CUNEO - Anche il 'Santa Croce' coinvolto nello studio che cambierà le linee guida per la cura dell'infarto

L'ospedale di Cuneo ha partecipato alla ricerca in cui sono stati 'arruolati' complessivamente circa 1500 pazienti

Redazione 01/09/2020 12:32

L’ospedale “Santa Croce” di Cuneo è stato coinvolto (con altri due centri piemontesi, Rivoli e Novara) nello studio italiano avviato nel 2015 che modificherà le linee guida dell'approccio alla cura dell'infarto: non più anticoagulante subito, ma coronarografia tempestiva e compressa anticoagulante solo se serve. I pazienti piemontesi coinvolti sono stati oltre 200 sui 1500 complessivamente arruolati nella ricerca. La notizia è stata pubblicata dall’Ansa.
 
Ogni anno in Piemonte sono colpite da infarto circa 10 mila persone, di cui poco meno di 9 mila in modalità nstemi (cioè con occlusione parziale dell'arteria, il caso meno grave e più diffuso) e circa 1500 in modalità stemi (con occlusione totale). Vengono eseguite 2978 angioplastiche coronariche stemi e 4874 angioplastiche nstemi in 23 centri, circa mille bypass, e altri 2500 pazienti vengono trattati solo con terapie mediche (sono i casi di diagnosi sbagliata o al contrario tanto gravi da impedire l'intervento chirurgico).
 
Le nuove linee guida indicate dallo studio che ha coinvolto l’ospedale di Cuneo sovvertono quelle attualmente adottate nell'80% dei casi in tutto il mondo, che prevedono la somministrazione immediata dell'anticoagulante, prima della coronografia da cui deriverà poi la diagnosi. Si evita così un farmaco che può essere in molte circostanze inutile e in altre addirittura dannoso, dimezzando gli eventi avversi, che spaziano dai nuovi infarti o ictus fino alle emorragie e alla morte.
 
Le nuove linee guida sono state rese possibili dal fatto che attualmente una coronarografia può essere fatta in 24-36 ore. Lo studio che 15 anni fa aveva invece legittimato il pretrattamento con anticoagulante era invece condizionato dai sette giorni allora richiesti per la coronarografia. D'ora in poi, assicura il direttore della Cardiologia dell'Ospedale Mauriziano di Torino Giuseppe Musumeci (che in precedenza aveva ricoperto il medesimo ruolo a Cuneo), che è fra gli artefici della ricerca, "cambierà tutto". I risultati dello studio sono stati presentati ieri dalla Società Italiana di Cardiologia Interventistica nell'ambito dell'European Society of Cardiology Congress 2020. 

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