Si è concluso venerdì 25 luglio il primo dei due corsi per abilitare le guardie venatorie volontarie ed i cacciatori che concorreranno, con il coordinamento del personale del Corpo di Polizia Locale provinciale, alla realizzazione degli interventi previsti nel “Piano di gestione del Cormorano finalizzata alla mitigazione dell’impatto su specie ittiche autoctone nella Provincia di Cuneo”, con validità nel periodo 2025-2030. Della durata complessiva di 3 ore, il corso si è svolto presso la Sala Mostre del Palazzo Provinciale, è stato tenuto da personale della Polizia Locale della Provincia e ha permesso di formare e abilitare 60 soggetti, che hanno sostenuto con successo un esame per la verifica delle conoscenze acquisite. Giovedì 31 luglio si terrà la seconda sessione formativa, che conta l'iscrizione di 76 persone. Il presidente della Provincia Luca Robaldo e il consigliere delegato alla Pesca Simone Manzone ricordano che “l’obiettivo del Piano di controllo è conciliare la conservazione dell'avifauna con la protezione della fauna ittica, allontanando i cormorani dalle aree considerate di maggiore importanza per la tutela dell'ittiofauna autoctona e riducendo quindi la predazione almeno in quei determinati contesti ambientali. Il Piano sarà attuato dal 15 settembre 2025 al 15 marzo 2026. Gli interventi saranno di tipo “conservativo” sull’intera popolazione di cormorano, limitando il prelievo, per ogni anno di intervento, a non più del 10% del numero complessivo di esemplari censito ogni anno su scala provinciale, così come autorizzato dall'Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione Ambientale. In questa annualità sarà consentito l'abbattimento di un massimo di 115 esemplari”. Il cormorano, una specie tutelata dalla Direttiva “Uccelli” 2009/147/CE, si nutre quasi esclusivamente di pesci, che cattura prevalentemente durante il giorno mediante immersioni, spingendosi anche a diversi metri di profondità. Le abitudini alimentari di questi uccelli, strettamente piscivori anche in inverno, comportano spostamenti di oltre 50 km tra i dormitori notturni e le zone di pesca. Le battute di pesca avvengono in acque medio-basse e possono essere effettuate singolarmente o in gruppo. In termini quantitativi, diversi autori hanno stimato una quantità media di pesce ingerito giornalmente dal cormorano nel periodo invernale di circa 500 grammi. Il contenimento delle popolazioni di Cormorano ha lo scopo di ridurre gli effetti della predazione sulla fauna ittica, al fine di garantire la tutela e l’incremento delle popolazioni autoctone naturali delle specie ittiche di maggiore interesse conservazionistico e alieutico. Tra queste, le specie ad elevato valore naturalistico considerate ai fini della definizione degli interventi di contenimento del Piano sono 3: la trota marmorata (Salmo marmoratus), il temolo adriatico (Thymallus aeliani) e la savetta (Chondrostoma soetta), tutte inclusi tra le specie “minacciate” (CR – Critically Endangered) all’interno della Lista rossa dei Pesci d’acqua dolce indigeni d’Italia. Il piano sarà attuato dal 15 settembre al 15 marzo del prossimo anno. Gli interventi saranno di tipo “conservativo” sull’intera popolazione di Cormorano, limitando il prelievo, per ogni anno di intervento, a non più del 10% del numero complessivo di esemplari censito ogni anno su scala provinciale, così come autorizzato dall'Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione Ambientale (ISPRA). In questa annualità sarà consentito l'abbattimento di un massimo di 115 esemplari. Sarà messo in atto il massimo livello di attenzione possibile perché gli ambienti interessati dal piano d’intervento proposto, durante i mesi invernali, non coinvolgano aree ad elevato valore come aree di sosta e alimentazione per specie non bersaglio (ad esempio Anatidi). La Provincia si impegna, inoltre, a sospendere l’attività dissuasiva cruenta al raggiungimento del limite di abbattimenti fissato da ISPRA. Le attività saranno svolte lontano dai centri abitati e non ricadranno in ambiti protetti. Saranno effettuate esclusivamente da personale incaricato e indicato nominativamente dalla Provincia, con la supervisione diretta del personale del Nucleo Faunistico Ambientale o delle Guardie Venatorie Volontarie.