ALBA - Alba sarà 'Capitale della Cultura d'Impresa' 2020

La proclamazione ufficiale è avvenuta sabato 9 novembre a Genova durante il Forum Nazionale Piccola Industria

11/11/2019 08:47

Alba è la città “Capitale della Cultura d’Impresa” per il 2020. L’assegnazione del premio è avvenuta sabato 9 novembre a Genova, nell’ambito del Forum Nazionale Piccola Industria. Confindustria, sulla scia delle “Capitali della cultura”, promosse dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, ha varato (in partnership con il Ministero stesso) il Bando “Capitale della cultura d’impresa” intendendo in questo modo premiare i contesti in cui la sinergia fra il sistema produttivo e quello creativo/culturale è in grado di generare occasioni di sviluppo e crescita per le città e per i relativi territori.
 
Come Parma sarà, per il 2020, città “Capitale della Cultura”, Alba si vedrà riconosciuto il titolo di “Capitale della cultura d’impresa”, in un quadro che intende premiarne la vocazione imprenditoriale distintiva (che la rende evidentemente un unicum a livello nazionale) e i punti di contatto tra il tessuto produttivo e il sistema culturale. Il riconoscimento è particolarmente significativo anche guardando alle altre città in lizza per l’assegnazione del premio. Alba ha infatti avuto la meglio su Torino, Ivrea e Biella, Brescia, Bergamo, Padova e Treviso, Firenze, Pisa, Fabriano, Bari e Taranto. La candidatura del distretto albese nell’ambito del bando è stata promossa da Confindustria Cuneo, su impulso del Presidente Mauro Gola e del Direttore Giuliana Cirio.
 
Kalatà s.r.l., impresa culturale associata a Confindustria, ha curato il dossier di candidatura, individuato un possibile programma di lavoro condiviso, definito le tematiche trasversali che caratterizzano il progetto e impostato preliminarmente le iniziative che saranno attuate nel corso del 2020. Il progetto troverà attuazione lungo tutto il corso del 2020 e individuerà il proprio baricentro in una serie di appuntamenti attuati nel periodo della prossima Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, oltre che in un ricco calendario annuale composto da seminari, workshop, momenti di matching fra tessuto produttivo e realtà culturali, proposte per le scuole e per gli istituti formativi. L’iniziativa è orientata all’approfondimento e alla messa in valore di 5 aree tematiche trasversali, individuate attraverso l’analisi comparata delle principali espressioni del tessuto produttivo (e i relativi modelli valoriali e di visione) e le peculiarità delle più interessanti e innovative organizzazioni culturali del territorio:

1. il legame con la terra e il “rispetto devoto” per l’ambiente;
2. radici locali e spirito internazionale;
3. l’amore per il contemporaneo, agire nel presente;
4. la promozione della cultura come forma di restituzione;
5. la passione per lo scorcio e la necessità di “guardare lontano”.
 
Dice Mauro Gola, presidente di Confindustria Cuneo: “Alba rappresenta un territorio di qualità ed eccellenza grazie al lavoro dell’uomo. E’ proprio questo intervento umano su un paesaggio dalle qualità peculiari che l’ha fatta riconoscere come Patrimonio dell’umanità. Identità diverse, paesaggistiche, culturali, imprenditoriali, che si uniscono in un unicum capace di diventare sistema territoriale. E poi tradizione e modernità fuse insieme, spirito di sacrificio e genialità imprenditoriale: tutto questo e’ Alba, la città che non a caso ospita la prima azienda industriale italiana per reputazione: la Ferrero”.
 
E’ un grande risultato - commenta Carlo Bo, sindaco di Alba - conseguire un premio così prestigioso sin dalla sua seconda edizione e vincendo la concorrenza di altre città italiane molto importanti. Ringrazio Confindustria Cuneo per aver promosso la candidatura della nostra città. Il riconoscimento ottenuto è la conferma dell’eccellenza del distretto albese e della virtuosa e proficua sinergia che qui sappiamo creare tra il sistema produttivo e quello creativo-culturale. L’amministrazione che presiedo sarà sempre al fianco delle imprese, per realizzare insieme la crescita economica e sociale del nostro territorio”.
 
L’esito della candidatura non era per nulla scontato, anche in rapporto alle altre importanti città che concorrevano per il premio. Basti pensare a Firenze, Ivrea, Brescia e Bari, oltre che naturalmente, a Torino. – sostiene Nicola Facciotto, amministratore delegato di Kalatà e responsabile del dossier di candidatura – Tuttavia la presenza sul territorio di realtà che rappresentano concretizzazioni “da manuale” del concetto stesso di “cultura d’impresa” (fra queste la Fondazione Ferrero, le Aziende Vitivinicole Ceretto, la cordata di imprese che sostiene Collisioni e molte altre) ha consentito di impostare un programma ambizioso e originale, che sarà molto interessante veder attuato nel corso del 2020”.
 
Il momento di avvio del percorso che oggi porta – fra gli altri moltissimi riconoscimenti – a questo importante risultato è simbolicamente individuabile nel 1881, anno di fondazione della Scuola di Enologia, creata per nobilitare i vini delle Langhe, primo impulso di una filiera oggi riconosciuta come eccellenza a livello mondiale. Mentre, nel 1929, crollava Wall Street, ad Alba, a partire da un'idea visionaria, si svolgeva la prima Fiera del Tartufo. Il dopoguerra fu il periodo cruciale per la trasformazione e la costruzione identitaria della città e del territorio di riferimento. Alba e le Langhe si lasciarono decisamente alle spalle le caratteristiche difficoltà che la accomunavano a molti territori agricoli e marginali d’Italia e, anche grazie alla capacità e alla lungimiranza di figure imprenditoriali come Pietro Ferrero, Carlo e Franco Miroglio, Edmondo Stroppiana, acquisirono gradualmente i tratti di un benessere condiviso e duraturo e si proiettarono in una dimensione
internazionale.
 
È emblematico il riflesso di questo percorso di sviluppo e trasformazione nella rappresentazione culturale della città: le inclementi terre della “malora” tratteggiate nel più celebre romanzo di Beppe Fenoglio, le colline dell’appartenenza genetica e inossidabile, descritte da Cesare Pavese, sono gli stessi luoghi che oggi ospitano e incantano Bob Dylan e Patty Smith, sono scelti come dimora da artisti provenienti da tutto il mondo e sono indicati come modello per le prassi sostenibili di valorizzazione del patrimonio, nel perfetto connubio fra attori pubblici, soggetti privati e imprese. Ne è riprova il fatto che Alba, insieme ad altre 9 città italiane (fra cui Roma e Milano, Parma e Bologna) e 180 città nel mondo, sia stata individuata come “Creative city” dall’UNESCO, per aver inteso il fattore “creatività” come motore di sviluppo economico.


c.s.

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