C’è un tempo in cui il silenzio si fa spazio di ascolto, e la fragilità non è più un peso da nascondere, ma il punto di partenza di una rinascita. A partire da domenica 15 giugno, La Collina degli Elfi riapre le sue porte con le settimane di accoglienza gratuita rivolte a famiglie con bambini in remissione oncologica, provenienti da tutta Italia.
Nel centro di Craviano di Govone, all’interno dell’ex convento dei Padri della Dottrina Cristiana, ogni famiglia sarà accolta in un ambiente protetto, dove la cura passa dall’ascolto, dal gioco e dal supporto condiviso. Dieci settimane, decine di nuclei familiari, centinaia di emozioni: tra colline, silenzi e abbracci, i percorsi offerti dalla Collina si confermano come strumento concreto per tornare gradualmente alla quotidianità dopo l’esperienza destabilizzante della malattia.
“La stagione che si apre è la conferma di un impegno costante e collettivo. Non siamo mai stati solo un luogo di accoglienza: siamo una casa, un rifugio, un’esperienza trasformativa. Il nostro lavoro è possibile grazie a una rete solida fatta di ospedali partner, operatori sanitari e oltre 150 volontari appassionati – spiega Manuela Olmo, presidente de La Collina degli Elfi –. È un intreccio di relazioni che ogni anno si rinnova, si consolida e dà vita a un percorso concreto di cura e accompagnamento”.
“Ogni nuova stagione alla Collina – aggiunge Luisella Canale, presidente del comitato scientifico e presidente onoraria de La Collina degli Elfi – è resa possibile dall’impegno di una comunità che crede profondamente nel valore della cura. I nostri volontari, insieme ai terapeuti, costruiscono una rete che accoglie senza condizioni. Domenica 15 giugno riapriamo le porte con l’energia e la responsabilità di sempre: accogliere significa dare dignità al dolore e trasformarlo in speranza”.
L’azione della Collina si basa su una collaborazione sempre più ampia, che coinvolge strutture ospedaliere come il Regina Margherita di Torino, l’ospedale SS. Annunziata di Savigliano, il Meyer di Firenze, il Gaslini di Genova, il Bambin Gesù di Roma e molte altre realtà del territorio nazionale. A oggi, la rete attivata copre oltre 30 partner tra ospedali e associazioni in Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia.
Un’estate di cura e comunità: il concerto solidale
La stagione estiva sarà accompagnata, come da tradizione, anche da momenti di apertura al pubblico. Sabato 21 giugno, alle ore 21, nella sede di via Craviano 45 a Govone, si terrà il concerto solidale del Chorus2000. L’ingresso sarà libero con offerta responsabile e il ricavato sarà destinato al Progetto Protezione Famiglie Fragili, realizzato in collaborazione con ASL CN2 e Rete Oncologica Piemonte–Valle d’Aosta. L’obiettivo è offrire accompagnamento e supporto ai nuclei familiari più vulnerabili nel difficile periodo della malattia. Prenotazione consigliata al numero 345 0844959.
"Chi ha paura dello spettro?": una serata per conoscere e crescere insieme
Lunedì 9 giugno, nella cornice della Fondazione Ferrero di Alba, si è tenuta una serata speciale organizzata da La Collina degli Elfi, dal titolo evocativo: "Chi ha paura dello spettro?". Un appuntamento pensato non solo per parlare di autismo, ma per farlo con il cuore e con la mente aperta, attraverso un linguaggio comune che unisce, chiarisce e costruisce ponti di comprensione.
Il progetto "Chi ha paura dello spettro?" nasce con un intento chiaro e profondo: promuovere conoscenza e consapevolezza sull’autismo come forma di neurodivergenza, contribuendo a diffondere informazioni cliniche e sociali in modo accessibile, rispettoso e aggiornato. L’obiettivo non è solo informare, ma soprattutto creare sinergia tra le persone, sviluppare empatia e fornire strumenti concreti, scientificamente validati, da utilizzare nella quotidianità.
Due sono state le relatrici ad accompagnare nella serata di formazione: Red Fryk Hey, ballerina, insegnante e coreografa professionista, persona autistica e divulgatrice impegnata sul tema dell’autismo, che da diversi anni si racconta con autenticità portando la propria testimonianza viva e diretta, e al suo fianco la dott.ssa Roberta Luino, educatrice e pedagogista, che si occupa di autismo con uno sguardo attento e profondo. Una necessità, quella di formarsi sull’autismo, che è emersa direttamente dall’esperienza vissuta nella realtà della Collina. Sempre più spesso, infatti, i volontari si trovano a seguire bambini che, oltre alla difficile lotta contro il cancro, presentano tratti dello spettro autistico. Queste storie complesse ci pongono nuove domande, ci sfidano ad andare oltre, a crescere come operatori, come volontari, come esseri umani. Un ringraziamento va alla Fondazione Ferrero, che con la consueta generosità ha messo a disposizione lo spazio e ha permesso di aprire la serata alla cittadinanza, trasformandola in un’occasione di riflessione e confronto per tutti.