VEZZA D'ALBA - Musica: esce oggi su tutte le piattaforme digitali "Acrobazie", un disco in cerca di equilibrio

Si tratta del secondo lavoro in italiano da solista del cantautore Roncea, prodotto da Manuel Volpe

Roncea

Francesca Barbero 30/09/2022 11:39

Nicolas Roncea, classe 1987, ha origini francesi ed è cresciuto in Italia, a Vezza D'Alba. "Acrobazie", prodotto da Manuel Volpe al "Rubedo Recording" di Torino e in uscita oggi su tutti gli store digitali, è il secondo lavoro in italiano del cantautore: un disco che parla di acrobazie reali e esistenziali, alla ricerca di equilibrio. Roncea ha collaborato con i componenti di Verdena e di Marta Sui Tubi ed è stato musicista di Carmelo Pipitone (Marta Sui Tubi) per più di 30 date nel tour "Cornucopia". Ha aperto concerti a Coma Cose, Truppi, Bianco, Eugenio in Via di Gioia, Tunng, Dunk e Marissa Nadler. Nicolas è anche il frontman dei Fuh, band canalese da poco tornata sulle scene che ha aperto concerti a band come The National e Artic Monkeys.
 
Chi è Roncea? Con "Acrobazie", il tuo secondo album in italiano, porti l'ascoltatore nel tuo mondo, mettendo a nudo la tua interiorità. Ma sei anche il frontman dei Fuh, band che “nasce, vive e probabilmente morirà a Canale”, tornati sulle scene dopo sette anni di assenza, proprio quest'anno. E nei Fuh esce la tua anima punk e piena di rabbia. Vi ho visti dal vivo per la prima volta a “Canaleontica”, nella vostra Canale: a un certo punto eri come un drago che al posto del fuoco sputava acqua e sei morto e rinato più volte sul palco. Chi c'era sa di cosa sto parlando.
 
"Grazie per aver menzionato i Fuh, quello a 'Canaleontica' è stata una vera e propria rinascita per noi. Rappresentano il mio primo grande amore, da dove tutto è iniziato e niente sarebbe lo stesso senza questa dimensione. Ho la grande fortuna di poter disporre di modi differenti di poter raccontare una storia, di esprimere delle emozioni, delle sensazioni e fondamentalmente di sfogarmi. Con il mio progetto ho trovato una chiave per aprire delle porte di stanze che non avevo ancora esplorato: con 'Acrobazie' ho scelto di aprire le porte a tutti o meglio, a chiunque abbia voglia di ascoltare, di scoprire, di farsi toccare. Perché questo non è che un modo per sentirmi, per sentirci".
 
"Acrobazie" è un titolo significativo. Il primo riferimento è al circo e alla figura di tuo padre, Constantin Roncea, nella foto in copertina, acrobata rumeno di fama internazionale che ha lavorato anche al “Circo delle mille e una notte” (il Circo Orfei). Il secondo è alle acrobazie della vita, quelle che compiamo ogni giorno, in bilico sulla nostra esistenza, per trovare un equilibrio. O almeno provare a cercarlo.
 
"La tua è una sintesi impeccabile. Si tratta di un progetto artistico che ha come focus il concetto di equilibrio in diverse espressioni, accezioni e sfaccettature. Mio padre si chiama Constantin e vive a Bucarest, la città che lo ha visto nascere e crescere. La stessa città che lo ha visto allontanarsi con occhi sognanti di ragazzo alla ricerca di avventura e che non lo ha più visto tornare per via del regime dittatoriale di Ceausescu per una ventina di anni. Nei primi anni Settanta è un acrobata riconosciuto a livello internazionale, dopo un’adolescenza come atleta nella nazionale romena under 18 di tuffi. La sua, è la storia che racconto insieme ad altre, compresa la mia. 'Acrobazie' è il tentativo di colmare le distanze, è il bisogno di perdonare, è la voglia di capire e di cercare senza la smania di trovare. 'Acrobazie' sono io ma sei anche tu, in tutto quello che fai alla ricerca del tuo equilibrio".
 
Il tuo è un disco potente e pieno di emotività. Parla di amore, sofferenza e ferite, solitudine, senso di colpa, perdono e serenità rispetto al passato. Emozioni legate alla tua storia, che sembra quella di una persona che ha sofferto parecchio, una persona che forse ancora soffre ma che è riuscita a trovare un equilibrio con la sua sofferenza (“Però ti dirò son contento del freddo che fa nel mio mondo” canti in “Ritorno Domani”), alla storia di tuo padre e a quelle delle persone che racconti. Le parole e le melodie si completano a vicenda e ti entrano dentro, accarezzandoti con una dolcezza straziante.
 
