CUNEO - A 'Scrittorincittà' quarant'anni di calcio raccontati dalla voce di Riccardo Cucchi

Al CDT lo storico radiocronista di 'Tutto il calcio minuto per minuto' ha ripercorso la sua carriera presentando il suo libro 'Radiogol'

a.d. 18/11/2019 09:37

E' stato per quarant'anni “compagno di viaggio” di diverse generazioni di appassionati di calcio italiani, voce inconfondibile che nel 2006 accompagnò su Radio Rai la cavalcata trionfale degli azzurri nel Mondiale tedesco, ma soprattutto protagonista di “Tutto il calcio minuto per minuto”, trasmissione radiofonica che da quasi sessant'anni scandisce le domeniche di questo paese: proprio quest'ultimo era il titolo scelto per l'incontro che ieri, domenica 17 novembre, ha visto Riccardo Cucchi ospite di “Scrittorincittà” presso il CDT. Una chiacchierata di circa un'ora insieme al giornalista Enzo D'Orsi, che ha coinvolto anche il pubblico e che ha toccato diversi temi relativi al “gioco più bello del mondo”.
 
Nell'occasione l'ex radiocronista romano – il 12 febbraio 2017 in Inter-Empoli la sua ultima radiocronaca – ha presentato “Radiogol: trentacinque anni di calcio minuto per minuto”, il suo libro pubblicato nel 2018 da “Il Saggiatore”: “Una storia d'amore, l'amore tra me e il calcio, oltre che per la radio. Dicono che la radio abbia il difetto di non avere immagini, per me non è così. La radio permette di usare l'immaginazione: ha tante immagini quanti sono gli ascoltatori”. Nella sua autobiografia l'ex voce Rai ripercorre la sua vita e la sua carriera partendo dagli inizi, quando durante i primi passi a “Tutto il calcio minuto per minuto” affiancava due monumenti come Sandro Ciotti ed Enrico Ameri: “Ho commentato grandi partite, ma la prima volta in cui venni inviato allo stadio insieme ad Ameri resta la più grande emozione della mia vita professionale”. 
 
Un altro momento significativo della carriera di Cucchi il 14 maggio del 2000, quando già era una delle voci principali di Radio Rai per quanto riguarda il calcio: quel giorno il radiocronista romano si trovò a commentare ed annunciare lo scudetto della “sua” Lazio. Tifoso biancoceleste fin da bambino, Cucchi riuscì però a nascondere la sua “fede” per tutta la sua carriera: solo dopo aver “appeso la cuffia al chiodo”, infatti, rivelò di essere tifoso laziale. E l'imparzialità nel racconto è, secondo Cucchi, elemento fondamentale per un buon radiocronista: “Chi racconta la partita deve sempre essere “terzo”, è una questione di lealtà verso l'ascoltatore. Sono fiero del fatto che durante la mia carriera nessuna abbia mai sospettato che fossi tifoso della Lazio”.
 
Dal passato all'attualità, dalle riflessioni sul “calcio moderno” alle opinioni sul moderno modo di raccontarlo, passando per numerosi aneddoti di una carriera che ha portato Cucchi ad essere testimone di alcune giornate storiche per il pallone italiano: c'è stato tutto questo, ieri, nell'incontro andato in scena al CDT, tutto questo si trova tra le pagine di “Radiogol”, “diario di viaggio” di colui che ha raccontato il calcio a generazioni di appassionati.
 
 
 

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