e a una rappresentanza dei tifosi della curva Vasco e dei Fedelissimi biancorossi.
 
Artefice della “rimpatriata” il medico sociale di quella formazione, il dottor Carlo Villosio, che ha ritagliato per la reunion con i suoi ragazzi uno spazio nell’ambito delle Giornate di Medicina dello Sport, tenutesi venerdì e sabato a Racconigi. Il salone della SOMS ha ospitato la proiezione del dvd “La stagione del trionfo”, realizzato all’indomani della promozione del Cuneo 1905 in Lega Pro. A seguire la premiazione dei calciatori e dei collaboratori accorsi nella Granda, qualcuno dopo un’assenza pluridecennale: c’erano alcuni tra i principali artefici di quell’impresa, come il portiere Danilo Tunno e il bomber Di Paola, ma anche lo storico magazziniere e co-organizzatore dell’evento Paolo Marino e l’allenatore Iacolino, lo “special one” della quarta serie, che proprio quell’anno raccolse la sesta promozione in carriera rilevando il Cuneo al terzultimo posto dopo cinque giornate.
 
Una squadra che non sembrava davvero nutrire grandi ambizioni, all’inizio, tanto che i suoi massimi dirigenti, il presidente Marco Rosso e il vice Furio Morano, avevano confidato al mister che si sarebbero accontentati di un piazzamento tra le prime cinque. Troppo grandi le delusioni raccolte nelle due stagioni precedenti, quando nonostante gli investimenti la squadra aveva vivacchiato nei bassifondi del campionato. Con pochi innesti ben calibrati e con la “cura Iacolino”, invece, i biancorossi condussero una stagione da dominatori assoluti, vinta con due giornate d’anticipo e chiusa con nove punti di vantaggio sulle due inseguitrici più prossime, il Saint Christophe e l’Asti. Poi la poule scudetto, dove i cuneesi avrebbero superato in successione il Mantova, l’Ebolitana e infine il Perugia.
 
Trascinati dai gol del profeta in patria Enrico Fantini (trentatre in trentaquattro partite giocate), i cuneesi tornavano tra i professionisti per la terza volta dopo le promozioni del 1989 e del 2005. L’anno successivo sarebbe arrivata la “doppietta”, con il salto in Prima Divisione seguito da due repentine retrocessioni e da altrettante risalite in C nel 2015 e di nuovo nel 2017 (anche quelle, manco a dirlo, sotto la guida di Iacolino). A distanza di undici anni, in mezzo il doloroso fallimento e il difficile tentativo di ridare lustro a un blasone sportivo con oltre cento anni di storia, resta di quell’esperienza soprattutto il ricordo di un gruppo coeso e con tanta fame di vittorie: un auspicio per chi, oggi, è chiamato a riportare Cuneo nel calcio che conta.

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