ALBA - Ad Alba la mostra dedicata a Piero Simondo, protagonista delle avanguardie artistiche del Novecento

L'esposizione è visitabile gratuitamente fino al 12 dicembre presso la chiesa di San Domenico. Giovedì scorso l'inaugurazione

Simone Dutto 25/09/2021 09:43

 
È stata inaugurata giovedì pomeriggio (23 settembre) la mostra “Piero Simondo. Laboratorio situazione esperimento”, presso la chiesa di San Domenico ad Alba.
 
Promossa dalla Fondazione Cassa di Rissparmio di Cuneo e realizzata in collaborazione con l’Archivio Simondo, la mostra offre uno sguardo sull’ampia produzione dell’artista scomparso nel Novembre scorso, partendo da lavori realizzati nei primi anni Cinquanta fino alla fine degli anni Novanta. 
 
Quella di Alba è solo la prima tappa di un lungo viaggio alla riscoperta del Simondo che si articolerà tra il Piemonte e la Liguria, dall’Accademia Albertina di Torino e il Castello di Rivoli, fino ad arrivare al MuDa Casa Museo Jorn di Albissola Marina e allo Spazio Simondo a Cosio di Arroscia, in programma per l’anno 2022. 
 
La capitale delle Langhe è stata molto importante per l’artista, in quanto, come affermato dalla figlia Amelia: “il babbo arrivò ad Alba per amore della mamma, albese doc, ed iniziò la sua carriera artistica proprio qui. Vedere che i suoi sforzi siano stati finalmente riconosciuti ed apprezzati mi rende estremamente orgogliosa”. 
 
Interessante ed efficace l'esposizione, curata da Luca Bochicchio, direttore scientifico del MuDa Casa Museo Jorn di Albissola Marina. Appena varcata la porta d’entrata della Chiesa è visibile, posto al centro della navata, un magnifico arazzo in canapa, realizzato con pezzi di stoffa tessuti a mano dalla trisnonna ligure di Amelia, che il padre aveva donato alla figlia nel 1982 per il suo matrimonio. Proseguendo è possibile ammirare le opere del Simondo esposte in ordine cronologico, su pareti in cartongesso. Ogni parete rappresenta una fase della vita dell’artista, dai monotipi realizzati negli anni Cinquanta ad Alba, ai dipinti di grande formato degli anni tra i Sessanta e i Novanta. Simondo sperimentò diversi stili e tecniche tra cui ipo-pitture, collage, topologie, sculture in legno e in ceramica, optando sempre per materiali molto poveri. Si tratta di una pittura fatta per sperimentare, non per durare e l’estrazione, l’ idea che il quadro dovesse uscire dal quadro stesso è un concetto molto presente nei suoi lavori della fine degli anni Cinquanta, che si porterà dietro fino agli anni Ottanta.
 
Durante una conferenza stampa svoltasi di giovedì 23 la figlia Amelia ha spiegato: “la normalità della società ha sempre spiazzato i miei genitori. Mio padre riteneva estremamente importante trasformare la materia in ciò che lui chiamava “necessità di fondo”, la pittura per l’appunto, e utilizzarla come espressione del pensiero astratto, arrivando a produrre ciò che si sentiva come necessario. La pittura del babbo si è evoluta in grande coesione con i fatti che accadevano nel mondo come la guerra del Vietnam, per esempio. Nella mostra è infatti esposta un’opera, un collage, realizzato dall’artista utilizzando pezzi di giornali raffiguranti le atrocità di quella guerra, sovrapposte a immagini di mobilio italiano di lusso, a rappresentare le comodità della gente che aveva solamente sentito parlare di quelle disgrazie. L’intenzione di Simondo era proprio quella di dare luce a questo fatto attraverso l’arte, mettendo in guardia le persone”.  “Ci tengo a ringraziare la Fondazione CRC, la città di Alba, la direttrice del Castello di Rivoli e il curatore della mostra Luca Bochicchio per essere riusciti a cogliere la complessità del pensiero di mio padre e aver dato vita a questa meravigliosa mostra” ha concluso.
 
La mostra sarà visitabile gratuitamente fino al 12 Dicembre, tutti i giorni dalle ore 15 alle 18, il sabato la domenica e i festivi anche dalle 10 alle 12.
 

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