BORGO SAN DALMAZZO - A Borgo San Dalmazzo è vietato dare da mangiare ai gatti randagi

Sarà possibile distribuire cibo ai felini solo con l'autorizzazione delle associazioni convenzionate con il Comune

03/06/2019 09:59

Un nuova norma farà certamente discutere i borgarini. Con l’aggiornamento del Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Borgo San Dalmazzo, necessario per adeguare le norme contenute nella pre-vigente versione datata 1979, è stata inserita una nuova sezione con cui si intende disciplinare la materia degli animali da affezione: in particolare l'approfondimento si propone di fare chiarezza sulla normativa relativa alla gestione dei gatti all’interno del territorio comunale.
 
Il primo concetto attorno cui ruota tutta la disciplina è che su area pubblica, per ragioni di igiene pubblica e pubblico decoro, è fatto divieto ai cittadini di dare da mangiare agli animali se non previa autorizzazione da parte delle associazioni di volontariato con cui il Comune ha stabilito apposite convenzioni. Con questo passaggio il Comune formalizza un accordo con le associazioni di tutela animale delegando alle stesse il compito di gestire i volontari che si rendono disponibili ad occuparsi degli animali al fine di evitare iniziative di singoli cittadini che, collocando cibo in modo incontrollato nei luoghi pubblici, potrebbero creare problematiche igienico-sanitarie o di pubblico decoro. Tradotto: niente cibo per i gatti randagi.
 
Il secondo importante concetto sottolineato dal regolamento è un richiamo della Legge regionale 26 luglio 1993, n. 34 con cui si stabilisce che chiunque accetti a qualunque titolo di occuparsi di uno o più gatti nella proprietà privata (come sopra specificato su area pubblica è fatto divieto) viene considerato detentore e pertanto tra i doveri posti in capo a tale soggetto rientra anche il controllo della proliferazione degli animali.
 
Ciò che rende difficoltoso e dispendioso in termini di risorse il controllo sulla popolazione felina è la facoltà di dotare o meno gli animali di microchip. A differenza della normativa relativa ai cani che con la Legge n. 281 del 14 agosto 1991 sancisce l’obbligo per i proprietari di identificare tramite l’applicazione del microchip sottocutaneo ed iscriverli all’anagrafe canina regionale informatizzata, per i gatti la legge prevede che l’identificazione e l’iscrizione è obbligatoria soltanto per quelli destinati al commercio, in caso di movimentazione oltre i confini nazionali, per quelli appartenenti alle colonie feline, che vivono in libertà o presenti all’interno di strutture adibite al ricovero di animali d’affezione. Per tutti gli altri è su base volontaria. Al riguardo alcuni Comuni stanno valutando di inserire all’interno del proprio regolamento comunale l’obbligo di identificazione del proprio animale da affezione attraverso il microchip: tale procedura oltre ad essere utile per contrastare più efficacemente il randagismo felino permetterebbe di risalire velocemente al proprietario di un animale in caso di soccorso o smarrimento dello stesso.
 
In merito alla questione il Comune ha diramato un comunicato stampa nella mattinata di oggi, lunedì 3 giugno: "Sempre più spesso ultimamente si sente parlare di colonie feline: si ritiene pertanto utile fornire alcune precisazioni relativamente alla disciplina delle colonie feline sul territorio comunale con le ultime novità regolamentari. Chiarire anzitutto la definizione è fondamentale al fine di capire quando un gruppo di gatti può essere o meno considerato e gestito come colonia felina. Si definisce colonia felina l’insediamento di un gruppo di gatti, privi di proprietario o soggetto detentore, presso parchi pubblici, giardini, ospedali o altri spazi comunque pubblici. In base a tale definizione dunque non tutti i gruppi di gatti presenti sul territorio si possono considerare e gestire come colonia felina: occorre a tal fine verificare che non vi sia alcun soggetto che si occupi degli animali, che tali animali siano dimoranti su un luogo pubblico e possano rappresentare un problema igienico-sanitario per la comunità.
 
Accertato quanto sopra, al fine di garantire il mantenimento di idonee condizioni igienico-sanitarie per gli animali e per le persone, si procede al censimento del gruppo ed al riconoscimento dello status di colonia felina con il quale in primis si riconosce stanzialità al gruppo di animali che conseguentemente non potrà più essere rimosso dal luogo individuato se non in caso di problemi sanitari tali da costituire un pericolo per l’uomo e previo accertamento della ASL. Con il riconoscimento dello status di colonia felina la legge pone a carico del Comune il sostenimento delle spese relative alla sterilizzazione degli animali e alla loro identificazione mediante microchip. Con il censimento il Comune procederà ad affidare la gestione della colonia felina ad uno o più soggetti indicati dalla Associazione di Volontariato convenzionata.

In relazione alle richieste di censimento di colonie feline si segnalano, al fine di evitarne il ripetersi, spiacevoli episodi di detentori di gatti che, non essendosi in alcun modo preoccupati di impedirne la proliferazione incontrollata, quando il numero di animali è divenuto eccessivo, hanno richiesto l’intervento comunale affinché il gruppo fosse gestito come colonia felina (con oneri e spese a carico dell’ente) segnalando falsamente la presenza incontrollata di un gruppo di gatti senza detentore.
 
Si ricorda che in questi casi, effettuati gli opportuni accertamenti da parte della Polizia Municipale qualora fosse dimostrato il tentativo del segnalante di porre a carico dell’ente gli oneri e le spese relative agli animali di cui lo stesso era detentore, il soggetto sarà punito con una sanzione amministrativa da un minimo di euro 25,00 ad un massimo di euro 500,00 fatto salvo l’accertamento delle ulteriori violazione penali a suo carico. Con l’applicazione della nuova regolamentazione si invitano dunque tutti gli amanti della popolazione felina a prendere coscienza che sebbene ad oggi la legge non lo imponga, procedere alla identificazione a mezzo microchip ed alla sterilizzazione degli animali è il primo comportamento responsabile che tutela se stessi evitando spiacevoli sanzioni, ma soprattutto tutela i propri animali da affezione garantendone la tracciabilità rendendo più facile ricondurli al proprietario in caso di rinvenimento o soccorso. Gli uffici della Polizia Municipale sono a disposizione per fornire ulteriori informazioni al riguardo e per raccogliere dai cittadini tutte le segnalazioni riguardanti la presenza di gruppi di gatti sul territorio comunale".


c.s.

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