CHIUSA DI PESIO - A Torino una mostra-omaggio al fotografo cuneese Michele Pellegrino

L’esposizione, promossa da Fondazione CRC e Camera, apre oggi. Previsto ingresso gratuito per i residenti in provincia di Cuneo

14/02/2024 10:48

Mercoledì 14 febbraio 2024 alle ore 11, presso la sala 6 di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia (via delle Rosine 18, Torino), apre al pubblico la mostra “Michele Pellegrino. Fotografie 1967-2023”, promossa da Fondazione CRC e CAMERA con la curatela di Barbara Bergaglio e un testo di Mario Calabresi. L’esposizione raccoglie oltre 50 immagini del fotografo cuneese Michele Pellegrino (Chiusa Pesio, 1934), un’essenziale antologica dell’intero suo percorso creativo, tra montagne, ritualità, volti e momenti del mondo contadino, che narrano la passione di Pellegrino per la sua terra e per la fotografia. Completano l’esposizione uno studio del paesaggio botanico e una selezione digitale dell’archivio. La mostra sarà visitabile fino a domenica 14 aprile, dal lunedì alla domenica dalle 11 alle 19 (il giovedì fino alle 21), con ingresso gratuito per i residenti della provincia di Cuneo anche alle altre due esposizioni presenti contestualmente presso CAMERA, dal titolo “Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra” e “Ugo Mulas / I graffiti di Saul Steinberg a Milano”.
 
“A pochi giorni dal suo 90° compleanno, la mostra conclude un lungo percorso di collaborazione e amicizia tra Michele Pellegrino e la Fondazione CRC che ha preso avvio nel 2017, quando Michele ci affidò l’intero suo archivio fotografico nell’ambito del progetto Donare” commenta Ezio Raviola, presidente della Fondazione CRC. “La collaborazione con CAMERA offre un’occasione unica per far conoscere l’intero percorso artistico del fotografo di Chiusa Pesio, rivelando l’amore per la sua terra e la gente che la abita: per questo abbiamo anche pensato a una promozione specifica per i visitatori della provincia di Cuneo”.
 
“Siamo lieti di aver collaborato nuovamente con la Fondazione CRC, questa volta per portare a CAMERA il Piemonte rurale fatto di uomini, donne e montagne frutto del poetico sguardo di Michele Pellegrino in una mostra che restituisce la grande passione per la sua terra e l’esperienza di una vita dedicata alla fotografia” continua Walter Guadagnini, direttore artistico di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia: “La proposta di mostra è il secondo passo di una collaborazione che vede CAMERA impegnata nella digitalizzazione dell’archivio del fotografo, donato alla Fondazione CRC. CAMERA si pone una volta di più come soggetto di riferimento per la valutazione, conservazione e catalogazione di archivi e fondi fotografici, oltre ad essere il principale centro espositivo italiano per la fotografia, come dimostrano, insieme alla mostra di Pellegrino, quelle in corso dedicate a Robert Capa e Gerda Taro e a Ugo Mulas”.
 
LA MOSTRA “MICHELE PELLEGRINO. FOTOGRAFIE 1967-2023”
 
La mostra si compone di cinque sezioni che costituiscono una sintesi del lavoro dell’autore nel corso della sua lunga attività professionale e artistica: “Esodo. Storie di uomini e di montagne”, “Visages de la Contemplation”, “Scene di matrimonio”, “Le nitide vette” e “Langa”.
 
“Esodo. Storie di uomini e di montagne” raccoglie alcune stampe dei reportage realizzati negli anni Settanta tra le valli cuneesi: ritratti di abitanti, mezzadri, malgari, uomini, donne, bambini, anziani, vissuti in condizioni durissime che hanno portato allo spopolamento della montagna e all’abbandono delle case alla ricerca di una vita migliore a valle.
 
Con “Visages de la Contemplation” si entra nel progetto artistico dedicato al tema della clausura. Parallelamente all’attività professionale, Pellegrino indaga questa realtà nascosta in cui viene ammesso gradualmente, conquistando fiducia e riuscendo a entrare, attraverso il passaparola, in conventi e abbazie italiane e francesi.
 
“Scene di matrimonio” nasce dai servizi fotografici di nozze, durante i quali, oltre alle fotografie ufficiali, Pellegrino fissa sulla pellicola momenti dei preparativi e della festa colti con simpatia e un pizzico di ironia: c’è la bella sposa fiera del suo abito, i camerieri sull’attenti, le damigelle in attesa, le coppie felici e i gruppi di famiglia dalla significativa prossemica.
 
Le fotografie dedicate alla montagna sono invece proposte nella sezione “Le nitide vette”, frutto di una selezione ancora più impegnativa, dati il grande numero e la grande qualità delle fotografie di tale soggetto presenti in archivio. Racconta Pellegrino che alcune di esse sono state il frutto di pazienti attese e lunghi appostamenti per cogliere la luce migliore e il momento giusto, mentre altri sono scatti realizzati al volo, rubati al tempo e al suo scorrere ineluttabile.
 
“Langa” è la sezione in cui si accenna a un territorio molto noto, raccontato attraverso poche, intense immagini, lontane dagli stereotipi sempre più associati a questo territorio, patrimonio Unesco.
 
Infine, in catalogo e in una teca in sala, tre fotografie di Michele Pellegrino sono utilizzate per accompagnare l’“Atlante artistico botanico della flora e del paesaggio del Nord Italia”. Dal punto di vista archivistico, è interessante constatare come un archivio fotografico, generalmente preso in considerazione per le sue connotazioni artistiche, possa invece diventare fonte documentaria per la disciplina scientifica.
 
L’intera mostra si basa sulla catalogazione e sulla digitalizzazione effettuate da CAMERA sull’archivio del fotografo, che Michele Pellegrino ha donato alla Fondazione CRC nel 2017 nell’ambito del progetto Donare. Il catalogo della mostra, pubblicato da Dario Cimorelli Editore, contiene testi di Barbara Bergaglio e Mario Calabresi.
 
LE ALTRE DUE MOSTRE DI CAMERA
 
“Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra” è una grande mostra che racconta con circa 120 fotografie uno dei momenti cruciali della storia della fotografia del XX secolo, il rapporto professionale e affettivo fra Robert Capa e Gerda Taro, tragicamente interrottosi con la morte della fotografa in Spagna nel 1937.
 
“Ugo Mulas / I graffiti di Saul Steinberg a Milano”, a cura di Archivio Ugo Mulas e Walter Guadagnini, sarà nella Project Room di CAMERA fino al 14 aprile 2024 e racconta la straordinaria decorazione a graffito dell’atrio della Palazzina Mayer a Milano, realizzata da Saul Steinberg e fotografata da Ugo Mulas. Una selezione di una trentina di fotografie permette di entrare in profondità nel lavoro di questi due grandi rappresentanti dell’arte del XX secolo, di apprezzare la fantasia iconografica steinberghiana e la lucidità poetica dell’occhio di Mulas.

c.s.

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