MONFORTE D'ALBA - Monforte d’Alba, l’associazione culturale Asmangia ha premiato l’enologo Claudio Rosso con la 'Brigna d’Or'

Pieno successo per la 'Festa degli Uomini' organizzata lo scorso 2 agosto, con tanti ospiti capitanati da Piero Montanaro

06/08/2019 08:50

Se l’8 marzo è una data tinta di rosa e ben conosciuta, perché ricorre la Festa della Donna, lo stesso non si può dire per la festa dedicata alle quote azzurre. Sì, perché quasi nessuno sa che esiste una giornata dedicata agli uomini, un “8 marzo” tutto al maschile. Ad eccezione di Monforte d’Alba dove, venerdì 2 agosto, è tornato l’immancabile appuntamento estivo dedicato al sesso forte. Ogni anno, il 2 agosto, nella Cascina Gabutti Bussia, incastonata nelle dolci colline di Langa, si celebra, infatti, la Festa degli Uomini, evento goliardico e suggestivo, che vede puntualmente registrare una grande partecipazione. L’organizzazione, perfetta, è stata firmata dall’Associazione culturale Asmangia di Monforte d’Alba, presieduta da Monia Rullo e da tanti collaboratori, che hanno agito dietro le quinte. A partire dalle cuoche, le chisinere, che hanno servito un prelibato menù a base di tipiche ricette piemontesi. Antipasti come bistecche in carpione, frittatine, insalata di toma, sedano e noci, agnolotti, gnocchi, dolci con le pesche e gli amaretti hanno sfilato in tutto il loro sapore a braccetto di un ottimo vino della casa. La 7ª edizione è stata caratterizzata da un momento di convivialità, allietato dalla musica dal vivo proposta dal mattatore di Telecupole Piero Montanaro in tandem con i gruppi folk gli Amici della Caraffa, i Quattro più uno e gli Stik. Una serata fatta di canzoni e parole che si potrebbe definire meglio “vijà” ovvero “veglia”, dove cultura e spettacolo hanno fatto da motrice ai valori ed ai contenuti della piemontesità e, in particolar modo, al mondo delle Langhe. Quasi duecento partecipanti a cantare sulle note di un repertorio vastissimo di brani che ha compreso “Notte di collina”, “Vengo dalla fine del mondo”, “Io Vagabondo” per poi chiudersi con “Amici miei”, riscuotendo forti applausi ed una lunga standing ovation. Ottimo contorno per il clou della serata, ovvero l’assegnazione del premio che l’Asmangia riserva ogni anno ad uno scapolo eccellente, langhetto o di origini langhette, noto per le sue doti professionali e fedele interprete dei valori del territorio. Ma se alle donne viene regalata la mimosa, che cosa potrà mai essere regalato ad un uomo? Semplice, un presente di buon augurio come la Brigna d’Or. Questa volta, ad aggiungere il suo nome al prestigioso elenco degli insigniti, è stato Claudio Rosso, già presidente del Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero. Dimostrando capacità professionali superiori nel campo della produzione vitivinicola, il 59enne enologo albese, oltre a pregiate bottiglie di Barolo, potrà così sfoggiare anche un riconoscimento sempre più ambito. A far conoscere meglio il vincitore e la sua bella storia imprenditoriale, ci ha pensato la giornalista Silvia Gullino (madrina della serata) in un break letterario che ha svelato curiosità e aneddoti del protagonista di giornata. Una vocazione di famiglia, nata e cresciuta nella famosa cantina “Gigi Rosso”; un’alta conoscenza delle proprie radici; la voglia di guardare sempre avanti. Sono gli ingredienti principali di Claudio Rosso, che, in una parola, ha definito se stesso “trasparente” ed il suo vino “sincero”. Importanti qualità che hanno sbaragliato la concorrenza, pronta a darsi battaglia per l’ottava edizione del premio. Non sono mancate le foto di gruppo a cura di Giacomo Berrino, a corollario di una magnifica notte di mezza estate dal sapore antico e sempre nuovo. L’appuntamento per tutti è al prossimo anno, il 2 agosto ovviamente. Una curiosità. La Festa degli Uomini nasce in epoca napoleonica. Tutto prende spunto dalle divise dei militari francesi, dotati di calzamaglie molto strette che lasciavano poco spazio all’immaginazione. A questi soldati veniva imposto, per una questione di uniformità, di tenere entrambi gli attributi spostati a sinistra della cucitura della calzamaglia. Da qui il detto “les deux à gauche (due a sinistra)”. Non sappiamo il motivo, ma pare che, in seguito, l’affermazione “deux à gauche” sia diventata “deux de août”, che significa appunto “due di agosto”. Inoltre, si ipotizza che la forma dei genitali maschili assomigli ad un 8 rovesciato e agosto è l’ottavo mese dell’anno. Da qui la scelta di festeggiare l’uomo proprio il 2 agosto. 

c.s.

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