"Prima di tutto sono felice che tu sia riuscita a coglierne l'essenza. Acrobazie non è un disco per tutti, me ne rendo perfettamente conto. Tuttavia, da qualche tempo a questa parte, mi interessa il peso e non la quantità. Sono soddisfatto di queste cinque tracce, cinque pillole amare che vanno giù con tanta acqua e che aiutano a stare meglio, mi auguro. La fortuna di chi come me scrive, è quella di poter esorcizzare il dolore, la sofferenza, i brutti scherzi della vita per trasformarli in qualcosa di diverso, di comune, collettivo, condiviso, nostro. Penso che chiunque possa ritrovarsi nei testi di Acrobazie. Fondamentalmente tutti siamo rimasti delusi da qualcosa o qualcuno, tutti abbiamo sofferto, tutti abbiamo amato. Forse non tutti abbiamo avuto la volontà di capire e poi perdonare, però. E' qui che 'Acrobazie' trova il suo significato più profondo: credo nel perdono, nelle seconde possibilità, nelle opportunità che ti offrono le cadute. Con la mia musica cerco le persone sensibili, cerco mani tese, cerco l'abbraccio di anime tormentate, di cuori infranti".
 
Un disco che è una ricerca di cura e di un un abbraccio, che si trasforma in un abbraccio di parole e musica che culla chi lo sta ascoltando, e la sua storia. “ E meravigliarsi del colore di un fiore, capire che amare non ti rende migliore. Scegliere apposta di farsi del male, ora tu vuoi capire quindi devi restare (…) Così ci abbandoniamo alle opportunità”: “Le opportunità mi ha fatto scendere più di qualche lacrima mentre la ascoltavo in auto, e sentire meno sola. Scrivendo le canzoni hai trovato l'abbraccio che cercavi?
 
"Hai menzionato il mio brano preferito in assoluto. Considero 'Le Opportunità' il mio piccolo manifesto, è la fotografia del momento che sto vivendo. E' un brano che mi rende profondamente orgoglioso. Con questo album ho scelto di non vergognarmi più di chi sono. Per questa ragione ti faccio due confessioni: la prima è che dopo 'Presente' il mio desiderio era quello di interrompere a tempo indeterminato il progetto Roncea, volevo concentrarmi su altre cose e pensavo di aver detto quello che volevo. Quando 'Le Opportunità' si è trasformata da foglio di carta a file audio che ho puntualmente mandato a Manuel Volpe, il produttore dell'ep, ho capito che avevo ancora qualcosa da dire. Mi sono fermato a 5 tracce perché è tutto qui. Rispondendo alla tua domanda devo dirti di no, non ho ancora trovato l'abbraccio che cercavo ma so che lo troverò andando in giro a suonare questi brani, personalmente non vedo l'ora".
 
"La sensibilità non è una qualità oggigiorno, è una condanna" scrivi sul tuo blog, “Presente”, in un racconto in cui la schiuma dei piatti che stai lavando ti riporta alla mente il te bambino, che spesso piangeva e che per questo motivo era etichettato dalle maestre come "troppo sensibile". Viviamo in un mondo che ci impone di nascondere sentimenti, lacrime o emozioni in generale quando non dovremmo vergognarci di questo, né delle “acrobazie sulle nostre paure” (per citare la canzone che dà il titolo all'album), né delle nostre cadute. Le cinque tracce del disco raccontano anche questo.
 
"Ci siamo abituati a musica didascalica, ovviamente generalizzare è sempre sbagliato ma è innegabile che sia venuta meno un po' di poesia nei testi. La sensibilità esiste ma sembra che non sia più una qualità quanto un segno di debolezza: dobbiamo essere forti, simpatici, dinamici ma soprattutto belli. E' evidente che abbiamo perso qualcosa per strada. Sento il bisogno di regredire al sentimento, una rivoluzione emozionale. Spero che i difficili tempi moderni aiutino a riportare l'attenzione su quello che conta davvero, su chi siamo e non su ciò che abbiamo. Non sono mai stato bravo a dispensare consigli, lungi da me insegnare qualcosa a qualcuno, però c'è un esercizio che faccio alcune sere prima di addormentarmi: mi metto una mano sul petto e cerco di sentirmi. Non possiamo salvare nessuno dall'acqua alta se non abbiamo un appiglio solido".
 
“Acrobazie” esce domani. Sei pronto per il tour?
 
“Prontissimo. Non vedo l'ora. Stiamo organizzando in questi giorni le date. Il primo giro sarà in solo chitarra e voce e in situazioni molto intime, sempre per rimanere in tema abbraccio. A novembre e dicembre sarò in giro per il nord Italia, in primavera ci stiamo muovendo sulla Francia. Sono tanti anni che non suono in Francia e ho un grande desiderio di tornarci. Il calendario è in via di definizione. Spero di suonare tanto e ovunque”.

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