CARAGLIO - A Caraglio il flashmob di un gruppo di famiglie di ragazzi disabili ospiti di centri diurni

Appuntamento al Filatoio alle 18 di giovedì 29 ottobre: 'Pur esistendo ci sentiamo invisibili e dimenticati'

Redazione 26/10/2020 13:07

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Siamo i portavoce di 11 centri diurni presenti sul nostro territorio che coinvolgono 182 famiglie, cui si devono aggiungere anche alcune RSA e RSD che hanno sperimentato e ancora sperimentano al pari nostro l'isolamento e la disattenzione di chi di dovere. Si è pensato di fare un flashmob che metta in luce il nostro disagio agli occhi del mondo e soprattutto delle istituzioni, visto che durante l'estate non siamo mai stati presi in considerazione nonostante le molteplici richieste di incontro e di confronto, nonostante le lettere inviate in Regione, per segnalare garbatamente la lentezza con cui si agiva o non si agiva nell’offrirci soluzioni che dimostrassero di venirci incontro. Otto mesi senza servizi o con servizi ridotti all'essenziale, utili appena appena per sgravarsi le responsabilità o per non subire denunce di negligenza e totale inefficienza e grave inettitudine, sono otto mesi che noi abbiamo percepito eterni. Da pochi giorni, dal 19 ottobre, avremmo potuto avere qualche cosa in più. Il nuovo DPCM ci fa temere che invece avremo sempre di meno, che l'apertura dei centri o non avverrà o avverrà sempre più a singhiozzo. L'essere colto impreparato, da parte di chi DEVE fornire il servizio di assistenza a coloro che vivono sulla propria pelle il dramma quotidiano e a tutto tondo della disabilità, con la conseguente marginalità sociale e fragilità umana, il suo trincerarsi dietro le norme generali ed astratte, quali quelle dettate dalla cabina di regia dello Stato, necessarie per propria natura in questa forma, generale ed astratta, appunto, in materia di contenimento della pandemia, senza il debito adeguamento di esse alla necessità, alla particolarità, alla puntualità del contingente, questa sfrontata superficialità, o fredda distanza, a nostro avviso non è più tollerabile. Perciò abbiamo scelto di scendere in piazza e manifestare pubblicamente.
 
E' stata una scelta molto sofferta, per tre motivi:
- Il primo è perchè non si è mai voluto e tanto meno si vuole oggi strumentalizzare i nostri figli o fratelli o cari, disabili o anziani che siano.
- Il secondo è perché vista la curva epidemiologica così impennata verso l'alto abbiamo avuto qualche perplessità circa il fatto se fosse opportuno o no fare il flashmob, anche nel rispetto degli operatori sanitari che sono in prima linea e che cercano di assorbire gli effetti del contagio ormai fuori controllo
- Il terzo è che si teme di risultare intempestivi rispetto alla situazione generale di possibile nuovo lockdown e di esporci dunque a facili critiche e fraintendimenti, tali da vanificare le nostre richieste.
 
Dopo alcune riflessioni abbiamo però preso collegialmente la decisione di darsi lo stesso appuntamento per giovedì 29 ottobre alle 18 presso il Filatoio di Caraglio. Ci si riunirà all'aperto, nel cortile interno, mettendo in pratica tutte le misure anti-Covid del caso: mascherine, distanziamento, misurazione della temperatura e registro delle presenze qualora si rendesse opportuna la famigerata tracciabilità. Il non fare la manifestazione, che durerà circa 30 minuti e durante la quale leggeremo un testo concordato tra noi rappresentanti che chiederemo ai presenti di sottoscrivere (se lo riterranno), ci è parso che fosse un ulteriore segno da parte nostra che si è disposti a cedere quella fetta di partecipazione democratica posta al servizio degli ultimi, quella fetta di partecipazione democratica che troppe volte è stata mortificata e sacrificata ad esclusivo beneficio di chi strilla più forte o di chi è violento.
 
Noi non siamo gente che urla, nè che sia rivoltosa per il gusto di esserlo, agitando gli animi verso l'insubordinazione e generando inutili ed estremistiche tensioni sociali. Soltanto vogliamo dire forte che ESISTIAMO, noi e i nostri figli disabili e/o famigliari tutti! Non sarà una protesta, piuttosto sarà la proposta di continuare a credere che collaborazione e solidarietà reciproca sono, l'una sommata all'altra, l'unica carta vincente per l'umanità ed il pianeta.

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