VERDUNO - Due stanze protette per le donne vittime di violenza nell’ospedale di Verduno

L’iniziativa dell'associazione Mai+Sole è stata realizzata dalla Fondazione Ospedale Alba Bra. I luoghi accoglieranno le vittime garantendo anonimato e riservatezza

24/07/2023 18:04

Nell’ospedale Michele e Pietro Ferrero, questa mattina alle ore 11 sono state inaugurate due stanze dedicate alle donne vittime di violenza. Luoghi protetti dove accogliere, garantire l’anonimato e la riservatezza in un momento delicato come la presa in carico e le prime visite delle vittime.
 
Un tema terribilmente attuale se consideriamo che, nel bilancio del 2021, in Italia sono state uccise 109 donne, di cui 93 in ambito familiare/affettivo. A livello locale, nel corso del 2022, sono tre le donne vittime di violenza sessuale assistite, in seguito a segnalazione, dall’Equipe multidisciplinare Rete Sanitaria Vittime di Violenza dell’Asl Cn2, una rete di assistenza coordinata a livello regionale della quale fanno parte specialisti aziendali provenienti da aree differenti, che rende possibile la presa in carico complessiva della persona.
 
L’iniziativa è stata proposta dall’Associazione Mai+Sole - con il contributo della Fondazione Cagnasso Onlus - e realizzata dalla Fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus, in collaborazione con lo Staff - Ostetricia e Ginecologia molto sensibile e impegnato sul tema, come già dimostrato nello scorso novembre con l’installazione e l’inaugurazione della panchina rossa, in occasione della Giornata internazionale contro la Violenza sulle Donne.
 
Sono intervenuti all’inaugurazione: Bruno Ceretto, presidente della Fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus; Adonella Fiorito, presidente e una delegazione dell’Associazione Mai+Sole; Francesca Albanese, consigliera della Fondazione Cagnasso Onlus, Manuela Scatà e Patrizia Casetta - Responsabile e Coordinatrice dell’Ostetricia.
 
Bruno Ceretto ha aperto la cerimonia ringraziando e elogiando il lavoro fatto sul territorio dall’Associazione Mai+Sole, per promuovere percorsi di allontanamento emotivo e materiale dalla relazione violenta e ricostruire con serenità l’autonomia delle donne. Adonella Fiorito ha raccontato come la stanza protetta sia già stata sperimentata da anni in altri ospedali e un ospedale come quello di Verduno non poteva certamente esserne priva, da qui il loro impegno ad ottenere un contributo specifico per la sua realizzazione. Francesca Albanese ringrazia i presenti di aver coinvolto la Fondazione Cagnasso in un progetto che destina uno spazio prezioso in situazioni di emergenza che si spera capitino con sempre meno frequenza.
 
Chiude Manuela Scatà, responsabile dell’Ostetricia, spiegando: “Le due stanze allestite e umanizzate accolgono e danno supporto al medesimo tempo. Con un attento progetto di umanizzazione pittorica sono stati scelti arredi e colori che potessero accompagnare il momento critico, grazie a paesaggi surrogati che propongono nuovi orizzonti e accolgono la necessità di sognare un futuro positivo”.

c.s.

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