BUSCA - Anche i bambini affascinati dai canyon dell'alabastro rosa di Busca

Organizzata sabato scorso la prima escursione per le scuole. Da mercoledì le prenotazioni alla visite guidate gratuite di domenica 27 maggio

30/04/2018 11:11

Incantanti e con la faccia all’insù. Passati dalla magia del bosco a primavera al fascino dei canjon rosa filtrarti dal sole, i bambini della quinta elementare sono rimasti affascinati dalla gita alle cave dell'alabastro rosa organizzata sabato scorso dall’istituto comprensivo di Busca, insieme con il Comune e con la partecipazione del professore Emanule Costa del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, grande esperto e conoscitore del luogo, che ha fatto loro da cicerone.
 
Per la prima volta, dopo il grande successo delle prime visite guidate ai suggestivi canyon dell’alabastro rosa di Busca organizzate nel 2016 e nel 2017 dal Comune, il suggestivo sito sulla collina dell’Eremo di Belmonte è stato oggetto di una escursione esclusivamente dedicata ad una scolaresca.
 
L’iniziativa, seguita per il Comune dall’assessore alla Collina, Ezio Donadio, fa parte del progetto di promozione partito tre anni fa con l’Università di Torino. La riscoperta delle cave ha  portato alla pubblicazione del libro di  Emanuele Costa e Alessandra Marengo “L'Alabastro di Busca e le sue Cave” e ha dato vita ad un programma di recupero e rilancio del sito archeologico e storico che continua quest’anno anche con un’opera di diffusione nelle scuole e con la nuova giornata di visite accompagnate e gratuite in programma per domenica 27 maggio le cui prenotazioni iniziano da mercoledì 2 maggio.
 
La visita ai canyon avrà la durata di circa un'ora con partenze in bus navetta gratuite da piazza F.lli Mariano alle ore: 9.30 – 10.30 – 11.30- 15.00 – 16.00 – 17.00.
 
Prenotazioni telefoniche al numero  0171.948680 oppure scrivendo a segreteria@comune.busca.cn.it   allegato il modulo scaricabile qui sotto oppure sul luogo al momento della partenza, salvo esaurimento posti. In caso di condizioni meteo avverse  le visite saranno rimandate.
 
350 mila anni fa
La collina di Busca, sia dal punto di vista geologico che ambientale ha tanto da dire e dare  al turismo ambientale di qualità che si sta sviluppando ultimamente, con i risvolti scientifici e storici connessi, che sono quanto mai interessanti. Per quanto riguarda questi ultimi aspetti, le cave di alabastro di Busca, come hanno avuto modo di spiegare i due  ricercatori dell’università di Torino in diversi incontri divulgativi, rappresentano un “scrigno” in quanto antichissime grotte, formatesi almeno 350.000 anni fa (a tanto si ferma per ora la datazione in base alle ricerche fin qui concesse dai fondi a disposizione), venute in parte a cielo aperto in seguito all’erosione della collina sovrastante.
 
Canyon suggestivi
Si tratta di cinque gole di lunghezza variabile, fino a oltre un centinaio di metri, profonde anche una trentina, che si trovano  sulla collina dell’Eremo, versante orientale, a quota 650 metri, particolarmente suggestive, dai variegati colori che muovono dal rosa scuro al verde muschio, anche a seconda di come vi incide la luce nelle varie ore del giorno.
 
L’alabastro di Busca è una roccia calcarea, composta essenzialmente da calcite che si è deposta sotto forma di stalattiti, stalagmiti e altre concrezioni che, se sottoposte a tecniche sofisticate, permettono di determinare il clima presente nell’area a partire da glaciazioni molto più antiche dell’ultima, alla quale risale per esempio   l’unica altra area sede di ricerca scientifica di paleoclima del Piemonte, Rio Martino di Crissolo, dove i sedimenti fin qui analizzati si fermerebbero a 10.000 anni fa.
 
Dal punto di vista storico, ed in particolare della storia dell’arte, inoltre, l’impiego dell’Alabastro di Busca è stato diffuso in chiese e case nobiliari dalla metà del Settecento fino alla metà del secolo scorso in tutto il Piemonte ed anche in Francia in tante opere di pregio. La più recente e curiosa presenza dell’Alabastro di Busca è stata rinvenuta nella composizione di un caminetto attribuito alla casa di Napoleone ad Ajaccio. Quanto fosse ritenuto prezioso in quelle epoche è testimoniato anche dal fatto che in diverse chiese esso venisse imitato con dipinti, come nella parrocchia Maria Vergine Assunta e nella chiesa della Santissima Trinità.
 

c.s.

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