ALBA - Piante tartufigene, Busso (Cia Cuneo): "Soldi a chi si impegna a conservarle nei propri terreni"

Il responsabile del settore Finanza agevolata dell'organizzazione: "I soggetti beneficiari dovranno impegnarsi a conservarle per cinque anni"

25/11/2025 09:44

La Regione Piemonte ha pubblicato il nuovo bando per l’indennità di conservazione del patrimonio tartufigeno. Possono aderire tutti i proprietari o possessori di terreni sui quali sono radicate piante produttive di Tuber magnatum Picco, Tartufo Bianco d’Alba. La scadenza per la presentazione delle domande è il 27 gennaio 2026. "In pratica - spiega Pietro Busso, responsabile del Settore Finanza agevolata di Cia Agricoltori italiani di Cuneo -, a fronte del contributo percepito per il mantenimento di piante tartufigene nei propri terreni, i soggetti beneficiari dell’indennità dovranno impegnarsi a conservarle per cinque anni, consentendo, nel contempo, la libera raccolta dei tartufi sugli stessi terreni dove le piante sono radicate". La capacità tartufigena delle piante, requisito fondamentale per l’assegnazione del contributo, è dimostrata dall’avvenuta raccolta, negli ultimi tre anni, di esemplari di Tuber magnatum Picco nell’area di presumibile sviluppo del loro apparato radicale, mentre l’avvenuta raccolta è accertata dalla Commissione comunale agricoltura preposta, col particolare apporto dei due rappresentati dei raccoglitori di tartufi, per diretta conoscenza o per informazioni assunte dai raccoglitori stessi. "Rispetto agli anni passati - continua Busso - ci sono state delle variazioni di contributo e viene espressamente richiesta una validazione sul fascicolo del 2025, per cui le sedi di Cia Cuneo sono pronte a rispondere alle esigenze degli interessati". Se riconosciute produttrici di Tuber magnatum Picco, le piante che danno diritto all’indennità possono appartenere alle specie di latifoglie quali Querce (farnia, rovere, roverella e cerro), con importo massimo annuo concedibile per ogni soggetto arboreo di riconosciuta capacità tartufigena pari a 20 euro; Pioppi (pioppo nero, pioppo bianco, pioppo tremolo), Pioppo ibrido, Salici (salicone, salice bianco e salice da vimini), Tigli (tiglio nostrale e tiglio selvatico) e Carpini (carpino bianco, carpino nero), con importo massimo annuo concedibile per ogni soggetto arboreo di riconosciuta capacità tartufigena pari a 18 euro e Nocciolo, per il quale l’indennità è riconosciuta in via residuale in ragione delle disponibilità finanziarie previste dal piano di attività annuale. "L’indennità ad ogni avente diritto - osserva ancora Busso - può essere concessa per un numero massimo di 25 piante per ettaro, indipendentemente da come le stesse sono distribuite sul terreno tartufigeno. Sono ammesse le piante radicate a filari lungo fossi, strade o nelle zone di confine con altre particelle. In caso di incerta attribuzione della capacità tartufigena a singole piante, dovuta alla presenza di alberi ravvicinati in gruppi, il numero di piante da riconoscere sarà definito in ragione di una ogni 400 metri quadrati di area di insidenza (proiezione sul terreno delle chiome) del gruppo considerato, calcolato vuoto per pieno".

c.s.