CHERASCO - Truffe digitali e pericoli della rete: il convegno per aiutare i meno esperti a difendersi

L’incontro, organizzato dai Giovani Soci di Banca di Cherasco, ha avuto come ospite d’onore il fondatore di Baladin Teo Musso

24/10/2025 12:27

Il nostro patrimonio digitale non sono solo i soldi, ma i dati che consentono l’accesso a servizi importanti, incluso il conto in banca. Sulla rete ogni minuto vengono pubblicate in media 650 mila storie su Instagram e inviate 200 milioni di mail, mentre su YouTube sono caricate 500 ore di video. E ogni anno milioni di italiani sono sotto attacco: sbagliato credere che siano colpiti soltanto le grandi aziende o i governi”. È l’avvertimento di Nino D’Amico, Cto dell’azienda torinese HRC e responsabile del progetto di sicurezza informatica Cyber Brain, intervenuto ieri , giovedì 23 ottobre, nell’auditorium di Banca di Cherasco a Roreto, in occasione dell’incontro “Truffe digitali, quando è la mente a cadere nella rete”, organizzato dal gruppo Giovani Soci dell’Istituto di Credito Cooperativo. Sono seguiti esempi concreti, avvertimenti e consigli, ricordando che le tecniche di ingegneria sociale permettono di “manomettere” le persone che utilizzano i sistemi informatici, facendo leva su vulnerabilità psicologiche: urgenza, senso di colpa, curiosità oppure paura. La collaborazione tra HRC Srl e Banca di Cherasco è nata tre anni fa, proprio sul tema della cybersecurity, con l’obiettivo di offrire a privati e pmi strumenti e soluzioni avanzate per la protezione dai sempre crescenti rischi informatici.
 
È intervenuto anche Alberto Rossetti, psicologo e psicoterapeuta torinese, che ha approfondito il nostro rapporto con le tecnologie: dall’assenza del corpo (che ci lascia “senza bussola” quando siamo sul web) alla tendenza “naturale” a umanizzare le macchine, fino all’eccessiva fiducia che riponiamo nei dati e nelle novità tecnologiche, di fatto mai messe in discussione. “Gli hacker – ha spiegato – sfruttano spesso l’emotività delle persone per i loro crimini”. Nel finale, prima di una degustazione di birre artigianali davvero uniche (Isaac, Nazionale e Rock’n’Roll), è salito sul palco Teo Musso, fondatore di Baladin, che ha ripercorso 40 anni di vita imprenditoriale nel mondo delle birre artigianali, da innovatore e da pioniere. Ha raccontato: “Nel 1986 ho fondato una birreria a Piozzo, 850 abitanti di cui 200 nelle due case di riposo, dove tra musica dal vivo e birra ho allevato due generazioni di cuneesi e non solo: avevo vent’anni, era un locale che rompeva gli schemi. E mia madre mi dava del matto”. Ancora: “Ci sono stati bruschi stop e fallimenti, come quando volevo aprire da giovanissimo una discoteca sui pattini a rotelle a Strasburgo, o quando ho iniziato a fare le cotte di birra nel locale e la gente, non abituata, non si fidava. Negli Anni ’90 i tempi erano maturi, dieci anni dopo lo scandalo del metanolo e dieci anni dopo la nascita di Arcigola, poi diventata Slow Food. È stata una rivoluzione e una provocazione: si scriveva sui giornali che c’era un pazzo che girava tutte le regioni sostenendo che la birra potesse sostituire il vino. L’Italia oggi è un simbolo del buongusto nel mondo e da quasi vent’anni provo a creare, innovando e cambiando, ragionando su materie prime e filiera, una birra che sia legata alla nostra tradizione, non realizzata con prodotti importati. Di fatto sono papà di tre figli all’anagrafe, ma anche in qualche modo dei 1.182 birrifici artigianali del nostro Paese”. Le conclusioni del direttore generale di Banca di Cherasco, Marco Carelli: “Un grazie al Gruppo Giovani Soci che ha voluto organizzare questo appuntamento su temi di loro interesse. Il convegno si è svolto nei giorni in cui sono in corso i lavori per colorare con un’opera di Coco Cano le facciate della sede centrale dell’Istituto, a Roreto”. E Teo Musso ha voluto aggiungere: “Un modo originale per dare un senso pop al vostro lavoro: siamo tutti saturi per mille ragioni e serve un po’ di leggerezza”. L’iniziativa (realizzata in collaborazione con HRC, Cyber Brain e Birrificio Baladin) si è conclusa con degustazioni, aneddoti e la premiazione di dieci partecipanti con un pacchetto formativo sulla sicurezza in rete, tra miniserie, gamification e formazione esperienziale.

c.s.

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