ALBA - Con Tuber Next Gen la Regione racconta il futuro del patrimonio tartufigeno

Dopo la presentazione al Grattacielo Piemonte, il progetto è arrivato ad Alba per il primo appuntamento sui territori, il 7 novembre

08/11/2025 07:44

Un territorio che si conferma cuore patrimonio tartufigeno regionale, ma anche laboratorio di una pianificazione attenta, sostenibile e condivisa. È questo il messaggio di Tuber Next Gen 2025, il progetto della Regione Piemonte che racconta il futuro del patrimonio tartufigeno, con un approccio integrato fra pianificazione territoriale, gestione forestale e sviluppo locale. Dopo la presentazione al Grattacielo Piemonte, il progetto è arrivato ad Alba per il primo appuntamento sui territori, il 7 novembre, dedicando una particolare attenzione alla provincia di Cuneo, il distretto con la più alta concentrazione di aree vocate alla produzione del tartufo bianco pregiato. "Il tartufo non è solo un’eccellenza gastronomica, ma una parte della nostra identità - dichiara l'assessore alla Pianificazione territoriale e Urbanistica, Biodiversità e tartuficoltura della Regione Piemonte, Marco Gallo -. Il Cuneese si conferma un territorio simbolo di questa ricchezza, dove la pianificazione territoriale e quella forestale devono procedere insieme. La qualità del paesaggio, la cura dei boschi e delle alberate rurali, la gestione sostenibile del territorio sono le basi su cui costruire il futuro del tartufo. Con Tuber Next Gen mettiamo a sistema conoscenze, strumenti e strategie, coinvolgendo Comuni, tecnici e operatori, per rendere la tutela del paesaggio e la valorizzazione delle risorse una responsabilità condivisa". Durante l'incontro sono intervenuti il sindaco di Alba, Alberto Gatto, il consigliere delegato della Provincia di Cuneo per il patrimonio tartufigeno, Massimo Antoniotti, il presidente del Centro Nazionale Studi Tartufo, Antonio Degiacomi, la consigliera con delega al Turismo della Camera di Commercio, Liliana Allena. E poi i contributi dell'Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali e dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori. "Solo con la conoscenza puntuale delle varie destinazione d'uso possiamo fare una pianificazione consapevole, a tutela e nel rispetto delle aree di pregio e dell'ambiente, per consentire uno sviluppo di salvaguardia del patrimonio tartufigeno", hanno commentato il sindaco di Alba, Gatto, e l'assessore alla Transizione Ecologica, Agricoltura, Commercio e Attività Produttive, Roberto Cavallo. "La tartuficoltura e la coricoltura stanno attraversando momenti delicati a causa dei cambiamenti climatici, ma non solo. Regione, Provincia, Amministrazioni e ricerca scientifica devono lavorare insieme per trovare delle soluzioni - così il consigliere Antoniotti -. L'incontro ad Alba è l'occasione per fermarci e affrontare questi problemi ed è importante farlo oggi, perché altrimenti diventerà troppo tardi". "Gli strumenti servono: sia per le politiche messe in campo dalla Regione, e sia per i professionisti che operano nel settore - ha detto il presidente Degiacomi -. I progetti che riguardano la tartuficoltura meritano un approfondimento, con aspetti non ancora consolidati e recenti. Importante far dialogare le conoscenze pratiche dei trifolau con politiche di tutela, fondati su studi specifici". "Il tartufo è un prodotto che la natura ci regala, diventato poi un brand grazie a tutti gli attori che compongono un ricco puzzle di questo territorio. Va però rispettato - ha concluso la consigliera Allena -. Non possiamo più girarci dall'altra parte di fronte a problemi come i cambiamenti climatici, dobbiamo salvaguardare questo prodotto che è sempre più fragile ma rappresenta la nostra cultura conosciuta in tutto il mondo". Le nuove Carte di Attitudine dei Suoli alle Produzioni Tartufigene, elaborate da IPLA per la Regione Piemonte, confermano la straordinaria ricchezza del Cuneese: oltre 87 mila ettari di aree vocate, di cui 7 mila ad alta attitudine e 80 mila a media attitudine, con un incremento del 24% rispetto alle precedenti stime. Sono 13 i nuovi Comuni riconosciuti come vocati alla produzione di tartufo bianco pregiato, tra cui Carrù, Cervere, Fossano, Magliano Alpi, Margarita, Morozzo, Rocca de’ Baldi, Salmour, Sant’Albano Stura, Trinità e Villanova Mondovì. In totale, sono stati caratterizzati 122 comuni del Cuneese per una superficie complessiva di circa 200 mila ettari. Le nuove Carte di Potenzialità Territoriale, che mettono in relazione l’attitudine del suolo con l’uso del territorio e la tipologia di soprassuolo, forniscono una fotografia ancora più precisa: nonostante circa 36 mila ettari abbiano perso attitudine per effetto dell’urbanizzazione, oltre 49 mila ettari mantengono una potenzialità medio-alta per la produzione tartufigena, con la possibilità di ulteriore crescita grazie a una gestione forestale attiva e sostenibile. "Querceti, saliceti, pioppeti, ma anche filari e siepi rurali - spiegano i tecnici - sono elementi che permettono i suoli vocati a esprimere il massimo della loro potenzialità tartufigena. È qui che la pianificazione territoriale incontra la tutela del paesaggio e la gestione forestale: solo con un approccio integrato si può mantenere viva questa eccellenza naturale". Accanto alle aree vocate al tartufo bianco pregiato, le nuove carte regionali individuano un numero crescente di Comuni favorevoli anche alla produzione del tartufo nero pregiato (Tuber melanosporum) e del tartufo nero estivo o scorzone (Tuber aestivum). Per il tartufo nero pregiato, risultano comuni vocati in provincia di Cuneo: Bergolo, Bernezzo, Caraglio, Carrù, Castagnito, Castelnuovo di Ceva, Cervere, Fossano, Grinzane Cavour, La Morra, Magliano Alfieri, Magliano Alpi, Margarita, Monchiero, Monesiglio, Montemale di Cuneo, Monterosso Grana, Morozzo, Pradleves, Rocca de’ Baldi, Roddi, Saliceto, Salmour, Sant’Albano Stura, Serralunga d’Alba, Trinità, Valgrana, Verduno e Villanova Mondovì. Per lo scorzone estivo, si distinguono invece Castelnuovo di Ceva e Montemale di Cuneo. Si tratta di una mappa di potenzialità in espansione che conferma la centralità del Cuneese non solo per il tartufo bianco ma per l’intero patrimonio tartufigeno regionale, dove biodiversità, uso sostenibile del suolo e gestione forestale si intrecciano in un equilibrio prezioso.   Alba e la Langa Cuneese: un modello di pianificazione integrata Il nuovo Piano Territoriale Regionale (PTR) individua nel Cuneese uno degli ambiti strategici per la valorizzazione del patrimonio naturale e produttivo piemontese. L’Ambito di Integrazione Territoriale n. 25 “Alba”, che comprende 74 comuni, definisce obiettivi mirati per la crescita equilibrata delle Langhe e del Roero, come: l’integrazione tra attività agricole, forestali, artigianali e turistiche; la salvaguardia dei paesaggi agrari storici e delle borgate rurali; la valorizzazione delle filiere locali e del turismo agroalimentare; lo sviluppo sostenibile delle risorse forestali. A questo ambito corrisponde la nuova Area Forestale n. 34 “Roero e Langa Cuneese”, su cui tra il 2026 e il 2027 partirà il processo di pianificazione forestale territoriale. Il piano, finanziato con le risorse della Strategia Forestale Nazionale, sarà coordinato da un Ufficio di Piano, che coinvolgerà i Comuni e le Unioni montane nella definizione delle priorità per la gestione silvo-pastorale e la valorizzazione delle filiere boschive.   Prossimi appuntamenti Dopo l’incontro di Alba del 7 novembre, Tuber Next Gen farà tappa ad Asti e Alessandria il 14 novembre, e a Torino il 21 novembre, in occasione della Giornata nazionale degli alberi.

c.s.

Notizie interessanti:

Vedi altro